
All’assedio, lungo e cruento, di Enrico VII a Brescia, aveva fatto seguito (e da esso provocata) una grave pestilenza che durò ben due anni. Le rivalità faziose, covate sia dal popolo che dalla nobiltà in questi frangenti dolorosi, tra Guelfi e la parte ghibellina imposta da Enrico VII, esplosero violente nel 1311.
I Guelfi assalirono e soverchiarono i Ghibellini (Guelfi erano detti i partigiani dei Malatestiani e Ghibellini la fazione favorevole ai Visconti dominanti), ma in aiuto di questi subito accorsero gli amici di Bergamo e Cremona. Sopraffatti dal numero, i Guelfi esularono e si sparsero per le campagne cercando scampo “in uno o nell’altro castello, e si affrettarono le fortificazioni di Gavardo, Gussago”, ecc…
Dopo due anni di lotte, sorse il desiderio di pace, e nella chiesa Pieve di S. Maria di Gussago, arbitro il vescovo Federico Maggi, il 28 ottobre 1313 questa fu conclusa, come attesta un documento conservato negli statuti di quell’anno. Fu chiamata la “Pace di Gussago”.
Seguirono grandi feste, giuramenti solenni, perfino matrimoni tra quelli di una fazione con appartenenti alla fazione avversa.
A neppure cento anni dalla “Pace” gli animi sono però ancora in grande fermento. I bresciani e con essi tutti i gussaghesi mal soffrono il dominio milanese degli invisi Visconti: forti gabellieri e soppressori delle libertà comunali nonchè limitatori dei privilegi, soprattutto quelli che furono della nobiltà. I nobili di parte Guelfa, tra cui emerge Pietro Avogadro, si sono messi accordati per una rivolta decisiva; la seduta per la divisione dei compiti si tiene a Gussago in casa di Gherardo Averoldi: la casa de la Begia, successivamente per i gussaghesi Löc de la Begia, dovuto all’immensità dei suoi spazi e perchè, poi, espressione di vita contadina e dimora anche del Massaro degli addetti alle attività agricole sui possedimenti Averoldi indi Togni.
La “Congiura di Gussago” del 1426 è ricordata nelle pitture di una sala del nuovo palazzo Averoldi, poi Raccagni indi Togni sito più a sud, in via Roma. All’inizio del suddetto anno di metà Quattrocento Gussago è al centro del complotto per abbattere i Visconti grazie alla regia dei due nobili Pietro Avogadro e Pietro Averoldi che, con assai pochi altri, alla presenza di Pagnone Raccagni giurano di battersi per tale causa: “Brescia libera dai Visconti”.
L’incursione organizzata a Ca’ de la Begià vede l’epilogo nella notte tra il 16 e 17 marzo 1426 a cura di un gruppetto di congiurati nascosti nel palazzo Averoldi a Brescia: sorprese le scorte e aprì un varco nel luogo convenuto, alla truppa che Pietro Avogadro aveva reclutato nelle Valli bresciane. Ne scaturì una dura e lunga lotta, di quartiere in quartiere, dando modo al Carmagnola per Venezia di poter intervenire e stabilire in Brescia il nuovo dominio della Serenissima Repubblica.
Fonte: Achille Giovanni Piardi