Ladri finti scout si fanno aprire dalla perpetua: via con 4mila euro

Oratorio femminile

Gli edifici pubblici restano bersaglio sicuro per i ladri. Nelle scorse ore alcuni malviventi si sono introdotti nei locali del patronato Fnp/Cisl e dell’Avis di Gussago, entrambi situati nell’oratorio femminile di via Richiedei. La dinamica dell’accaduto è ancora al vaglio degli inquirenti, secondo le prime ricostruzioni i ladri si erano nascosti all’interno dei locali dell’oratorio fino alla chiusura, avvenuta attorno alle 19:30. A quel punto sono entrati in azione. Al primo piano i malviventi hanno forzato la porta di legno sede dell’Avis di Gussago. Qui l’attenzione si è concentrata sulle medaglie, fresche di conio e custodite in sede in occasione della premiazione dei donatori per la prossima festa dei 50 anni dell’Avis gussaghese, in programma il 5 giugno. L’ottone e l’argento non hanno fatto gola ai malviventi, che hanno invece preferito l’oro di 200 medaglie, per un valore stimato attorno ai 2.500 euro. I malviventi si sono quindi spostati al piano terra, sede del patronato Fnp/Cisl. Dopo aver messo a soqquadro, i ladri hanno trafugato due computer e un condizionatore portatile per un valore di oltre 1.500 euro. I ladri hanno cercato il modo migliore e più semplice per darsi alla fuga, ma la serranda dell’ingresso si è rivelata inviolabile e ha resistito ai pesanti colpi dei malviventi.

Ecco così ecco il coupe de théâtre. Fingendosi scout, attardatisi per finire dei lavori all’interno della loro sede, anch’essa situata nell’oratorio, uno degli uomini ha suonato all’appartamento dell’anziana madre di don Angelo Gozio – il parroco di Civine, che abita in un appartamento al secondo piano dell’ampio edificio -, chiedendo le chiavi per poter uscire. «Mi raccomando riportatemele prima di andare via», è stata la richiesta della 91enne che ha creduto nella buona fede del giovane dai modi garbati. I due hanno infatti riportato le chiavi alla proprietaria, ringraziandola e scusandosi per l’ora e per il disturbo. Comprensibile lo sgomento dell’anziana signora, che ha detto di aver chiaramente distinto un profondo accento bresciano nei giovani ladri. Il tutto si è concluso attorno alle 21:30, mezz’ora prima del rientro a casa di don Angelo.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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