L’oratorio di Ronco è di nuovo preda dei «ladri golosoni». «Il bar rimane chiuso. Si riapre giovedì??? Per furto» è la scritta appesa all’ingresso della struttura che ben misura il grado di esasperazione rabbia e sconforto dei volontari e dei catechisti. Una spaccata, quella avvenuta nella notte tra lunedì e martedì, che ha causato circa seimila euro di danni. I malviventi hanno, probabilmente, scavalcato il cancello dell’oratorio e si sono introdotti nel cortile; qui utilizzando o un piede di porco o una tenaglia, che è stata ritrovata dai volontari il giorno dopo nei pressi della porta antincendio, hanno forzato l’ingresso e si sono introdotti nel bar. A questo punto si sono concessi uno spuntino a base di cioccolatini, gelati, olive… quindi hanno raccolto il contenuto della cassa, impossessandosi anche di due televisori e di generi alimentari. Poi l’attenzione si è spostata sui magazzini adiacenti: le due esili porte sono state forzate senza particolari problemi, ed è proseguita la «raccolta» di altri prodotti e di coltelli di ceramica. Solo a questo punto, senza incontrare resistenze, i ladri hanno preso tutto il bottino e si sono dileguati.
«Sono cose che ti fanno rimanere veramente male – spiegano alcuni volontari attivi nella struttura gussaghese -. Un furto così, ai danni di un oratorio, lascia grande amarezza. E pochi mesi fa è successa la stessa cosa. La dinamica è molto simile a quella di quest’estate; chissà che non siano le stesse persone. Siamo stufi». Era il 18 giugno – periodo durante il quale si stava svolgendo il Memorial Maccarana -: alcuni ladri dal palato fino (forse gli stessi?) nella notte, si erano introdotti nei magazzini dell’oratorio, portando via dalle celle frigorifere più di 50 fiorentine, oltre a gelati, bibite; anche in quell’occasione la visita al bar a fianco era «stata d’obbligo»: dopo aver provato senza fortuna a strappare il televisore dal muro, si erano rifocillati con snack vari; una ripulita alla cassa e poi via nell’oscurità. Praticamente lo stesso scenario vissuto ieri, con la rabbia e l’amarezza che crescono sempre più.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia