Nella notte tra venerdì e sabato cinque malviventi, molto probabilmente stranieri, si sono introdotti in un’abitazione in via Pratolungo a Gussago mentre i proprietari stavano dormendo nei piani superiori. In pochi istanti, probabilmente con delle cesoie, hanno tagliato le inferriate a protezione di una finestra e si sono introdotti in casa. Il proprietario dell’abitazione, allarmato dai rumori, è sceso a controllare ed ha sorpreso i ladri che, scoperti, sono scappati riuscendo però a portarsi via la cassaforte della famiglia, con tutto il suo contenuto.
Nonostante il tempestivo intervento dei Carabinieri di Gussago e di Gardone Val Trompia, i ladri sono riusciti a far perdere le tracce fuggendo a bordo, pare, di un’Audi di colore grigio metallizzato. Tanto spavento per la famiglia, tra cui anche due bambini, ma per fortuna nessuna conseguenza fisica.
«Sono entrati in casa mia, volevo fermarli, mi hanno distrutto l’auto»
Attimi di puro terrore, per una famiglia gussaghese, sequestrata in casa da 5 banditi, che incuranti delle minacce fisiche e verbali del padre di famiglia, hanno proseguito la loro missione, portando via cassaforte e gioielli. La tranquillità e la quiete di casa sono annientate all’1:45 di notte, in via Pratolungo, quando Massimiliano Pomodoro, proprietario di un negozio di informatica in paese, sente un rumore provenire dalla taverna: «In questi giorni dormo sul divano della sala, proprio per timore dei ladri – spiega -, tanto più che, alcuni vicini avevano visto delle facce nuove “pattugliare” la zona con fare sospetto; quella sera, sento qualcosa venire dal piano terra e mi rendo conto che qualcuno è entrato in casa». Tre dei malviventi strappano l’inferriata e si introducono nell’abitazione, con agilità da funamboli. L’imprenditore agisce d’istinto, scende le scale e si imbatte nei ladri: «Erano tre persone dalla stazza imponente – spiega- uno stava trafficando nel sottoscala dove era la cassaforte. Gli altri, uno col piede di porco in mano, mi osservavano con aria minacciosa. Erano stranieri, forse dell’Est, probabilmente zingari e molto agili». Urla e lancio di oggetti non smuovono di un centimetro i ladri, che sono andati avanti, imperturbabili, nella loro missione. Il trambusto sveglia tutta la famiglia, mamma Antonella, maestra, e il figlio secondogenito, Riccardo, 5 anni, rimangono ai piani superiori: «Sentivo le urla di mio marito e il rumore di oggetti buttati addosso ai ladri. È stato terribile, credevo lo avrebbero ucciso», spiega la donna. Beatrice, la figlia di 11 anni, invece, segue il papà: «Stavo ancora dormendo, sono scesa, pensando fosse ancora un sogno», spiega ora, con un sorriso tra le labbra, dopo lo spavento e il pericolo scampato.
La cassaforte viene divelta; nemmeno la statua di legno a forma di gatto gettata contro di loro, ferma i tre ladri che, aiutati da due «colleghi» rimasti all’esterno, caricano il «forziere» – contenente qualche migliaia di euro in contanti e gioielli d’oro per circa 30mila euro – su una Audi station wagon grigia ritrovata a Rodengo Saiano. Ancora tempestiva è la reazione dell’imprenditore gussaghese: «Ho preso la mia Fiat 500; ero ancora in mutande e a piedi nudi, ma sono partito all’inseguimento. Loro nel vedermi hanno fatto retromarcia e mi hanno distrutto il muso della macchina. Hanno raccolto la cassaforte, caduta nell’impatto, dicendomi di stare lontano, e sono ripartiti, facendo perdere le loro tracce. Un’esperienza terribile. Non si può vivere con questa paura».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia