Liquido bianco nel torrente “La canale”: Arpa al lavoro per individuare la sostanza

Svessamento Canale 2016

Un liquido sospetto tinge di bianco il torrente La Canale. Sul posto sono intervenuti rappresentanti del Comune e il Gruppo Sentieri che hanno prelevato un campione, ora nei laboratori dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Tutto è successo nella serata di lunedì, quando alcuni cittadini gussaghesi, durante le abituali passeggiate al calar del sole, hanno notato qualcosa di diverso dal solito nel torrente che scorre e attraversa il paese franciacortino.

«Un liquido lattigginoso», così è stato descritto dai testimoni, scorreva placidamente sul letto del fiume, all’altezza di via Trento. Tempo di un click e di un post ed ecco che la notizia diventa virale. Su facebook le immagini sono condivise e commentate in un lampo. Il Comune, allertato proprio dagli internauti gussaghesi, contatta immediatamente l’Arpa, organo preposto all’analisi dei dati ambientali, con il quale concorda la direttrice d’intervento. Il Gruppo Sentieri, insieme all’assessore all’Ambiente Giovanni Coccoli, effettua il prelievo di un campione dell’acqua, che ieri mattina è stato portato nei laboratori Arpa, dove, in queste ore sono in corso le analisi per determinare la natura del prodotto.

«Siamo venuti a conoscenza dell’avvenuto attraverso i social – ha spiegato l’assessore Coccoli -. Siamo subito andati a vedere la situazione. Si tratta di un fenomeno che, purtroppo, si ripete spesso. Qualcosa ha colorato l’acqua di bianco, e non è la prima volta. Non sappiamo ancora di che sostanza si tratti. Abbiamo comunque contattato subito l’Arpa e provveduto a consegnare loro un campione». Risalire al responsabile non sarà semplice, ma gli indizi non mancano. «Sappiamo da dove arriva – prosegue l’assessore -. Il liquido è iniziato a comparire dalla zona Caporalino, proveniente dal vaso Solda, un torrentello che confluisce ne La Canale, e ha raggiunto il tratto di fiume in via Trento». In questa zona non sono presenti attività industriali e questo, probabilmente, scongiura gravi episodi di inquinamento.

«Si potrebbe trattare della vernice usata da un imbianchino, che ha lavato i suoi attrezzi nel torrente. Un fatto grave, un reato penale per il quale si rischia la galera, ma quantomeno non siamo in presenza di prodotti chimici pericolosi», conclude Coccoli. Ora il Comune attende l’esito delle analisi, per stabilire la natura del fenomeno e per iniziare le procedure volte all’individuazione dei responsabili.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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