«Two is megli che uan» recitava Stefano Accorsi, con un inglese a dir poco sgangherato, in un vecchio tormentone estivo. E l’argomento, in fondo – la pubblicità di un gelato -, resta di stampo mangereccio e televisivo. Coerente al concetto di raddoppio, un bis in piena regola che Brescia si è concessa nella sesta edizione di MasterChef. Marco Moreschi e Vittoria Polloni, gli alfieri sono loro.
Due bresciani nella masterclass più ambita d’Italia, tra i venti cuochi amatoriali che si giocheranno il successo finale. Tradotto in 100mila euro – rigorosamente gettoni d’oro – e nella pubblicazione di un libro di ricette. Mica male. Anche perché l’esordio è stato quasi perfetto: promozione a pieni voti sia nelle fasi preliminari che nel piatto a cottura per Marco, un solo appello per Vittoria, che se l’è cavata con il pesto alla genovese dopo una frittura non eccezionale agli occhi dello chef Cannavacciuolo. Loro intanto cominciano a godersi il frutto del lavoro e della vetrina televisiva: in pochi giorni sono nate entrambe le pagine Facebook ufficiali, dove per ora è Vittoria a essere in vantaggio con oltre 800 fan, contro i 700 di Marco. Ma chi sono davvero i due protagonisti bresciani della sfida? Carattere e sfumature, se possibile, usciranno con le puntate e gli ostacoli. Intanto parlano i curricula e le prime dichiarazioni sul sito del programma.
Quelle di Marco, 41 anni, partono da una fiera rivendicazione d’origine franciacortina e di indipendenza lavorativa e personale: «La mia passione per la cucina nasce molto tempo fa, ma credo sia sbocciata in modo esponenziale negli ultimi 6-7 anni». Una cucina classica, della tradizione, come ribadisce lui stesso, con una spiccata propensione per la carne, le cotture lente e i piatti impegnativi: spiedo, manzo all’olio e quant’altro. «La mia attività è imprenditoriale, ma mi piacerebbe che il settore eno-gastronomico fosse la base per costruire qualcosa di nuovo, dal basso» prosegue Marco. Una linea che fa il pari con le sue passioni: sport, attività fisica, motori (è pilota di rally). Ma anche il vino, con un diploma ONAV di primo livello già in tasca e uno di Sommelier in arrivo, unito a un’ispirazione autoctona declinata nell’ammirazione per lo chef Stefano Cerveni.
E Vittoria? Attitudine e percorso differenti, così come l’origine, che è cremonese: «Ho 30 anni, vivo a Brescia e lavoro come direttrice in un negozio di abbigliamento. La mia passione per la cucina inizia da piccola, da quando vedevo mio padre dietro i fornelli – racconta lei -,– stavo ore a guardarlo mentre spadellava. Il mio è un modo di cucinare che va molto a sensazioni, mi piace trasmettere un’emozione con un piatto». Pochi ingredienti, semplici e da valorizzare per creare nuovi percorsi. Con una base soprattutto di pesce e crostacei: «Se posso scelgo quelli, il mio cavallo di battaglia è il polpo glassato alla soia con crema di patate e semi di zucca tostati. Anche se il mio piatto preferito è la Tarte Tatin: sono molto golosa. Il segreto è il caramello!». E un paio di sogni nel cassetto, per Vittoria, magari da unire tra di loro: girare il mondo e lavorare nel settore gastronomico. «MasterChef è una possibilità che capita a pochissime persone, spero di riuscire a sfruttarla al meglio». Le chiacchiere per ora si fermano: da giovedì il riscaldamento è finito e si comincia a fare sul serio. Appuntamento alle 21:15 su Sky Uno.
Jacopo Manessi
Fonte: Bresciaoggi
Per approfondire:
– pagina Facebook di Marco Moreschi