Mestieri di una volta: stadera, bilancia tipica per venditori ambulanti

Stadera, bilancia tipica per venditori ambulanti

La Stadera era la tipica bilancia usata dai venditori ambulanti.
All’ambulante era interdetto il commercio con postazione fissa anche temporanea, ma poi tutto si evolse. Al tempo era consentita “la chiamata” a voce o con l’uso di una particolare trombetta di ottone. Dal suono (richiamo) della trombetta riconoscevamo gli ambulanti: Rico dèl Gias (Rossi) che abitava in fondo a vicolo Batoccolo, vendeva soprattutto ghiaccio in grosse stecche (non solo per far la granita, anche per refrigerare casse particolari onde conservare gli alimenti; La Frina; èl Bogi Balutèll (venditore, sino agli anni sessanta del secolo XX, di granite e angurie, all’ombra delle piante poste in piazza nella zona dirimpettaia del monumento); èl Maiolino (venditore di terraglie semplici, soprattutto scodelle barattate con la pelle di coniglio) il quale oltre ad avvisare con la trombetta, gridava: “òss, strass, fèr, pèi dè conécc”; Francesco Piardi “Cèco” (1911) ortolano e carrettiere, con trazione a sangue, autorizzato al trasporto per conto terzi dietro pagamento di salata tassa comunale (il carretto era “targato” con apposita placca metallica) soggetta a rinnovo annuale.
Utilizzò il carretto pure per trasportare ghiaia e sabbia con cui ghiaiare le strade comunali e per la costruzione della torre campanaria di S. Maria Assunta negli anni dal 1927 al 1931; Costanzo Zanola (per gli alimentari); Andrea Piardi, ambulante di formaggi su moto; Cici Francesco Piardi (poi passato a dimorare a Ronco dalla natia Navezze, zona della Fossa, venditore di frutta e verdura); èl pesciolino (?, solo così lo chiamavamo) con motoretta munita di una cassetta (contienitutto) sul portapacchi, ambulante di pesce, con anche le mitiche “aole”, pesce secco, proveniente da Monte Isola; Felice dèl Maj Ungaro, con la sua Ape ove sul cassone recava verdura e frutta; Rico di gelati – Federico Ungaro “Süpilì”, ambulante di gelato e ghiaccioli, tutti fatti in casa artigianalmente, almeno nei primi anni di attività.
Quanti altri potremmo annoverarne! In ciò ci aiuteranno i gentili lettori.

A cura di: Achille Giovanni Piardi

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