Sulla mini tangenziale spunta la maxi polemica

Municipio Gussago

Consumo di suolo, viabilità e ambiti di protezione specifica. Su questi temi Legambiente Franciacorta ha lanciato una campagna idealmente partita dalla valle di Navezze. Il presidente del circolo Silvio Parzanini con Danilo Scaramella, Silvia Lucia Begni, leader del Comitato per la salvaguardia del territorio di Navezze hanno fatto il punto sulla politica di tutela di un territorio ricco di bellezze naturali, ma molto vulnerabili. Negli ultimi 10 anni la popolazione del Comune è rimasta invariata, galleggiando attorno a quota 16.700 abitanti. A Gussago non c’è «fame» di abitazioni, ma la variante urbanistica varata dal Comune prevede la realizzazione di 11 «Ambiti di trasformazione» per un totale di circa 13 ettari di terreno oggi per lo più agricoli che diventeranno edificabili. Una quota di cemento che andrà ad aggiungersi alle volumetrie concesse in passato e non ancora utilizzate.

«Considerato che il Pgt non genera diritti di costruzione – osserva Parzanini -, chiediamo che nelle successive approvazioni il Comune stralci gran parte delle aree edificabili previste, mantenendo solo quelle già parzialmente edificate e per le quali è ipotizzabile un cambio di destinazione d’uso». Sulla questione viabilità, i comitati criticano la realizzazione del terzo lotto della tangenziale di Navezze che «avrebbe ricadute negative su un contesto ambientale integro e caratteristico con elevato valore paesaggistico e ambientale». Il Comitato di cittadini di Navezze ha presentato un pacchetto di osservazioni di carattere demografico, economico, ecologico e biometeorologico, idro-geologico e idraulico, paesaggistico per dimostrare che la mini-tangenzialina «è inutile, con un impatto devastante, e richieda costi realizzativi esorbitanti – spiega Silvia Lucia Begni -. Navezze occupa già tutto il suolo disponibile. La popolazione è in decrescita, tanto che la scuola elementare è a rischio di chiusura». Il Piano urbano del traffico commissionato dal Comune «indica che semplici strategie per ridurre la velocità dei veicoli in transito nei tratti più stretti della strada esistente sarebbero già un’ottima soluzione», prosegue la portavoce del Comitato. Il territorio del terzo lotto della tangenziale «presenta – si legge nelle osservazioni -, fragilità legate tra le altre alla fascia di rispetto del reticolo idrico e alle pendenze maggiori del 35% prevalentemente occupate da boschi, con valenze ecologico-paesistiche, potenzialmente soggetti a fenomeni di dissesto idrogeologico. La sua costruzione richiederebbe tecnicismi realizzativi e costi notevoli. «Al contrario, una pista ciclopedonale utilizzabile dai mezzi di soccorso solo in caso di reale emergenza, contribuirebbe alla sicurezza di una mobilità dolce e si collocherebbe nel pieno rispetto del Ptra della Franciacorta – incalza la presidente del Comitato -. La via ciclabile, inoltre, avrebbe ricadute positive sulla valorizzazione e rivitalizzazione di un territorio finalmente inserito nelle rotte del turismo di prossimità».
Mario Leombruno

Fonte: Bresciaoggi

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