Quando il mondo esterno sembrava precluso, contagiato e distante, nuovi mondi – inattesi, uniti, iperconnessi – si sono temporaneamente spalancati all’unisono attraverso sguardi sfuggenti stagliati al di là di una finestra. Cornice d’artista, rettangolo che inquadra, porziona, esclude ed esalta la parte vista o scelta, unico, sconsacrato spiraglio da cui scrutare nel silenzio dell’isolamento la realtà surreale in lento flusso là fuori. Proiezioni verso l’altrove, cartoline da una libertà negata: soli e dispersi dentro a camere con vista metafora di un’evasione immaginifica e possibile. Progetto nato durante il lockdown dall’invito diffuso via social da Matteo Sambero a condividere con lui il mondo visto e non agìto per mesi dalla propria casa, villa, catapecchia, stanza di studentato, palazzo o residenza principesca, “View Window – Storie di quarantena” debutta oggi a Palazzo Martinengo (Brescia) nell’inedita veste di mostra fotografica che catapulta in una nuova e più tradizionale dimensione espositiva i quasi 200 scatti arrivati da ogni parte del mondo (molti anche da Brescia e provincia), attraverso cui fotografi professionisti e non hanno ritratto e interpretato l’«affaccio» su ciò che era loro precluso. In ordine sparso: panorami selvaggi sul Nuovo Galles del Sud, zone d’ombra a Stoccolma, Thailandia tropicale, e ancora Parigi, Madrid, atmosfere italiane, intense vedute locali e ultralocali nell’epicentro della pandemia.
«Oggi le maglie della realtà virtuale si infittiscono sempre più nella quotidianità degli individui che si ritrovano a interagire e a comunicare principalmente attraverso le immagini, che vengono spogliate della loro utilità visiva e rivestite con valori, desideri, aspettative e speranze, diventando veicolo di informazioni utili allo studio della psiche», osserva Sambero, 30enne fotografo, videomaker e «lanciatore» di stimoli comunicativi originario di Gussago. «Nell’era digitale, la fotografia deve quindi avere un senso: analizzare e interpretare la psicologia dell’essere umano del nuovo millennio».
Presentata ieri a palazzo Broletto, la mostra, che ingloberà anche una serie di tavole realizzate dagli studenti del corso di disegno 1 e laboratorio della laurea specialistica edile architettura di Brescia – tema sincronizzato: la progettazione di finestre -, spiana idealmente la strada al progetto «Sei al Martinengo»: un volano di proposte in grado di coinvolgere molteplici luoghi e frammenti di bellezza (oltre 50 i comuni bresciani messi in rete dalla Fondazione Provincia di Brescia Eventi) con l’obiettivo di creare «un circolo virtuoso di cultura attiva, creativa, responsabile». Nel vivo già da luglio, con Il Grande in Provincia ed Eticafestival, il progetto si concretizzerà poi in una serie di altre iniziative, sempre sullo sfondo di palazzo Martinengo: dalle Giornate Europee del patrimonio (26-27 settembre) alle «Stanze del contemporaneo», collettiva dedicata ai vincitori del Premio Nocivelli (28 novembre-20 dicembre) passando per «I giovani sotto il progetto educativo di un dittatore» (2 ottobre-22 novembre), percorso storico-visivo curato dal Centro Studi Rsi di Salò «che intende approfondire le modalità con cui un regime totalitario è riuscito a irregimentare un’intera generazione di italiani». La mostra di Sambero sarà invece visitabile fino al 27 settembre: vernissage alle ore 18, ingresso libero.
Elia Zupelli
Fonte: Bresciaoggi