Nemo, da oltre quattro mesi tiene viva la speranza

Centro Nemo

Il centro clinico Nemo di Brescia per le malattie neuromuscolari, che è attivo nella Fondazione Richiedei di Gussago, ha festeggiato i 120 giorni dall’avvio delle attività e seppur al passo con gli auspici espressi in occasione dell’inaugurazione, questi quattro mesi sono stati complicati non poco dalla seconda ondata del Covid-19. Virus a parte, già dai primi di ottobre il Centro ha cominciato a lavorare, a conferma del bisogno di aiuto che la Fondazione Serena – l’ente gestore dei centri Nemo – ha colto e fatto suo decidendo di investire nel Bresciano.

Spiega Massimiliano Filosto, professore associato nel Dipartimento di scienze cliniche e sperimentali dell’Università di Brescia, e direttore clinico di Nemo Brescia: «Dopo aver messo a punto le problematiche organizzative e burocratiche che sono scontate all’avvio di un Centro, ora stiamo entrando a regime con le attività ambulatoriali, i ricoveri, la macroattività ambulatoriale complessa (Mac) e il day hospital diurno. Un percorso si costruisce passo dopo passo – riflette Filosto – Il nostro scopo è garantire al paziente una presa in carico completa, quindi dal momento in cui si presentano i primi sintomi alla diagnosi, e da questa alla terapia, ordinaria o sperimentale, con eventuale inserimento in protocolli di studio e ricerca. E poi i trattamenti riabilitativi e, quando accade, la cura del fine vita del nostro paziente».

Ecco cos’è Nemo, un centro sanitario omnicomprensivo che prende in carico il paziente dalla diagnosi al fine vita senza trascurare alcun aspetto. Un progetto estremamente ambizioso che Nemo non affronta da solo. C’è una collaborazione strettissima tra il Centro clinico, l’Asst Spedali Civili e l’Università degli studi di Brescia, anzi Filosto precisa che «è come se Nemo fosse una costola degli Spedali civili, e stiamo lavorando perché si possano stringere ulteriori accordi che garantiscano la collaborazione scientifica e di ricerca universitaria». Per il presidente della Fondazione Serena Alberto Fontana, «Il nostro Centro è in piena efficienza rispetto alla presa in carico delle malattie neuromuscolari. Siamo consapevoli di non essere arrivati ancora a quella che è la nostra ambizione, c’è da sviluppare oltre la presa in carico clinica la ricerca scientifica insieme all’Università e agli Spedali civili. Noi siamo un vero laboratorio, perché le nostre malattie ci insegnano e ci ingaggiano in situazioni sempre più complesse».

Fonte: Bresciaoggi

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