I residenti hanno perso la pazienza: «I nostri week end sono da incubo». Ma i gestori respingono le accuse: «Siamo noi i veri perseguitati». Il sindaco: «Senza una rilevazione dei rumori dell’Arpa, tutti hanno ragione e tutti torto».
Gli echi delle polemiche stile «movida» dal cuore della città risuonano fino alle pendici della Franciacorta. E malgrado cambino gli scenari urbani e i protagonisti, la sostanza rimane sempre quella: da una parte chi la sera dopo un giorno di lavoro vuole andare a «nanna» presto, dall’altra quelli che invece pensano che la notte sia il momento migliore per celebrare la vita. Tutti hanno ragione, tutti hanno torto: trovare un compromesso, praticamente impossibile. Figurarsi se poi, come nel caso di Gussago, il locale finito nell’occhio del ciclone – il bar «Euphoria» di via Novembre – sorge addirittura in una tranquilla zona residenziale. Musica e tamburi effetto giungla, schiamazzi fino a notte fonda, parcheggi selvaggi, ragazzi ebbri di gioventù e non solo e chi più ne ha più ne metta: è quanto lamentano i residenti della frazione Croce, secondo i quali puntualmente ogni fine settimana il quartiere si trasformerebbe in una vera e propria culla del divertimento anarchico e senza limiti.
«È una situazione che va avanti ormai dallo scorso dicembre, ovvero da quando l’Euphoria ha riaperto i battenti sotto l’egida di una nuova gestione, e adesso non ne possiamo davvero più – sbotta Maria Platto, portavoce della protesta dei residenti -. Abbiamo già tentato invano la strada del dialogo con i titolari, presentato varie denunce ai carabinieri e consegnato in Comune una raccolta firme, ma finora non è servito a nulla. Francamente siamo davvero stufi di non poter dormire per tre sere a settimana».
Fin troppo facile prevedere che invece i gestori del bar siano di tutt’altro avviso. «Ma quali sorprusi!? – ribattono i ragazzi dell’Euphoria, locale dotato anche di una tensostruttura esterna -: la nostra attività ha ottenuto regolari licenze e paghiamo i tributi senza mai sgarrare. Quanto al cosiddetto “bombardamento di musica assordante”, ci teniamo a precisare che gli eventi musicali sono solo occasionali, organizzati esclusivamente il sabato sera, entro gli orari di legge, con tutti i permessi del caso e nel pieno rispetto dei valori massimi di livello sonoro consentiti». Poi lo sfogo: «Siamo stufi a nostra volta di questa costante condotta persecutoria e diffamatoria attuata da un numero peraltro limitato di abitanti, che privi di rispetto per il lavoro altrui gettano continuamente fango sui nostri sacrifici e sull’entusiasmo di chi cerca di sopravvivere in tempi così duri per le attività in proprio».
Manco a dirlo, tra i due litiganti, c’è di mezzo il sindaco di Gussago Bruno Marchina. La sua analisi è fin troppo chiara: senza una perizia di Arpa che attesti l’effettiva rumorosità eccessiva del locale, il Comune ha le mani legate. «È una situazione molto delicata e complessa da gestire – ammette il primo cittadino -. Residenti e gestori parlano linguaggi troppo diversi, un dialogo è impossibile. Abbiamo già sollecitato a più riprese Arpa affinché intervenga con una verifica – conclude Marchina -, ma i tempi della burocrazia sono lentissimi e al momento della suddetta perizia ancora nessun traccia: finché mancherà un riscontro audiometrico, purtroppo potremo fare ben poco».
Elia Zupelli
Fonte: Bresciaoggi