Cinque “occhi di falco” agli ingressi del paese: per le opposizioni “sono pochi e inutili”

Telecamere-videosorveglianza

«Finalmente il progetto-lumaca di “videosorveglianza” è arrivato, ma mancano gli occhi di falco», è scritto su alcuni manifesti affissi dalla Lega Nord a Gussago. Monta così la polemica in paese in merito al nuovo progetto di videosorveglianza, recentemente approvato dalla Giunta. A breve avrà inizio la gara per l’affidamento dei lavori che prevedono l’installazione, entro metà febbraio, di strumentazioni tecnologiche, denominate «occhi di falco» per la lettura delle targhe automobilistiche, in cinque punti di accesso al paese: Caporalino, via Fossa, via Sale, rotatoria di via Valcamonica-via Mandolossa, via dei Rii.

Un’operazione che si aggira attorno ai 50mila euro e che comprende lo studio di fattibilità e la progettazione. La Lega Nord, all’opposizione, si schiera contro il progetto: «Videosorveglianza? No, solamente un sistema di lettura targhe e solo in 5 postazioni. E i restanti ingressi del paese?», si legge in un altro dei manifesti esposti di fronte al Municipio. «Critichiamo l’operato della maggioranza per la lentezza, per il progetto “colabrodo”, grazie al quale si coprono solo 5 dei 10 punti di accesso, e anche per la negligenza nella partecipazione ai bandi regionali» spiega Lucia Lazzari, ex sindaco leghista. È l’assessore Giovanni Coccoli a rispondere alle polemiche. «Si tratta solo di un primo stralcio del progetto – ha dichiarato Coccoli -. Con questi primi 50mila euro riusciamo a coprire i primi 5 varchi. La tecnologia impiegata risulta molto efficace in quanto permette la rilevazione di macchine scoperte da assicurazione, revisione e dei veicoli rubati o sottoposti a fermo fiscale». «Stiamo in queste ore lavorando – prosegue nella risposta l’assessore – per vedere se abbiamo i requisiti per partecipare al Bando della Regione Lombardia».

Con la seconda tranche dei lavori il Comune punterà all’installazione di altre postazioni in alcuni dei varchi del paese rimasti scoperti ma sta anche valutando la possibilità di mettere in rete le videocamere private. «Ci siamo confrontati con i tecnici nelle ore scorse – ha concluso Coccoli -. Cercheremo di capire quali ingressi coprire e quali telecamere di banche, poste o istituti privati, poter collegare al sistema di videosorveglianza» per un controllo che sia così il più completo possibile. La sicurezza del paese di Gussago (come altrove) parte dalla «difesa » dei varchi di accesso.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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