Una cerimonia carica di emozione ha visto, sabato mattina, l’ordinazione, da parte del vescovo monsignor Pierantonio Tremolada, di quattro nuovi diaconi permanenti nella cattedrale di Brescia. Si tratta di Claudio Franzoni, Francesco Auriemma, Ivan Cappelli e Vittorio Bordiga, rispettivamente delle parrocchie Santi Pietro e Paolo di Volta Bresciana, Santi Pietro e Paolo di Toscolano, Santa Maria Assunta di Gussago e San Giacomo Maggiore di Ospitaletto. Sono stati quindi aggiunti «nuovi operai alla messe del Signore».
«È un dono, una grazia che bisogna cogliere – afferma Francesco Auriemma al termine della celebrazione -. Nel nostro servizio noi ci mettiamo i 5 pesci, tutto quello di buono che faremo, lo faremo grazie al Signore». Nella sua omelia, il vescovo Tremolada ha sottolineato il ruolo fondamentale dei nuovi diaconi nel servire la comunità nel nome del Signore. «Voi, cari candidati, siete questi operai e la messe di cui il Signore parla è il mondo, l’umanità intera». Il vescovo ha evidenziato che, attraverso l’ordinazione, ai nuovi diaconi viene conferita una grazia particolare, «non come qualcosa che si aggiunge», ma che li costituisce nel loro nuovo ruolo. Ha esortato i nuovi diaconi a essere servitori fedeli. «La celebrazione rende reale un cammino che è già cominciato da parecchio tempo, quasi sette anni – sottolinea Vittorio Bordiga -. Lo rende concreto in un ministero che può aiutare gli altri, le persone più in necessità e tutti coloro che avranno a che fare con me. È un dono, un regalo che mi è stato fatto e il mio impegno è portarlo avanti». Lo sguardo di GesùIl vescovo ha delineato altresì le caratteristiche di un diacono: «A voi è chiesto di assumere lo sguardo di Gesù quando si rivolge alla folle». Uno sguardo di affetto, benevolenza e misericordia perché «dietro lo sguardo c’è il cuore, dietro il vedere c’è un sentire». Il diacono deve sapersi mettere a fianco delle persone, comprendere le loro esigenze e ascoltare con attenzione, senza la pretesa di avere tutte le risposte. Deve essere capace di leggere la realtà attraverso le Scritture e coltivare un profondo amore per la Parola di Dio, perché «la parola è un tesoro attraverso la quale possiamo interpretare la verità». Infine, il diacono deve «donare la vita e lasciarsi istruire nel comprendere ciò che si vive». La cerimonia ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo per questi quattro uomini, che ora intraprendono il loro cammino di servizio nella comunità bresciana, pronti a fare dell’amore per il prossimo la loro regola di vita.
Giada Ferrari
Fonte: Bresciaoggi