Ottimismo ieri sera alla «Stacca» di Gussago: i dati relativi all’ultima stagione sono confortanti, così come le tendenze per il futuro.
Con un brescianissimo spiedo nel piatto, soci, sponsor e operatori del settore hanno tirato le prime somme.
La ristorazione bresciana è più forte della crisi. La difficile congiuntura economica non ha lasciato indenne il settore, ma i dati relativi all’ultima stagione sono confortanti, così come le tendenze per il futuro. L’ottimismo si respirava anche ieri sera, durante l’ormai classica (era la trentunesima edizione) «Ottobrata» dell’Arthob, Associazione ristoranti trattorie hostarie bresciane, tenutasi al ristorante «La stacca» di Gussago.
Qui si sono ritrovati operatori del settore, soci, simpatizzanti, e gli sponsor dell’associazione – «coloro che ci permettono di restare in piedi», hanno sottolineato da Arthob -: tra questi, oltre a una trentina di fornitori che riservano ai soci delle scontistiche speciali, ci sono l’assessorato al Turismo della Provincia, guidato da Silvia Razzi, e il Comune di Brescia. La serata di ieri (in cui lo spiedo, piatto principe della cucina bresciana, ha recitato il ruolo di apprezzato protagonista) per gli operatori del settore non è stata solo conviviale, ma anche un’occasione per capire come agire al meglio in questo momento di crisi.
Sebbene la situazione non sia delle migliori, il settore della ristorazione sembra non accusare eccessivamente il colpo, e può vantare risultati da fare invidia a molti. «Abbiamo subito una leggera flessione, ma i risultati sono confortanti: le zone dei laghi e delle montagne hanno tenuto molto bene, e sul lago di Garda, dopo una partenza in sordina, si è registrato un incremento rispetto all’anno scorso – ha spiegato Leonardo Pedrazzani, vicepresidente di Arthob -. Il nostro è un Paese con una lunga tradizione ricettiva, e Brescia ha sempre più appeal nei confronti delle popolazione dell’Europa centrale: non dobbiamo perdere questa vocazione». La città e l’hinterland, al contrario delle zone a maggiore tradizione turistica, hanno sofferto di più, ma senza accusare quel tracollo che ha caratterizzato molti settori.
Questo anche grazie al sostegno di Arthob, un sodalizio che permette ai propri associati di accedere a prezzi agevolati nell’acquisto delle materie prime, grazie ad accordi commerciali con molti sponsor sparsi per la provincia. Ieri sera è iniziato anche il tesseramento: la quota associativa è di 120 euro annuali, e sicuramente lo zoccolo duro dell’associazione (composta da circa 200 associati sparsi per tutto il territorio bresciano, dalla città fino alla Bassa, alle montagne e alle zone lacustri) non tarderà a rinnovare la propria adesione. «Il modo migliore per far fronte a questo momento di difficoltà è restare uniti: il ceto medio è quello che maggiormente sta soffrendo a causa della crisi, ma stando insieme ne usciremo bene e in fretta», ha assicurato Pedrazzani. La forza di Arthob viene amplificata anche grazie all’adesione dell’associazione all’Accademia bresciana Arti e mestieri della buona tavola, che riunisce diverse associazione che operano nel settore dell’alimentazione.
«Dobbiamo lavorare con le altre associazioni e con le istituzioni per essere sempre più compatti», ha sottolineato il vicepresidente di Arthob. La ristorazione, unita al settore agroalimentare, ha tutte le carte in regola per un rilancio in grande stile già nei prossimi mesi. «Il 2013 ci offre evidenti spiragli per una rapida uscita dalla crisi: gli analisti concordano nel dire che il nostro sarà uno dei settori che si riprenderà per primo – ha dichiarato Pedrazzani -. La gente ha tirato il freno per troppo tempo, e questa frustrazione non può andare avanti ancora a lungo: c’è voglia di uscire, di socializzare. Tutto questo riesce meglio davanti ad un buon piatto della tradizione bresciana».
Manuel Venturi
Fonte: Bresciaoggi