Folto pubblico, tanti giovani, qualche piccolo momento di tensione, un confronto serrato e alcune «scintille» tra i candidati. Più che le partite diffuse sul territorio che caratterizzavano le passate elezioni amministrative, prima dell’introduzione della prova d’appello del secondo turno, a Gussago si respira un’aria nuova, tesa e concentrata, sui volti dei candidati. Questo quanto emerso nel confronto pre-elettorale organizzato dal Giornale di Brescia e coordinato da Alessandro Carini, vice caposervizio del Giornale di Brescia, andato in scena mercoledì sera nella chiesa di San Lorenzo.
I candidati ammettono di temere una scarsa affluenza alle urne, con una possibile ma non auspicata flessione, rispetto al 71% dell’ultima tornata elettorale. E il «non voto» sarebbe il primo avversario per tutti. A giudizio di Luca Aliprandi (Forza Italia, Contea di Ronco e Udc) il vero appeal per richiamare i concittadini alle urne è un programma che preveda un cambiamento radicale, caratterizzato da una visione imprenditoriale, «per la quale sono sceso in campo in prima persona». Per Giovanni Coccoli, candidato sindaco dell’uscente lista Civica di maggioranza, Gussago Insieme, l’effetto della disaffezione politica nazionale si farà probabilmente sentire, ma, dice «il nostro gruppo si presenta con un programma molto preciso, elaborato come sviluppo dell’impegno amministrativo appena concluso: per questo siamo partiti per tempo e intendiamo essere molto chiari con l’elettore». «Una delle motivazioni della sfiducia nelle nostre istituzioni – afferma Stefano Bazzana candidato per lista composta da Pd, Con Voi, Siamo Sale – è che non riconosciamo i valori fondativi della Costituzione. Valori e principi che le nostre liste hanno invece condiviso. Daremo molto spazio ai giovani, alla collaborazione verso comuni obiettivi». «Lo scenario politico a Gussago è cambiato molto rispetto alla passata tornata – analizza Stefano Quarena, candidato per Fratelli d’Italia Quarena Sindaco, Lega Nord – Lega Lombarda e Riprendiamoci Gussago -. Ora si tratta di chiamare la gente al voto per poter lavorare con delega forte dell’intera comunità alle necessità primarie: il lavoro e la sicurezza». Francesco Raucci di Sinistra a Gussago – Progetto Bene Comune dice: «Per coinvolgere la comunità a partecipare non andrebbe chiesto il voto ogni 5 anni, ma sarebbe necessario promuovere confronti costanti o referendum sui temi nodali».
Sui punti di forza e di debolezza del paese, Coccoli sostiene che la leva è l’attrazione di Gussago, «alla quale abbiamo lavorato». «Noi perseguiamo una promozione del territorio, non solo come piccolo turismo. Vogliamo creare un indotto importante. Recuperiamo risorse e finanze». Secondo Bazzana la bellezza del territorio è il pregio di Gussago – ma non più come anni fa – e, al tempo stesso, può diventare anello debole: «Possiamo comunque pensare a Gussago come polo turistico». «È necessario acquisire nuovi strumenti di gestione – dice Quarena -. Ecco perché siamo l’unica coalizione ad aver un piano di marketing, che abbiamo chiamato Gussago 2021. Bisogna maturare la capacità attrattiva, portare coloro che possono gravitare attorno alla nostra economia: turisti, ma anche imprenditori e aziende». A giudizio di Raucci, nei prossimi 5 anni bisogna dare lo stop al cemento e ai nuovi centri commerciali, valorizzando il territorio, l’associazionismo, gli anziani e i giovani, il tutto quindi con la massima partecipazione dei cittadini. Per Luca Aliprandi la cifra distintiva del gussaghese è la capacità imprenditoriale che va canalizzata e portata ad agire a livello locale; in tal senso si inserisce il progetto di rilancio del Richiedei, mentre un’altra «revisione globale» deve riguardare la sistemazione della viabilità».
Federico Bernardelli Curuz
Richiedei: ferita aperta che merita cure immediate
Il Richiedei è un importante lascito sanitario e socio-assistenziale per Gussago. A volte una risorsa, a volte un «ostacolo» che può rischiare di diventare terreno sul quale scivolare rovinosamente. Il Consiglio d’amministrazione è di nomina comunale e da questo punto si è partiti al dibattito di mercoledì sera. Bazzana dice: «Ho lavorato per trent’anni agli Spedali Civili e in un altro ente pubblico. Che fare in questo caso specifico? Occorrere introdurre servizi che già c’erano, valorizzando competenze venutesi a creare in questi anni. Nel ’99 i conti erano in ordine e in pareggio, poi sono nati i problemi». «Oggi il 61% dei ricavi arriva da riabilitazione geriatrica e dagli esami di laboratorio – afferma Quarena -; possiamo trovare, con la cabina di regia, servizi ulteriori per aumentare ricavi e diminuire il debito. Sappiamo intanto che dal primo luglio Regione Lombardia autorizzerà l’apertura di 20 posti letto per le persone fragili. La gestione sarà finanziata con 600mila euro fino a fine 2017, mentre nel 2018 l’importo sarà di un milione e duecentomila euro. Tutte boccate di ossigeno che stanno arrivando». Raucci contesta la politica occupazionale ed economica messa in campo dal Cda. «Dobbiamo reintrodurre il Richiedi nel sistema sanitario nazionale. È poi possibile coinvolgere tutti i sindaci del distretto sanitario per verificare possibilità di accordi. Bisogna poi portare all’interno servizi esternalizzati. E prevedere un presidio ospedaliero per anziani, Rsa in primis». Aliprandi crede che il nuovo «presidio Pot» sia fondamentale, come il recupero di un approccio imprenditoriale e la necessità di fare cassa. «È indispensabile che vengano valorizzate le risorse professionali e umane e che l’istituzione torni un po’ alle proprie origini, aiutando i poveri e i gussaghesi, come aveva previsto il donatore». «I problemi del Richiedei non sono strettamente collegati con il Comune – sottolinea Coccoli – e comunque è fondamentale la salvaguardia dei posti di lavoro. Infatti si sta andando in questa direzione. Del Richiedei si parla a scadenza. C’è quindi da sottolineare un uso strumentale di questo tema. Il sindaco non si è scordato un solo giorno del Richiedei. E ora come sottolineato sono in arrivo venti posti letto».
Fonte: Giornale di Brescia