Granoturco a seccare a Gussago. Una volta, forse sino alla fine degli anni ’60 del Novecento, tutta la nostra piazza Vittorio Veneto veniva utilizzata quale grande area per far asciugare/seccare il granoturco (…il termine Mais, non era ancora di moda). Foto: i contadini e gli addetti qui li vediamo su di un’aia/era.
…negli anni ’50, ’60 la nostra Piazza Vittorio Veneto a Gussago si presentava come una grande, immensa aia; granoturco steso anche da più di un contadino/agricoltore proprietario. La piccola aia o ristretto cortile di casa, entrambi in leggera pendenza per il depluvio della pioggia, erano insufficienti a stendere a dovere i molti ettolitri di granoturco raccolto. Quando si sapeva di aver il grano da polenta esposto al sole, steso sull’aia si stava attenti di non allontanarsi troppo da casa e neppure a lungo poichè poteva verificarsi vento e pioggia … tali da dover scappare in fretta e furie da altri affari o da semplice conversazione tra vicini. Cosi che proprio in detta circostanza avversa il granoturco si bagnasse o semplicemente, anche per la necessaria leggera pendenza del cortile – come detto – il prodotto se ne …scendesse a valle, verso il pozzetto di raccolta della pioggia. E’ qui, volevo dire, che nacque il notissimo / oggi in assoluto disuso / modo di dire rivolto all’improvviso fuggitivo: … èn do net, ta narà miå zo èl furmèntù dè l’erå! // erå = aia, o cortile di casa colonica. /// Come si vede bene dalla fotografia, i contadini addetti usano sì un particolare rastrello per diradare i chicchi di granoturco, ma altresì utilizzano anche un particolre attrezzo piatto e senza dentatura detto Redàbol. (Redàbol = Rasiera o Rastiatoio = Strumento con cui si rastia).
A cura di Achille Giovanni Piardi