In gara nel 470 insieme a Gabrio Zandonà: appuntamento nelle acque di Weymouth per una sfida unica.
Il prodiere di Gussago che ama la corsa fissa l’obiettivo a cinque cerchi: «Vincerà chi farà meno errori, ma la Medal Race possiamo raggiungerla».

La barca è rientrata alla base. Le acque di Weymouth sono magicamente calme. E mentre cala la sera sul mare inglese, Pietro Zucchetti, dopo una corsetta rigenerante, finalmente può rilassarsi dopo un’altra giornata di allenamento insieme a Gabrio Zandonà: la coppia italiana che correrà nel 470 può contare sul prodiere di Gussago, pronto con il collega romano a dare battaglia.
Sono stati tre mesi di duro lavoro. Sostanzialmente, sempre lo stesso ritmo: due settimane in Inghilterra a studiare il campo di regata, a provare e riprovare le manovre, e una settimana di riposo a casa. L’Olimpiade arriva una volta ogni quattro anni, non bisogna farsi trovare impreparati. E poi c’è anche l’emozione da controllare: «Ma in questo momento – confessa Pietro – non sento molta emozione. Di sicuro però la cerimonia di inaguruazione sarà un grande spettacolo, uno dei pochi eventi sportivi televisivi che ha sempre attirato la mia attenzione. Bello viverlo da protagonista».
E protagonista Pietro Zucchetti vuole esserlo anche tra le onde di un campo di regata che si annuncia difficile, tosto seppur imprevedibile: «Veniamo da tre giorni di sole e di vento leggero dopo che negli ultimi tre mesi, almeno una volta, ogni giorno ha sempre piovuto. Ma non penso che le condizioni di gara saranno quelle di questi ultimi giorni, e in ogni caso adesso io e Gabrio possiamo dire di conoscere bene l’area di regata». E questa conoscenza potrebbe portare a…«Speriamo di poter lottare fino ad entrare nella Medal race. Quello è il nostro obiettivo. A quel punto vedremo: ma partiamo senz’altro con la voglia di lottare con tutti».
Cinque giorni pieni di regate nelle eliminatorie (2-3-4, e 6-7 agosto) per mettere in pratica quanto «fatto negli ultimi mesi. Siamo partiti un pò indietro nella preparazione ma adesso abbiamo recuperato; anche quei piccoli dettagli che non ci lasciavano mai contenti adesso li abbiamo sistemati. E siamo fiduciosi».
Pietro Zucchetti e Gabrio Zandonà regatano insieme dal 2009: «Negli anni ci siamo sempre visti alle gare, poi quando la coppia che componevo con il palermitano Giuseppe Angiella si è sciolta Gabrio mi ha chiamato, ci siamo incontrati e adesso eccoci qui». Qui, a Londra, dopo un percorso cominciato a pochi chilometri da casa, da quella Gussago dove Pietro Zucchetti, che ora abita a Brescia, conserva ancora le proprie radici: «Mio padre mi iscrisse ad un corso di vela, forse anche perchè aveva piacere che io facessi qualcosa che lui avrebbe sempre voluto fare ma che non aveva mai fatto. Ho cominciato con l’Associazione Nautica Sebina di Sulzano: un gioco, piacevole, e poi dopo l’adolescenza ho capito che quel gioco faceva per me e poteva trasformarsi in qualcosa in più. Al Lago d’Iseo resto sempre profondamente legato». Gli piace la corsa, lo sci, «pratico tutti gli sport possibili, ma non mi piace guardarli in televisione. E se potessi alla cerimonia farei una foto con i triatleti e i maratoneti: sono sport di sacrificio e ammiro molto chi li pratica».
E allora via, ad inseguire il vento, a controllare fiocco e spinnaker, a credere in un sogno a cinque cerchi che capita poche, pochissime volte nella vita: «Gli avversari sono forti – chiude Pietro -; guardando i piazzamenti di Coppa del Mondo, noi ci siamo sempre piazzati tra il decimo e quindicesimo posto, e quindi siamo lì: dobbiamo mettercela tutta per stare il più vicino possibile agli altri. Cosa potrà fare la differenza? Penso che vincerà chi farà meno errori: non siamo dei missili di poppa ma se non sbaglieremo potremo stare a contatto con i migliori a giocarci le nostre carte».
Fonte: Bresciaoggi