Pietro Zucchetti, trentenne di Gussago, atleta della Guardia di Finanza, parteciperà alle Olimpiadi di Londra 2012 nella classe 470 di vela con il romano Gabrio Zandonà (Marina Militare). Nel 2010 si sono laureati campioni italiani.

Il prodiere di Gussago è tornato in Italia ma è già pronto per fare nuovamente le valigie.
Chissà se si sono incrociati all’aeroporto di Heathrow; magari per un’amichevole chiacchierata e un saluto veloce. O forse i loro aerei si sono soltanto sfiorati da qualche parte sopra Parigi o Lione: uno in direzione Milano, l’altro in procinto di calare su Londra; da una parte Giulia Conti, che ieri ha raggiunto l’Inghilterra per iniziare il lungo avvicinamento all’Olimpiade; dall’altra Pietro Zucchetti, che nelle stesse ore dall’Inghilterra se n’è andato dopo un ultimo allenamento sul campo di gara che ospiterà le regate a cinque cerchi.
Ma dalla patria dei Beatles e del pudding, il prodiere di Gussago, non starà lontano a lungo. Sabato dovrà rifare la valigia appena disfata e tornare in quel di Weymouth, la cittadina del Dorset, a 130 chilometri da Londra, nelle cui acque capricciose, a parire dal 2 agosto, difenderà i colori dell’Italia.
«Abbiamo deciso di staccare – spiega Zucchetti – per evitare un sovraccarico. Ormai il campo lo conosciamo bene. Ci siamo avvicinati in maniera molto sistematica alle gare olimpiche. Siamo venuti varie volte a Weymouth negli anni scorsi. Il mare inglese abbiamo imparato a capirlo e conoscerlo. Ci siamo anche allenati con la squadra britannica, che è una delle migliori al mondo. Abbiamo fatto di tutto per non farci cogliere impreparati». E per prendere confidenza con un mare difficile da interpretare, soprattutto per chi è abituato al sole e ai venti del Mediterraneo. «Questo è un campo tosto – conferma Zucchetti -. Il vento leggero non c’è quasi mai. La media solitamente oscilla tra i 15 e i 20 nodi, ma ci sono anche punte di 25, 30 e persino 32. Saranno gare ventose, impegnative. Non a caso tutti gli equipaggi stanno lavorando per ottimizzare i materiali. Altro che le alghe e il mare piatto di Pechino».
Vento, freddo, pioggia. umidità. L’Italia, in quei giorni di agosto, sarà molto, molto lontana.
«Siamo velisti a sangue caldo – ride Zucchetti -. Siamo abituati a temperature diverse, più piacevoli. A Weymouth ti alzi e piove. Guardi fuori dalla finestra e non è che ti venga una gran voglia di andare in barca. Magari ci sono 15 o 16 gradi, ma il vento costante acuisce il freddo. È anche per questo che abbiamo deciso di frequentare assiduamente il campo di gara. Avevamo bisogno di prendere confidenza con il mare, ma anche di digerire il clima».
Ora, però, il tempo è scaduto. Freddo o non freddo, vento o non vento, tra un paio di settimane si correrà per il sogno di una vita: una medaglia olimpica. «Se sono pronto? Confesso che avrei preferito aver un pò di tempo in più. È soltanto da due anni e mezzo che io e Gabrio Zandonà facciamo squadra. Ci troveremo di fronte avversari che regatano in coppia da otto o anche dieci anni. Abbiamo bruciato le tappe. E ora il tempo stringe. Abbiamo ottime potenzialità. Chissà, magari con la giornata giusta…».
Fonte: Bresciaoggi