Fino al 1^ novembre a Urago “Un’altra primavera”, mostra di Giulio Mottinelli

Mottinelli mostra altra primavera ottobre 2021

Abbandonatevi al sogno. Riscoprite il silenzio, squarciato dal fruscio di un gatto nascosto nel prato, dallo scricchiolio di un uovo pronto a schiudersi, dal canto del merlo o dal fragore di un tuono. Lasciatevi rapire dalla luna, abbagliare dai fulmini e bagnare dalla pioggia. Illuminatevi dei raggi tiepidi del sole, osservate il lento scorrere delle nuvole e poi riposate lo sguardo all’ombra delle fronde. Contemplazione e poesia, visioni e incanto: è la pittura di Giulio Mottinelli che torna alla Pieve di Urago Mella dopo una pausa – lunga – che ha costretto tutti all’attesa. Sovvertimento di stagioni, ma quale autunno… «Un’altra primavera» ci attende. Titolo emblematico per la raccolta di opere (una sessantina) che fino al 1° novembre sarà esposta nell’antica chiesa sconsacrata trasformata in tempio dell’arte.

La seduzione artistica alla quale Mottinelli ci ha abituati nel corso degli anni con una precisione che nulla toglie alla morbidezza compositiva, questa volta sembra cogliere (o restituirci?) qualcosa che è anche un po’ nostro. Perché lui ci racconta la natura da sempre: in estate da Garda, in Alta Valcamonica dove è nato e d’inverno da Gussago, dove vive; immagini reali che riposano nella mente prima di prendere forma mediate dalla fantasia. Molti di noi, invece, hanno imparato ad osservare la natura nelle lunghe giornate di lockdown. Chi non ha sbirciato fuori dalla finestra, alla ricerca dello scorrere della vita per mesi «congelata»? Ed ecco lì, su tela, fulmini e nuvoloni gonfi che galoppano – «temi mai fatti prima» spiega l’artista – e acquazzoni incessanti che raccontano un tempo sospeso in cui il mondo si è fermato. Ma nulla è immutabile: le nuvole, ora più candide e soffici, spinte dal vento, offrono promesse di cambiamento. «La prossima primavera sarà migliore» commenta Mottinelli mentre, a passeggio fra le sue opere parla con i visitatori, incuriosito dalle loro impressioni «perché imparo sempre qualcosa, mi piace ascoltare cosa vedono nei miei quadri». Che la si guardi a distanza o si cerchi di affondare lo sguardo arrivando a un palmo dalla tela per scorgere il dettaglio dei prati fioriti, delle gocce d’acqua, dei ciliegi in fiore, la sua pittura stupisce, corredata da titoli che aggiungono poesia come «Il guardiano delle praterie disse “non abbiate paura”» o «Una luce fiorita cantò l’alba». Anche per questo vale una visita. La mostra è aperta nei giorni feriali (lunedì e martedì esclusi) dalle ore 16 alle ore 19.30; sabato e festivi dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16 alle ore 19.30.
Paola Buizza

Fonte: Bresciaoggi

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