Le piste ciclabili a Brescia? Ci sono, ma poco sicure

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Le piste ciclabili a Brescia ci sono ma in tanti casi non possono essere definite tali, perché sono mal messe e poco sicure: è il primo risultato di un check up ancora in corso da parte di Legambiente, che, nella settimana della mobilità sostenibile, ha voluto anticipare le parti già realizzate di un dossier in fieri sullo stato generale delle piste ciclabili cittadine e provinciali.

«Sebbene negli ultimi tempi ci siano stati segnali positivi per quel che riguarda l’attenzione alla mobilità ciclabile, riteniamo che la situazione suggerisca di impiegare le risorse prima di tutto per sistemare l’esistente e solo in un secondo momento di aumentare il chilometraggio», ha osservato Carmine Trecroci, presidente del circolo di Legambiente Brescia nel presentare la prima parte del monitoraggio effettuato nei mesi scorsi.

In particolare l’associazione segnala, con tanto di fotografie, le criticità sulla ciclabile Brescia-Iseo-Paratico, nello specifico al ponte in legno lamellare sul Gandovere che a causa dell’incuria si è fortemente deteriorato; «chiuso in luglio a seguito ad una nostra segnalazione, ad oggi non sappiamo nulla in merito al suo ripristino, dato che la Provincia non dà risposte ai Comuni di Rodengo e Gussago su tempi e modi dei lavori», ha spiegato Danilo Scaramella che ha percorso questo tratto per il monitoraggio, mentre altri associati si sono divisi le altre ciclabili, mettendosi nei panni di un ciclista che non conosce la città.

Sui percorsi finora verificati Legambiente ha osservato che i tracciati sono spesso discontinui con presenza non omogenea della corsia dedicata, variano le dimensioni e la collocazione sui lati della strada costringendo ad attraversamenti pericolosi, salite e discese dai marciapiedi e la segnaletica è interrotta in corrispondenza degli incroci. Frequente è la pericolosità derivante dalla commistione con pedoni, bus e corsie di sosta per auto; la pavimentazione è deteriorata e la grafica non omogenea nell’indicazione dei percorsi ciclabili. Inoltre si notano gravi pericoli nelle intersezioni di vie laterali sui percorsi ciclabili principali con diritto di precedenza delle automobili, dove i ciclisti o non sono visti o non ricevono volutamente la precedenza; infine le indicazioni stradali mancanoo sono contraddittorie. Tutto ciò porta a una sensazione di pericolo che non incentiva, secondo Legambiente, né l’uso della bici né la cultura della mobilità sostenibile.
Irene Panighetti

Fonte: Bresciaoggi

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