La Prima Guerra mondiale, 1915-1918: le immagini dei gussaghesi caduti

Caduti Gussago 1915-1918

Un funerale simbolico, a distanza di 100 e più anni, per quei gussaghesi che caduti in guerra non lo ebbero di certo, forse neppure una tomba, nemmeno una croce.

Tre mesi fa, durante tutta la scorsa estate, per avviare la pubblicazione della storia di vita militare di alcune decine di nostri combattenti venne proposto il MANIFESTO ICONOGRAFICO dei caduti di Gussago durante la Guerra Nazionale 1915-18 e per tutto il periodo estivo ne abbiamo parlato. Ora proponiamo l’immagine individuale di ciascuno dei caduti gussaghesi nel corso della Guerra Nazionale 1915-18, con inerente motivazione del decesso: sul campo di battaglia, per ferite contratte sul campo, od in un nosocomio per cause di guerra. Purtroppo, per almeno tredici dei 91 Caduti non è stato possibile reperire l’immagine. (…come raccontato tre mesi fa, L’Albo d’Oro dei caduti ne riporta solo una parte (comunque senza fotografia), invece ne sono contemplati un numero maggiore nel manifesto iconografico gussaghese, quando ancora l’epigrafe monumentale di Gussago ne indica, addirittura, 91). 100 anni fa, dal 24 maggio, i nostri giovanotti gussaghesi ed anche coloro non più tali sono alle armi, in guerra.

Soldati italiani: al momento dell’entrata in guerra sono sotto le armi 248 mila uomini, al 1° luglio 1915, dopo nemmeno 40 giorni, già sono 1.557.000. Complessivamente vengono chiamati (1915-1918) alle armi 5.903.000 uomini, coinvolgendo le classi dal 1874 al 1899. Sono, infatti, 26 le classi alle armi: di leva, chiamati e richiamati; anche Gussago vede alla guerra tutti i suoi figli più giovani ed anche molti in età matura; qualcheduno ha già 40-45 anni, padri di famiglia, a volte numerosissima. Padri di famiglia che partono per la guerra pur essendo nati nel 1890 sino 1885, addirittura nel 1880, già almeno 35enni, e persino coloro che appartengono alle classe ancora più anziane: 1878, 1876, 1875, 1874 ed avendo seduti al loro desco ben sette, otto e persino dieci figli, il primo dei quali, magari, conta solo 10/12 anni: eppure partono! Fortunatamente in molti tornano a casa anche se non privi di molteplici problematiche di salute che si porteranno addosso per tutta la successiva esistenza, condizionandoli non poco. Non tutti, però, hanno rivisto la propria famiglia; situazioni che gradiremmo conoscere da ciascuna di queste famiglie; magari ci venissero raccontate!

Gussago si stima abbia avuto alle armi ed in guerra nell’arco degli anni di durata del Primo conflitto mondiale […compresi quei giovani già alla guerra in Albania e Macedonia nel 1911 (sino al 1919), dal 1911-’12 sino al ’13 (qualcheduno sino al 1919) in Tripolitania e Pirenaica (per la cosiddetta Guerra Turca)] complessivamente più di 1500 suoi uomini. Come detto, molti figli della nostra Gussago non fecero, addirittura, più ritorno “a baita”: ben 91! [Tra i nati a Gussago, ne annovera meno di 80 “L’Albo d’Oro dei caduti per l’Italia nella Guerra Nazionale”, in realtà sono molti di più; infatti, 86 ne menziona il Manifesto fotografico ed esplicativo preparato a Gussago, ancora negli anni ’20 del Novecento (conservato dall’ANCR – Gussago ed esposto, per g. concessione dell’ANCR, l’anno 2011 nella mostra fotografica ed antologica “Gussaghesi in Armi”, allestita in S. Lorenzo e curata dall’Associazione Famiglie Gussaghesi), mentre 91 ne annovera, invece, la lapide-epigrafe di sinistra del nostro Monumento ai Caduti, posto in Piazza Vittorio Veneto (dal nome della località dell’ultima battaglia della grande guerra)].

<<Se è difficile immaginare lo strazio delle madri che avevano i figli ventenni al fronte altrettanto lo è, e forse di più, riuscire a pensare il dramma di giovani sposi costretti a separarsi, a interrompere o spezzare definitivamente i progetti di una vita futura sognata insieme, e l’incosciente sofferenza dei bambini costretti a vivere orfani anzitempo e ad attendere, spesso invano, il ritorno di un papà del quale avevano sentito solo parlare. (…)>>.
(Gian Battista Muzzi. Bresciaoggi, 18.6.2015).

<<LA CIVILTA’ FUTURA AVRA’ LE RADICI NELLE VOSTRE TOMBE>>. Così recita il Motto tratto dal quadro – manifesto iconografico dei CADUTI DI GUSSAGO NELLA GUERRA 1915-18. Motto e garanzia col quale i nostri vecchi gussaghesi REDUCI della GRANDE GUERRA NAZIONALE assicurarono ai loro commilitoni CADUTI. MOTTOche per noi delle più giovani generazioni […molti di noi sono nipoti di due nonni o bisnonni combattenti: soldati prima di leva, poi richiamati in servizio per la guerra sino al 1918, molti sino al 1919, tra cui diversi finirono prigionieri del nemico in diverse località d’Europa morendovi, … eppure avevano prole da sfamare e crescere; compiti lasciati alle spose…] avrebbe dovuto assurgere a MONITO ed IMPEGNO. Siamo proprio stati fedeli? Ci siamo veramente comportati in detto modo, abbiamo atteso appieno all’impegno formulato, anche per noi, dai nostri avi, Reduci? Stimolati da detto monito, che avrebbe dovuto coinvolgere la volontà e la perseveranza di ben quattro generazioni di gussaghesi, proponiamo i volti dei Caduti ed evidenziamo la “motivazione” con la quale i gussaghesi Reduci della Guerra Nazionale 1915-18 pensarono di chiudere il manifesto iconografico: “I VOSTRI COMPAGNI RICORDANDOVI CON AMMIRAZIONE ED AFFETTO HANNO RACCOLTE LE VOSTRE CARE EFFIGI”. Queste effigi ora le proponiamo in una galleria fotografica.

A cura di Achille Giovanni Piardi
Fotografie di Iosemilly De Peri Piovani

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