L’8 luglio 1915, di 100 anni fa, i nostri giovanotti gussaghesi ed anche coloro non più tali sono alle armi, in guerra da 45 giorni. Soldati italiani: al momento dell’entrata in guerra, 24 maggio, sono sotto le armi 248 mila uomini, al 1° luglio 1915, dopo nemmeno 40 giorni, già sono 1.557.000. Complessivamente vengono chiamati (1915-1918) alle armi 5.903.000 uomini, coinvolgendo le classi dal 1874 al 1899. Qualcheduno ha già 40-41 anni, padri di famiglia, a volte numerosa.
Sono 26 le classi alle armi, di leva, chiamati e richiamati; anche Gussago vede alle armi tutti i suoi figli più giovani ed anche molti in età matura. Qualcheduno ha già 40-41 anni, padri di famiglia, a volte numerosa. Gussago si stima abbia avuto alle armi nell’arco di detti anni di durata del conflitto mondiale, compresi quei giovani già alla guerra dal 1911-’12 in Tripolitania e Cirenaica, per la cosiddetta Guerra Turca, circa 2.000 suoi uomini.
Un inciso personale: mio nonno, Achille, del 1880 aveva già seduti al suo desco ben sette figli, il primo dei quali, Angelo, era nato appena l’anno 1905: eppure parte! Tornerà, fortunatamente, a casa con forti congelamenti agli arti inferiori con difficoltà nella deambulazione durategli per venti anni, sino alla morte (1938). Una situazione, purtroppo, come molte altre, toccate a tanti gussaghesi combattenti.
Molti figli della nostra Gussago non fecero, addirittura, più ritorno “a baita”: 77, tra i nati a Gussago, ne annovera “L’ALBO DORO DEI CADUTI per l’ITALIA nella Guerra Nazionale”, in realtà sono molti di più; infatti, 86 ne menziona il manifesto (fotografico ed esplicativo) preparato a Gussago ancora negli anni ’20 del Novecento (conservato dall’ANCR – Gussago ed esposto, per g.c. ANCR, l’anno 2011 nella mostra fotografica ed antologica “GUSSAGHESI in ARMI”, allestita in S. Lorenzo e curata dall’Associazione Famiglie Gussaghesi), 91 ne annovera, invece, la lapide-epigrafe di sinistra del nostro Monumento ai Caduti, posto in Piazza Vittorio Veneto (dal nome della località dell’ultima battaglia della grande guerra).
<<Se è difficile immaginare lo strazio delle madri che avevano i figli ventenni al fronte altrettanto lo è, e forse di più, riuscire a pensare il dramma di giovani sposi costretti a separarsi, a interrompere o spezzare definitivamente i progetti di una vita futura sognata insieme, e l’incosciente sofferenza dei bambini costretti a vivere orfani anzitempo e ad attendere, spesso invano, il ritorno di un papà del quale avevano sentito solo parlare. Non sono conservate, purtroppo, le numerose lettere inviate dalle giovani spose ai mariti richiamati e da questi conservate nelle tasche della giubba sepolta con loro, sporche di sangue, negli innumerevoli cimiteri di guerra; (…)>>. (Gian Battista Muzzi. Bresciaoggi, 18.6.2015).
Qui, ora, pubblichiamo – in una scheda da noi, modestamente, predisposta l’anno 2006 e perfezionata nel 2009 – la corrispondenza di guerra-prigionia di un gussaghese: Nicola VENTURELLI ed in altra scheda (redatta l’anno 2003) la corrispondenza del Caporale, poi Sotto Tenente Giovanni PERONI da Gussago. Seguiranno altre schede di militari gussaghesi.
Fotografia: il quadro (dell’ANCR – Gussago) dei CADUTI GUSSAGHESI della Prima guerra mondiale.
VENTURELLI NICOLA da Gussago
Figlio di Luigi. Classe 188_. (1889?). Vedi (°°°)
3° Regg.to Alpini – Battaglione Exilles. Combattente della Prima Guerra mondiale.
Nicola scrive al suo Parroco di Gussago, Don Giorgio Bazzani. << “Mauthausen, 16 – 12 –1915. Illustrissimo Dom Prevosto. Io mi trovo qui a Mauthausen prigioniero, la mia salute è ottima come spero sia di Lei. Le invio i più cordialissimi saluti e auguri di un Buon Natale (…) e un buon princippio di anno. Sono suo parocchiano. Venturelli Nicola”.>>. (Cartolina militare, verso)
La cartolina giunge a Gussago il 7.2.16 (1916) (come attesta il timbro postale), dopo essere passata al vaglio della “Censura Corrispondenza – Prigionieri di guerra” e prima ancora all’esame dell’apposito Ufficio austriaco ed, infine, inoltrata in Italia per il tramite del “Comitato Centrale della Croce Rossa – Prigionieri di guerra”.
Testo a stampa del fronte della missiva, con annotazioni di pugno del prigioniero:
Kriegsgefangenen – Korrespondenz Karte
(Parte di sinistra)
Absender: Venturelli Nicola – Prigioniero
(Mittente)
Mauthausen (Oberösterreich)
Lagergruppe: Mauthausen
(Campo di concentrazione)
Baracke Nr.: 227
(Baracca)
Gefangenenregiment: ____________
(Reggimento – Prigioniero)
Kompagnie: 37 Alpini. (n.d.r. forse la Comp. è la n. 32)
(Compagnia)
Numero: …. Austria
(Parte di destra)
(…).Testimonianza a cura di Achille Giovanni Piardi
Nella nota, datata 4.10.1915, dell’Ufficio per Notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare – Sottosezione di Brescia, Via Tosio n. 12, si legge, tra l’altro: “ (…). Caporal Maggiore Venturelli Nicola di Luigi. 3° Regg.to Alpini – Battaglione Exiles – Compagnia 32^, (…) ”.
[Exiles, leggi EXILLES; dal nome dell’omonimo Comune del Piemonte, in alta Val di Susa, nella Provincia Torinese. Exilles è sede dell’imponente forte, appunto, di Exilles le cui costruzioni fortificate risalgono al 1155, pur avendo storicità celtica.]. ( Testimonianza di Achille Giovanni Piardi, 26 luglio 2003).
In una cartolina (del Venturelli) si legge : << “4 – 2 – 17. + Correspondance des prisonniers de guerre. (…). Reponse. (…). Carte Postale. (…). Adresse: Prigioniero di guerra Venturelli Nicola – Cap. Magg. 3° Alpini. Gruppo IIII, Bar. 25 – N. 3524. Mauthausen (Austria). (…)”. >>.
Testimonianza di Achille Giovanni Piardi. Ibidem
Un contributo chiarificatore inerente i prigionieri di guerra.
<< La Grande Guerra dei prigionieri (… come per Nicola Venturelli a Mauthausen). (…). … Da: …versione esclusiva del diario di prigionia di Silvestro Fausti di Brozzo. (…). Nato il 2 Aprile 1881 a Brozzo di Marcheno, Fausti Silvestro viene arruolato per il fronte ancora all’inizio della guerra, è fatto prigioniero dagli Austriaci sulla Bainsizza il 24 ottobre 1917; per Silvestro inizia quella che viene storicamente definita la Guerra dei prigionieri. Nessun paese è pronto ad accogliere quelli che D’Annunzio sprezzatamene chiamerà gli Imboscati d’oltralpe. Nei campi di prigionia regnano il tedio, la fame e il degrado sanitario; spesso per sostituire gli uomini chiamati al fronte, i prigionieri vengono impiegati nell’agricoltura, nelle fabbriche o nei lavori pubblici. In particolare negli Imperi centrali la situazione nel 1916 è particolarmente drammatica: il blocco marittimo colpisce a fondo e la fame dilaga nei campi di prigionia da Mauthausen a Rastatt. Di fronte ai suoi prigionieri l’Italia scrive la pagina più oscura di tutta la guerra: Lo spettro del tradimento è per il Comando supremo italiano una vera e propria ossessione. Le autorità non permettono lo scambio dei prigionieri. La Croce rossa è autorizzata a far pervenire aiuti solo agli ufficiali, mentre i soldati devono accontentarsi dei pacchi inviati dalle famiglie, spesso a loro volta ridotte al limite della sussistenza.
Sono proibite anche le raccolte di beneficenza a favore dei soldati presi prigionieri. Dopo la ritirata di Caporetto (24 ottobre 1917) queste misure vengono inasprite, con la chiara intenzione di “punire” i presunti responsabili della disfatta. Le conseguenze sono terribili: dei 600.000 prigionieri italiani almeno 100.000 non faranno più ritorno a casa e chi ritorna dovrà subire l’umiliazione di un nuovo internamento in campi di concentramento in Emilia, Toscana o Puglia e venire sottoposto a una serie di estenuanti interrogatori tesi a dimostrare che non si tratta di un disertore o che non è stato contagiato dal virus bolscevico. Silvestro Fausti, con lucida semplicità, nel suo diario ben ci descrive la sofferenza e le privazioni di quel particolare periodo storico. (…) >>. ((Per gentile concessione ad Achille G. Piardi da parte di Assoc. Valtrompia storica (Achille Giovanni Piardi, 22 dicembre 2009)).
(°°°). Nicola Francesco Venturelli, figlio di Luigi e Giuseppa Ponti, nasce il 12 maggio 1889 nella casa paterna in frazione Piedeldosso al n.5, quando il padre ha 41 anni d’età e risulta essere: “possidente”. Si sposa il 6 febbraio 1915 in Gussago con Tomasini Maddalena Carolina, di anni 21, figlia di Pietro e Gozio Maria. Noto come “Nicola dèl Taèt” (Chèi de la Santésimâ), muore a Gussago il 13.4.1982. (Ricerca dell’ anno 2006.).
[Dai lavori inediti di Achille Giovanni Piardi].
PERONI GIOVANNI da Gussago
L’ALPINO Giovanni scrive al suo Parroco (1894-1941) Don Giorgio BAZZANI:
Cartolina postale italiana in franchigia – Corrispondenza del Regio Esercito. Posta militare.
“20 Agosto 1915. (…). (…) dalle terre che prima non si potevano chiamare italiane, Le invio i miei rispettosi saluti (…) nella certezza di veder presto sventolare sulle torri di Trento e Trieste il nostro vessillo (…). Giovanni Peroni.
Cognome e Nome: Giovanni Peroni. Grado: Caporale. Reggimento e Arma: 5° REGGIMENTO ALPINI. Compagnia: 253^ Compagnia. BATTAGLIONE VALCHIESE. Tremosine per Zona di Guerra”. Testimonianza documentata dell’anno 2003 a cura di Achille Giovanni Piardi.
Cartolina postale italiana in franchigia – Corrispondenza del Regio Esercito. Posta militare, 5-10-1918. “Cognome e Nome: Giovanni Peroni. Grado: Sottotenente. Reggimento: 225° Fanteria. 1^ Compagnia, 37^ Divisione – Zona di Guerra”. Testim. Achille Giovanni Piardi
Cartolina postale italiana in franchigia – Corrispondenza del R. Esercito. Posta militare, 21.12.1918.
Il nuovo recapito militare di Giovanni: “Giovanni Peroni. S. Tenente. 6° REGGIMENTO ALPINI – BATTAGLIONE “SETTE COMUNI”. Zona di Guerra”.Ibidem
Il Parroco di Gussago, Prevosto Giorgio Bazzani, scrive al <<Sottotenente Peroni Giov. 8 nov. 1916. Nei giorni mesti che ci richiamano al cimitero, la tua parrocchia nativa celebra speciali funzioni per tutti i morti senza cimitero, per tutti i martiri del dovere che volarono a Dio lasciando le loro spoglie sotto le nevi, o in fondo ai burroni, o tra i gorghi marini, o composte da mano amica sotto le zolle lontane dal pianto materno, – e benedicendo a tutti gli eroi trapassati, manda una prece commossa e un ardente augurio a tutti gli eroi che proseguono la lotta, invocando che Dio li conservi, li conforti, li protegga e li restituisca al nostro affetto riconoscente. – Nella tua famiglia stan tutti bene. Col più fervido amplesso ti stringe al cuore il tuo Prevosto >>. Testimonianza documentata dell’anno 2003 a cura di Achille Giovanni Piardi. [Dai lavori inediti di Achille Giovanni Piardi]
A cura di Achille Giovanni Piardi