Il progetto sperimentale studiato e promosso dall’Asl di Brescia per potenziare il sistema di cure palliative oncologiche su tutto il territorio provinciale
I nuovi servizi domiciliari attivati in città e hinterland prevedono il supporto a pazienti e familiari e un gruppo di medici «H24»

Psicologi e web cam, supporto alle famiglie e contatti telematici per accompagnare giorno dopo giorno i malati oncologici terminali. Viaggia sulle nuove tecnologie il progetto sperimentale promosso dall’Asl di Brescia per potenziare il sistema di cure palliative nel triennio 2012-14 con il sostegno della Fondazione Berlucchi.
DUE GLI OBIETTIVI: da un lato attivare su tutto il territorio un «piano di intervento globale individuale» a favore dei malati terminali e delle famiglie, coordinando la rete di attori che entrano in gioco nella patologia oncologica. Dall’altro introdurre nel sistema di assitenza domiciliare servizi aggiuntivi per migliorare la continuità delle cure e permettere al malato, quando possibile, di trascorrere la fase terminale della sua vita a casa, vicino alle persone care: questa seconda linea progettuale partirà sperimentalmente nel triennio solo nei distretti Asl 1 e 2, che interessano Brescia città e l’immediato hinterland (zone di Rezzato e Gussago), una popolazione di 400 mila assistiti fra cui i malati oncologici con necessità di cure di fine vita sono circa 962 ogni anno (pari al 75 per cento dei deceduti di tumore). Il passo successivo sarà estendere il modello ai 2500 malati terminali di tumore presenti sull’intero territorio Asl.
I NUOVI SERVIZI domiciliari attivati in città e hinterland prevedono il potenziamento del supporto psicologico a pazienti e familiari, la creazione di un gruppo di medici di continuità assistenziale appositamente formati sulle cure palliative e in grado di intervenire la notte o nei week end, la predisposizione al domicilio del malato di computer e web cam per facilitare la comunicazione immediata fra operatori, paziente e familiari, in modo da costruire un legame diretto da casa. Per realizzare tutto questo la Fondazione Berlucchi ha stanziato 340 mila euro che verranno elargiti nel triennio, e sosterranno i costi necessari per apparecchiature, sistema informativo, figure professionali dedicate, formazione di medici e operatori.
«La Fondazione ha sempre coniugato il finanziamento alla ricerca oncologica con iniziative di risposta ai bisogni dei pazienti, come il diritto ad essere curati fino all’ultimo istante nel proprio ambiente di vita – sottolinea Alessandro Paterlini, presidente della Fondazione Berlucchi, affiancato da Augusto Preti e Nini Ferrari che fanno parte del Cda -. Non ci tireremo indietro per altre iniziative funzionali al progetto che si sta portando avanti». La bussola che guiderà i diversi interventi sarà la consapevolezza che i malati oncologici terminali richiedono un approccio mirato, data la breve durata della malattia, la rapida modificazione delle necessità assistenziali e il forte impatto emotivo su paziente e famiglia.
«Si tratta di promuovere un cambio di mentalità, e uno sforzo per prolungare la permanenza del malato a casa propria», osserva il direttore generale Asl di Brescia Carmelo Scarcella. La vera sfida sarà riuscire a integrare tutte le componenti coinvolte nella realizzazione delle cure palliative, in particolare colmare il distacco ancora molto netto fra la gestione ospedaliera e i servizi sul territorio (attualmente gli hospice ospedalieri sono alla Domus, a Gavardo e Orzinuovi – le tre realtà hanno attivato anche un sistema di ospedalizzazione domiciliare con i medici palliatori che vanno a casa del malato – mentre hospice di tipo socio-sanitario sono presenti a Nozza, Gussago e Pontevico).
Fonte: Bresciaoggi