
La pulizia dei sentieri e delle zone boschive gussaghesi riporta alla luce le memorie di un castello che fu; un castello, oggi scomparso, cancellato dalla storia, dissolto nel nulla come per magia e come nelle più fantasiose favole. Si sono concluse nei giorni scorsi le operazioni del Gruppo Sentieri Protezione Civile di Gussago, di ripulitura di un tratto del sentiero S1 che accarezza sinuosamente i resti della cascina Rocca. Proprio in prossimità di questa struttura, ormai poco più che un rudere, in passato – raccontano i volontari del sodalizio – sorgeva un vero e proprio castello, o quantomeno una costruzione fortificata, probabilmente una Rocca, come suggerisce il nome della cascina – costruita probabilmente nel 1729, come inciso sul portale in pietra dell’ingresso – che domina l’abitato di Piedeldosso.
Il «castello» in questione, eretto pare nel 950, sorgeva nelle vicinanze della Pieve e in una posizione strategica, per consentire all’esercito il controllo del territorio. «La Rocca – si legge in uno dei lavori di ricerca svolti in passato dalla storica maestra Teresa Angeli (che ha raccolto in un unico documento gli studi di Alessia Mometti e di Mariella Annibale Marchina) e trascritti da Achille Giovanni Piardi – comunicava con il Dosso a est dove si faceva il cambio dei cavalli che provenivano da Brescia passando dal castello di Casaglio e proseguendo lungo la Via Solda fatta dai soldati romani. Dalla Manica giungevano al Dosso. Dal Castello di Gussago si passava a quello dei Codenotti di Ronco percorrendo l’Antica Strada Romana, da Via Cava. Costruito nel 950 su un precedente statio di epoca romana durante le invasioni ungare».
Grazie a uno degli studi svolti da Mariella Annibale Marchina si scopre che il fortilizio fu rafforzato nel 1311 durante le lotte tra Guelfi e Ghibellini. La Rocca fu comunque sempre di proprietà del Comune, che si occupò del suo mantenimento. I restauri di questo edificio venivano finanziati con i ricavati delle foglie di gelso presenti in questo luogo. La costruzione fortificata esisteva ancora all’inizio del 1800, anche se in grave degrado, e fu venduta alla famiglia Chinelli di Piedeldosso, la quale iniziò proprio in quell’epoca,l’opera di smantellamento per trasformare la zona in cava di pietre. Secondo Rinetta Faroni, storica locale, non si tratterebbe di un castello «convenzionale» con torri e fossati ma di una rocca per il controllo delle strade. Oggi nulla è rimasto dell’antica struttura, (forse solo qualche pietra, che potrebbe essere stata utilizzata per la costruzione della cascina Rocca).
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia