Qualità dell’aria, Regione in campo ma a dare lo stop saranno i sindaci

Veicoli inquinanti

Una soluzione che se soddisfa i doveri della Regione sul fronte della qualità dell’aria, carica i sindaci di oneri e responsabilità a fronte del superi dei limiti delle polveri sottili. Questo il risultato del protocollo sottoscritto da Regione, Anci, Città metropolitana, capoluoghi di provincia, Comuni e Arpa Lombardia. Un «Protocollo di collaborazione per l’attuazione di misure temporanee per il miglioramento della qualità dell’aria ed il contrasto all’inquinamento locale» che crea un quadro di misure la cui applicazione è demandata ai sindaci. La Regione ha creato la «cornice condivisa», ma l’ordinanza cogente che blocca i veicoli inquinati e introduce le misure di divieto spetta così ai sindaci. Così la sua sperimentazione scade il 15 aprile 2017 e si rivolge ai Comuni degli agglomerati di Milano, Bergamo e Brescia e alla zona «A-pianura da elevata urbanizzazione» e alla zona «B – pianura» a cui sono in carico le ordinanze che misure su due livelli.

Al superamento per 7 giorni del valore di 50 microg/mc di PM10 scatta il divieto di utilizzo anche nel weekend dei mezzi diesel Euro 2 (anche per i festivi), divieto di circolazione che si estende agli Euro 3 diesel (autovetture dalle 9 alle 17 e commerciali dalle 8:30 alle 9:30) con le deroghe già previste dalle limitazioni strutturali invernali. Subentra anche il divieto di uso di generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con prestazioni energetiche che non rispettano i valori previsti almeno per la classe 3 stelle e il divieto assoluto per falò, barbecue e fuochi d’artificio e di combustioni all’aperto di fogliame e limite a 19°C per le temperature medie nelle abitazioni. Al superamento dei 7 giorni del valore di 70 microg/mc di PM10 parte il divieto di uso delle auto Euro 3 diesel dalle 7:30-19:30 e per i veicoli commerciali nella fascia oraria 7:30 – 9:30 e 18 – 19:30. Scatta quindi il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa che non sono in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle.

«La situazione è figlia del rifiuto di Renzi di trasferire un miliardo di euro in cinque anni alla Lombardia per far fronte agli incentivi e ai danni da mancata utilizzazione dei veicoli» spiega il Consigliere regionale Fabio Rolfi. E, non a caso, dai sindaci non allineati con le città metropolitane (del Pd) nascono dei distinguo. «Non applicheremo un’ordinanza che penalizza i cittadini senza avere degli indennizzi» ha detto Giorgio Guarneri, sindaco di Castel Mella. «Flero non aderirà a una misura inutilmente punitiva. Non faremo l’ordinanza» sottolinea al suo pari il sindaco Pietro Alberti, un anno fa preceduto in questa linea dal predecessore (di centrosinistra), Nadia Pedersoli. «Fondra convochi i sindaci dell’hinterland e vedremo di trovare una linea comune. Al momento non sono propenso ad adottare misure che non sembrano di immediata utilità» articola Ernesto Abbiati, sindaco di S. Zeno. Va detto peraltro che i 16 Comuni con le maggiori concentrazioni di PM10 sono collocati da Castegnato sino a Castenedolo. I valori più elevati sono giusto a San Zeno e Flero (33,2), Torbole (33,4), Roncadelle (34,1) e Castel Mella (35,1).
Roberto Manieri

Comune Sup. limite giornaliero PM10 Media giornaliera PM10 territorio
GUSSAGO 25 26,7

Fonte: Giornale di Brescia

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