Quando a Gussago il vino costava lire 68 al chilo…

Bar ristorante Piciala

Quando a Gussago il vino costava lire 68 al chilo e agli operai comunali venivano corrisposte lire 150 orarie per lavoro straordinario e durante le esercitazioni dei soldati veniva concesso loro qualche piccolo genere di conforto, così anche al personale militare in servizio alle Sezioni elettorali del paese!

Correva il tempo degli anni 1954/1955/1956/1957/1958.
“Si autorizza il segretario comunale a corrispondere ai sottoelencati dipendenti comunali le somme a fianco i ciascuno indicate a titolo di compenso per il lavoro straordinario svolto in occasione dei lavori in economia per il consolidamento del muraglione di sostegno del Cimitero della frazione Sale, mediante prelevamento dal fondo depositato sul libretto ‘S.C.’ : 1°) ___ ___ ore 129 a £. 150 = £. 19.350,0; 2° ___ ___ ore 131 a £. 150 = £. 19.650,0; 3° ___ ___ ore 17 a £. 150 = £. 2.550,0. Totale £. 41.550,0. Gussago lì, 13.7.1954. (…) (…)”. Infatti uno dei lavoranti a nome di tutti, stante i lavori ancora in corso, chiede in data 7 aprile 1954 il “rimborso della somma di £. 800 (ottocento) per altrettante spese per acquisto Vino in occasione del lavoro straordinario effettuato nel cimitero di Sale. (…)”.

Dalla comunicazione del 3 novembre 1954 indirizzata al Sindaco di Gussago, corredata di nota individuale con in essa indicate le ore giornaliere del periodo interessato, si legge: “I sottoscritti operai salariati del Comune, per lavori di sistemazione cimitero di Sale, tetto edificio scolastico del centro e sistemazione di Via del Pesce (Fognatura, ecc.) hanno compiuto di lavoro straordinario le ore a fianco di ciascuno segnate 1. (…) ore 148, 2. (…) ore 144, 3. (…), ore 23”. Il compenso orario è fermo a 150 lire e nella stessa data i tre lavoranti riscuotono, con propria firma di quietanza, rispettivamente £. 22.200, £. 21.600 e £. 3.450. La suddetta nota, questa volta, reca anche il visto del sorvegliante.

Il 13.4.1957 la paga oraria per lavoro straordinario passa a £. 200. Il Signor (…) riscuote £. 13.000 per n.° 65 ore di lavoro straordinario effettuato dal dicembre 1955 al giugno 1956.

Vino in damigiana a £. 68 al Kg. l’anno 1955 e pure nel 1956? Quando agli avventori d’osteria veniva somministrato al prezzo di £. 200 al litro, anche durante le elezioni/votazioni del maggio 1958! Erano trascorsi certamente diversi mesi però era triplicato di prezzo con riferimento al valore in damigiana. La ditta “VINI Domenico Cerlini e figlio” con fattura n.° 875 del 12.10.1955 fornisce al “Spettabile Comune di GUSSAGO (per le FORZE ARMATE)” kg 115 di vino al prezzo di lire 68 per l’importo di £. 7.820 + £. 10 di marca da bollo; la fornitura di vino viene reiterata anche il 10.2.1956 come recita la fattura n.° 942 per 108 kg sempre al prezzo di lire 68 per l’importo di £. 7.344 + £. 10 per l’applicazione della dovuta marca da bollo. Sulla seconda fattura per mano dell’impiegato comunale addetto, a matita, ma con splendida grafia: ”Vino offerto al Battaglione del C.A.R. di Brescia in gita d’addestramento a Gussago”. Del costo del vino al litro – servito dall’osteria di O. C. – per lire 200, veniamo a conoscerlo dalla lettura di una ricevuta/richiesta rilasciata al Comune, poi sottoscritta per quietanza, dall’oste in argomento il 27.5.1958 che recita: “Per la fornitura di litri 2 di vino ai componenti il servizio d’ordine della 8^ Sezione elettorale £. 400”.

“Gussago lì, 27.5.1958. Il sottoscritto (…) (…) qualifica (…) domanda la liquidazione della somma di £. 13.200 per altrettante dallo stesso anticipate per l’acquisto di n.° 66 pacchetti di sigarette nazionali tipo esportazione per la distribuzione a titolo di regalo ai soldati di servizio ai vari seggi elettorali del Comune di Gussago come da ordine del Sig. Sindaco. In fede (…) (…). Per ricevuta a saldo di £. 13.200. (…) (…)”.
• Anche Suor Luigia (…), durante le votazioni in paese, chiede per “…vino e caffè dato alle Guardie, £. 600. Suor Luigia (…). 25.5.1958”. Probabilmente per gli addetti alla Sezione elettorale allestita presso il palazzo Giovanni Nava, sede dell’Asilo omonimo; infatti Suor Luigia era in quegli anni direttrice dell’Asilo Nava. Gli anziani, come l’estensore di queste parole, ricorderanno – anche quali alunni dell’antico Asilo – l’indimenticabile figura della religiosa appartenente alla Congregazione delle Ancelle della Carità fondata da Santa Maria Crocifissa di Rosa.

Il “bar ristorante PICIALA dei fratelli GOSIO”, così recita l’insegna unita al pittogramma “al cacatòa”, ora gestito da Frassine Martina, il 7 dicembre 1958 serve “vino bianco litri 12 a £ 2.160”, (£. 180/litro), mentre il 12 agosto dello stesso anno servì “Campari 5 a £. 350” e “Caffè 3 a £. 120” per un totale, recita la nota ufficiale, di £. 470. Il giorno 4 novembre 1958 avendo un avventore acquistato, in precedenza, dalla stessa banconiera 6 litri di vino bianco a £. 250/litro, ma non avendo reso i vuoti, che all’epoca non erano a perdere, l’oste menzionata addebita £. 70 per ciascun vetro mancante; si legge infatti nella nota giustificativa: “Bianco litri 6×250 = £. 1.500. Vuoti 3×70 = £. 210. Totale £. 1.710”. L’ammanco dei vetri fu, probabilmente, totale: 3 bottiglioni da due litri cadauno!
“Chi rompe di frusto paga di nuovo e i cocci sono suoi”.

Un’ultima curiosità: sappiamo quanto potevano costare al minuto ciliegie, duroni e visciole nel 1955, precisamente il 16.6.1955? Questa la risposta desunta da una nota di rimborso rivolta al Sindaco da S.L.: “Visciole kg 11,500 = £. 680; Duroni kg 8 = £. 320; Ciliegie kg 11 = £. 300. Totale £. 1.300 per altrettante anticipate”. I duroni valevano 40 lire al chilogrammo, mentre le visciole poco più di 59 lire quando le ciliegie soltanto £.27,27 al kg. Immaginiamoci quanto poco percepivano i contadini produttori. Eppure il ricavato dalla vendita di ciliegie era grandemente atteso essendo i primi denari contanti dell’annata agraria, indispensabili a far fronte alle immediate, quotidiane spese della famiglia.
(Si tratta di documentazione casualmente rinvenuta tra più folto materiale cartaceo dato al macero).

A cura di Achille Giovanni Piardi

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