Una vera e propria banda di giovani e giovanissimi delinquenti che almeno per due anni, dal maggio del 2019 all’inizio del 2021, ha terrorizzato coetanei con furti rapine e aggressioni tra Brescia e provincia. A renderli pericolosi il fatto che si muovessero sempre in gruppo. «Se vogliamo ti rubiamo tutto quello che hai addosso, tanto non ci troveranno mai. Ti conviene non fare il furbo e non denunciarci», avevano detto tre dei componenti ad un ragazzo derubato poco prima da uno dei vertici della banda. Gang 88 il nome del gruppo, che nelle scorse ore è stata disarticolato dai carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia al termine di una indagine partita dalla denuncia di una donna che ai militari della stazione di Gussago aveva raccontato di avere subito il furto di alcuni monili d’oro (9 mila euro circa il valore) avvenuto nella sua abitazione nel maggio del 2019. I figli della donna avevano cercato di farsi «giustizia» da soli aggredendo il presunto responsabile, un componente sedicenne della banda che poche settimane dopo insieme agli altri «soci» aveva dato vita ad una vera e propria caccia all’uomo per le vie del centro di Brescia per dare una lezione ai due fratelli che l’avevano affrontato.
Diciannove le persone raggiunte da una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Elena Stefana ed eseguita nel corso di una operazione che ieri ha visto impegnati 135 carabinieri e contato 23 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettante persone indagate a piede libero. Tutti sono residenti tra il capoluogo e l’hinterland, la Bassa, la Valtrompia e la Valsabbia. Quindici sono maggiorenni (una è una ragazza, la fidanzata di un altro degli «adepti), quattro i minorenni accusati a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona e il patrimonio, in particolare lesioni, furti e rapine, nonché dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e di porto di oggetti atti ad offendere. Otto sono in carcere (tra questi ci sono i quattro minori), otto sono ai domiciliari (tra loro anche l’unica ragazza e due adulti accusati di avere rifornito di importanti quantità di stupefacenti, soprattutto hashish, il gruppo di giovani) e per tre il gip ha disposto l’obbligo di dimora con il divieto di uscire di casa nelle ore notturne.
Al vertice della banda, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato un 21enne del Burkina Faso già in carcere con l’accusa di tentato omicidio per avere aggredito lo scorso novembre a Prevalle un coetaneo che aveva avuto la sola colpa di avere indicato chi tre giorni prima aveva messo a segno una rapina all’interno di una discoteca della Franciacorta. Studenti, soprattutto, le vittime delle rapine che il capobanda organizzava e che metteva a segno con altri membri del gruppo anche in alcuni supermercati. Catenine, braccialetti, orologi e denaro il bottino delle loro razzie portate a termine utilizzando anche tirapugni e coltelli che servivano per minacciare le vittime. «Non ti conviene metterti contro di noi, ti tiro una testata – aveva urlato ad uno studente rapinato, nel febbraio del 2020, della collanina d’oro mentre stava salendo sull’autobus alla fine della lezione. A coordinare le azioni c’era anche un 19enne, residente a Gardone Valtrompia che aveva il compito di organizzare le azioni violente contro piccoli spacciatori a cui sottrarre denaro o stupefacente. Un 21enne, pure lui di Gardone, era invece colui che organizzava le spedizioni punitive, condite da minacce e aggressioni, nei confronti di chi era in ritardo con i pagamenti della droga. «Si reputa indispensabile la custodia inframuraria – scrive il gip nelle oltre 150 pagine di ordinanza parlando dei quattro maggiorenni detenuti in carcere – Si segnalano la loro spiccata predisposizione a delinquere, a dedicarsi sia al traffico di stupefacenti, sia all’organizzazione di rapine, la cieca determinazione e l’impiego di metodi brutali, anche gratuitamente, per perseguire i loro obiettivi, soprattutto per perseguire i loro obiettivi, soprattutto per recuperare i crediti maturati nella gestione dello spaccio. Misure meno gravose non sono bastevoli perché potrebbero approfittare degli spazi di libertà e di incontro per ricadere nel reato».
Paolo Cittadini
Chi sono quelli finiti in cella
In cella sono finiti i tre capi dell’organizzazione criminale disarticolata Sono quattro i componenti della banda disarticolata nelle scorse ore dai carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In cella sono finiti i tre vertici della Gang 88: Assane Bara, nato in Burkina Faso nel 2000 e già detenuto per tentato omicidio e ritenuto l’organizzatore di rapine e aggressioni, Hamidou Niaone, diciannovenne di Gardone Valtrompia e considerato la mente dei colpi messi a segno di piccoli spacciatori a cui venivano sottratti soldi e stupefacente e Bilel Salah 21enne di Gardone Valtrompia, il responsabile del recupero crediti nei confronti di chi non pagava lo stupefacente. Le porte del carcere si sono aperte anche per il marocchino 24enne Achraf Alaoui Ismail, uno dei gregari del gruppo.
Fonte: Bresciaoggi