Sessanta tombe sono state profanate con furti di statuette e vasi o devastate probabilmente a colpi di mazza. Messa sottosopra anche la cappella dei sacerdoti. L’incursione, avvenuta l’altra notte, si colloca in un punto mediano tra il furto di materiali da riciclare – rame e bronzo – e l’offesa alle sepolture. In caso di puro furto non si sarebbe infatti arrivati alla devastazione delle lastre, in punti che non risultavano utili all’asportazione degli elementi metallici. Il furto si mischia quindi a colpi di mazza che purtroppo sembrano ricchi di disprezzo.
L’incursione ha scatenato rabbia, sdegno e preoccupazione nella comunità: «Non ci sono parole per commentare questi atti vandalici», ha osservato una signora giunta al cimitero per controllare la tomba del padre. «Si tratta di un episodio spregevole – ha aggiunto il sindaco della cittadina Giovanni Coccoli -: sono stati rubati vasi e statue in rame e ottone dalle tombe. Una parte di questi oggetti è stata ritrovata ed è nelle mani dei carabinieri che stanno svolgendo le indagini».
Il cimitero di Gussago è ben illuminato e ben visibile dalla Provinciale 19. Un gruppetto di malviventi è entrato, probabilmente, dal cancello posteriore, in un punto poco visibile. I colpi inferti al marmo delle sepolture lasciano pensare che sia stata utilizzata una mazza lunga, da cantiere edile. L’allarme è stato dato ieri mattina dal custode. «In passato ci sono stati altri episodi, ma di minore entità: parliamo di vasi rubati o fiori gettati a terra. Una cosa del genere non l’avevo mai vista. Non c’è più rispetto per i morti». Alcune statue sono state abbandonate nel campo forse per essere recuperate più tardi. Sull’episodio indagano i carabinieri di Gussago. Non si esclude nessuna pista. Compresa quella del mutare di strategia da parte di gruppi di vandali che, in questi mesi, in coincidenza con il week end, hanno appiccato fuoco a una carrozzeria, a una telecamera del Comune, a un appartamento di Cellatica e al telone che proteggeva i mezzi della Protezione civile.
Fonte: Giornale di Brescia
Fotografie di Iosemilly De Peri Piovani