Reclutamento miliziani, pena ridotta in appello per Romana Mengaziol

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Romana Mengaziol, la piemontese di 66 anni residente a Gussago (Brescia), a processo con l’accusa di avere reclutato dei combattenti per affiancare le milizie filo-russe operanti in Ucraina, è stata condannata in Appello a quattro anni, con la riduzione della pena di uno, rispetto al primo grado. Il giudice ha accolto la richiesta della pm Erica Battaglia riguardante le accuse di reclutamento, escluse invece le finalità di terrorismo.

La Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna in primo grado, la difesa l’assoluzione o la riqualificazione del reato in cospirazione politica mediante accordo. La donna ha sempre respinto le accuse. Per la Procura di Brescia, Mengaziol, nel febbraio del 2015, arruolò ed inviò a combattere nel Donbass, a fianco dell’esercito russo e contro l’Ucraina, tre uomini italiani.

Secondo il racconto di uno dei presunti mercenari, contattato via web e spedito ad incontrare un contatto che la 66enne avrebbe avuto in loco, la missione fu un fallimento: il “gancio” non si presentò e i tre, ai quali si sarebbero dovute aggiungere altre quattro persone, furono costretti a ritornare, ma rimasero bloccati alla frontiera in quanto i visti erano scaduti e il testimone riferì che sua moglie fu costretta a vendere un anello per permettergli di avere il denaro sufficiente per fare rientro in Italia.

Il nome di Mengaziol emerse in una maxi inchiesta su reclutatori e mercenari in Donbass coordinata dalla Dda di Genova nel 2018: le procure di Genova e di Bologna si sono già espresse archiviando il caso. La donna si è sempre difesa affermando di avere solamente valutato dei curricula e, attraverso amici che volevano combattere in Ucraina, se ci fossero delle possibilità di lavoro legale in quella zona.

Fonte: quibrescia.it

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