Un incontro per rispondere a tutte le domande sul rischio amianto, sulle azioni di prelievo e bonifica e relativi costi: per fugare tutti i dubbi, e tutte le paure, a Gussago è arrivato un pool di esperti, l’appuntamento nei giorni scorsi in sala civica. «L’amianto – ha spiegato Stefano Orsi, responsabile tecnico amianto e formatore qualificato Anfos – è stato utilizzato moltissimo dagli anni ’60 al 1980, nelle fabbriche così come in molte parti delle nostre abitazioni, in quanto molto duttile e a bassissimo costo. Nel 1992 è stato poi vietato per legge». «L’amianto è pericoloso soprattutto quando è friabile – ha proseguito Orsi -. La dispersione e l’inalazione delle sue fibre può portare seri problemi alla salute. È estremamente importante fare un censimento della sua presenza sul territorio. E nessuno può esimersi. Entro il 16 gennaio 2016 dovrà essere rimosso tutto l’amianto presente sul territorio, anche se molto probabilmente tale data subirà una proroga».
Durante l’incontro è stato spiegato che la rimozione e la bonifica devono essere eseguite da ditte specializzate e da personale qualificato, «perché i lavoratori non siano esposti al rischio e per non incorrere in sanzioni pesanti». Sul fronte dei costi da affrontare, incentivi sono stati predisposti dallo Stato per la rimozione del materiale pericoloso: «Bonificare l’amianto conviene – ha spiegato l’ingegnere Alberto Bonfadelli -. Tale operazione può portare vantaggi all’ambiente e, nello stesso tempo, benefit fiscali o contributi a fondo perduto a privati, aziende e lavoratori». Spazio anche alla spiegazione scientifica sulla pericolosità del materiale (a cura del chimico Simone Caimmi) e una proposta per un bando comunale che vada a calmierare i costi per le eventuali bonifiche da parte dei privati sul territorio (con precedenza a chi è in grossa difficoltà economica). Previsti, per il 2015, ecobonus fiscali per la rimozione del materiale (65%) o la ristrutturazione di edifici con parti in amianto (50%), aiuti attraverso l’Inail ad aziende e benefici previdenziali per i lavoratori.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia