Nell’atteso restauro di Casa Caprioli l’attenzione alla storia

Palazzo Caprioli

La Franciacorta, negli ultimi tre decenni, è stata al centro di più vasti e diffusi, parcellizzati negli interventi, ma al tempo stesso convergenti nei risultati, progetti di recupero di beni architettonici, in ambito bresciano e regionale, che ne ha ristabilito l’immagine tradizionale, attraverso restauri accurati di edifici. E ciò in piena linea con quanto quarant’anni fa, anno d’uscita del primo volume de «Le dimore bresciane», Fausto Lechi auspicava, di fronte alla decadenza diffusa di palazzi o vecchi edifici che meritassero considerazione storica e architettonica.

Erano i primi anni Settanta, la terra non aveva né l’appeal di oggi e nemmeno quello dei secoli passati. Gli anni Sessanta avevano portato a massicci inurbamenti con la perdita di ruolo, di valore e di interesse della campagna e di quegli edifici che erano cresciuti, proporzionalmente alle dimensioni delle tenute. Tutto s’era giocato sulla città. Sicché in quei sette volumi preziosi – l’ottavo è assegnato agli indici – Lechi non solo censiva analiticamente i valori artistici di palazzi e dimore in buona parte cadenti o sul filo del collasso o ampiamente consumate dal tempo, ma auspicava interventi d’urgenza, affinché un patrimonio storico di grande rilievo non andasse disperso. Tra i simboli della rinascita c’è il recupero di quella che Lechi considerava con certezza una delle case più antiche della provincia, casa Caprioli a Sale di Gussago. «È di grande interesse, ma in pessime condizioni – scriveva Lechi -. E’ certamente una delle più antiche case conservate in provincia e meriterebbe un restauro, anche sommario».

Alla fine, in questi anni, il desiderio di Lechi è stato pienamente esaudito, come mostrano le immagini del palazzetto, nei primi anni Settanta e oggi, a chiudere idealmente un percorso, mosso dal vuoto di quegli anni poco ricettivi, fino al recupero di una piena integrità, che nemmeno il conte Lechi, pur mosso da tante speranze, avrebbe mai immaginato si realizzasse in modo così convincente.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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