Un restauro ridona la “Speranza” alla comunità

Statua Speranza
La “Speranza” – fotografia di Angelo Cartella

Il restauro della chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta, oltre ad aver restituito alla comunità un tempio impeccabile, ha offerto alcune curiosità di cantiere che assumono anche una valenza simbolica da non sottovalutare. Pochissimi gussaghesi sono al corrente che una delle tre splendide statue è stata oggetto di un restauro semantico oltre che materiale. Il terzo splendido manufatto, collocato, per chi osserva la facciata, alla destra dello spiovente del timpano era la Speranza, mentre per lungo tempo si era ritenuto che l’intero apparato decorativo statuario presentasse l’elegante e possente raffigurazione della Fede al centro – coronata da raggi di ferro, con gli attributi della grande croce e del calice -,accanto alla Carità, alla sua destra, che allatta un bambino e pone amorevolmente la mano sulla testa di un figlioletto più grande; e che la Carità fosse replicata, pur senza attributi, nell’altra statua. Ciò riportavano le guide e alcuni studi sulla chiesa, nonostante lo storico Achille Piardi avesse già indicato le tre figure come le Virtù teologali; e che pertanto, pur in mancanza di attributi evidenti, la scultura-muta dovesse essere la Speranza. E così era. Durante i lavori i tecnici avevano notato che, ai piedi del terzo elegante manufatto, esisteva una scanalatura d’alloggiamento, originariamente creata per bloccare i bracci dell’ancora. Che fine fece l’ancora originaria? Perché e quando fu distrutta? Si ritiene che sia stato un fulmine, chissà quanto tempo fa, che si abbatté sul ferro, togliendo a Gussago la Speranza. Così la nuova opera metallica è stata eseguita dal maestro Bonometti.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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