Ricercate le due “menti” della maxi frode fiscale

Guardia Finanza

Tre giorni fa gli arresti, ieri i primi interrogatori. Ma anche la ricerca, in atto da quando si è proceduto all’esecuzione delle misure cautelari, di chi è irreperibile. Il blitz è scattato mercoledì scorso quando carabinieri e Guardia di finanza sono entrati in azione nell’ambito di un’operazione volta a reprimere una maxi frode nel settore del commercio dei metalli. Un’indagine che ha preso il via da un’ipotesi di riciclaggio a carico di un gruppo criminale composto da persone con diversi precedenti. Tra questi, in particolare, la gestione non autorizzata dai rifiuti. In questa fase le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia.

Nel corso degli accertamenti sono però emersi elementi grazie ai quali è stato possibile ipotizzare, alla luce degli sviluppi delle indagini, illeciti penali nel settore dei tributi. In particolare, secondo la ricostruzione accusatoria è emersa una frode di livello internazionale nel settore dei metalli ferrosi. Il tipo di frode in realtà non rappresenta una novità per la provincia di Brescia: al centro ancora una volta vi sono le “cartiere” società che producono solo fatture per operazioni inesistenti e il commercio dei metalli ferrosi. Ma l’entità della frode scoperta, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe davvero consistente con fatture false per 500 milioni di euro. Questi aspetti sono stati approfonditi, a partire dal 2019, dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Gardone Valtrompia.

Tre giorni fa quindi sono state eseguite le misure cautelari sulla base dell’ordinanza firmata dal gip. In alcuni casi però i destinatari sono risultati irreperibili. È il caso di due delle persone che risulterebbero maggiormente coinvolte: marito e moglie, Giuliano Rossini e Silvia Fornari, residenti a Gussago e domiciliati a Brione. Sono accusati d’aver “promosso, diretto ed organizzato un’organizzazione per delinquere operante nella provincia di Brescia, finalizzata alla commissione di molteplici reati di tipo tributario, mediante continuative emissioni di fatture per operazioni inesistenti da parte di società di comodo a copertura di acquisti in nero di materiale ferroso e non ferroso e restituzione in denaro contante di quanto corrisposto dai destinatari delle fatture al fine di evasione fiscale e di riciclaggio e auto-riciclaggio dei profitti con seguiti con la frode verso l’erario”. Ieri, infine, i primi interrogatori; due delle persone coinvolte per adesso si sono avvalse della facoltà di non rispondere.
Mario Pari

Fonte: Bresciaoggi

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