Belleri, commissario del Civile: «Con il trasferimento risparmiamo circa 3,2 milioni di euro all’anno»
«Non possiamo più mantenere la Geriatria e la Cardiologia riabilitativa al Richiedei di Gussago. Entro fine anno saranno pronti due nuovi piani di degenza a Montichiari. Non è escluso, dunque, un trasloco delle due realtà da Gussago a Montichiari. E, comunque, il trasloco ci sarà in spazi di nostra proprietà». Ezio Belleri, commissario straordinario dell’azienda ospedaliera Spedali Civili, fa i conti con una realtà sempre più articolata a fronte di una restrizione di risorse che costringe a scelte oculate per mantenere i servizi.
Geriatria e Cardiologia a Gussago costano al Civile 3,3 milioni di euro l’anno, comprensivi di affitti, di personale, di prestazioni specialistiche e di servizi (il ricavo per la Fondazione, stornato dalle spese fisse, è di circa 2 milioni 870mila euro). Una cifra alla quale si devono aggiungere i costi per altre importanti realtà del Civile che sono operative a Gussago: il Centro disturbi comportamento alimentare ed alcuni servizi della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (contratto in scadenza ne 2018) e la dialisi extracorporea (il contratto scadrà nel 2020). Insieme, comportano un esborso di circa un milione di euro l’anno, anche questi comprensivi di affitti, servizi generali e prestazioni specialistiche. «Il contratto per la sede della riabilitazione cardiologica scadrà in maggio 2014, per la geriatria nella primavera del 2015 – continua Belleri -. Dunque, è solo una questione di tempi. Certo, ogni spostamento sarà concordato con la Regione e con l’Asl, anche perché il personale di entrambe le realtà, circa 50 persone, è dipendente dalla Fondazione Richiedei. Si tratterà, dunque, di individuare gli strumenti tecnici necessari per continuare ad avvalerci dello stesso personale anche in sedi diverse».
Il percorso è in salita, ma sull’obiettivo finale del trasloco il commissario Belleri è certo: «È solo una questione di tempi. Del resto, anche sotto il profilo etico oltre che, ovviamente, finanziario, non avrebbe senso continuare a pagare contratti di locazione quando avremo a disposizione spazi sufficienti all’interno dei nostri presidi». La questione dei tempi non è legata solo a vincoli contrattuali, ma anche al futuro dell’organizzazione ospedaliera della nostra regione. Il neoassessore Mario Mantovani sta lavorando ad una revisione della rete sanitaria. Che non esclude, a livello regionale, accorpamenti e razionalizzazione di aziende ospedaliere. Un’ipotesi – che non ha trovato conferma nè smentita nella sede milanese dell’assessorato – è di trasferire il riferimento amministrativo del presidio di Montichiari dall’Azienda ospedaliera Spedali Civili a quella di Desenzano. Se questo dovesse accadere, il trasferimento della Geriatria e della Cardiologia riabilitativa e sanitarie potrebbe slittare al 2016, quando saranno terminati tutti i lavori di ristrutturazione e riqualificazione dell’Ospedale Civile. «Nell’ottica del risparmio, finalizzato al mantenimento dei servizi sanitari e assistenziali dei nostri ospedali – conclude Belleri – a Gardone Val Trompia stiamo lavorando per raggiungere un accordo con la Rsa Beretta. Obiettivo: condividere l’impianto di riscaldamento con quello del nostro presidio ospedaliero. Sul piano fiscale questo comporterà vantaggi per entrambe le realtà nell’ordine del 30% sul costo delle bollette. Che, per noi, significa 300mila euro in meno l’anno».
Anna Della Moretta
«Entro fine mese costretti a dichiarare fallimento»
Grido d’allarme del presidente della Fondazione Richiedei sul futuro della storica realtà.
«Sentiamo un forte senso di impotenza per il futuro della Richiedei. Dopo l’incontro in Prefettura del 2 maggio scorso, presenti i vertici delle aziende ospedaliere interessate, l’Asl e la Regione, non si è mosso nulla. Come facciamo a sopravvivere? Se non avremo risposte su come trovare le risorse necessarie, sarò costretto a depositare i libri in tribunale e dichiarare fallita la Fondazione Richiedei di Gussago». Parole dure, quelle pronunciate da Fausto Gardoni, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione. Dure, ma non senza speranza, malgrado i 22 milioni di indebitamento, tra banche e fornitori.
Il piano per il risanamento economico è contenuto in un documento che Gardoni ha consegnato alle persone che hanno partecipato al vertice in Prefettura. Documento nel quale è scritto che «il sistema bancario non è più disponibile per una nuova finanza ed abbiamo enormi problemi di liquidità. Dopo giugno 2013, senza un nuovo finanziamento, andremo in default e saremo costretti a cessare l’attività o ad adire a procedure fallimentari o concordatarie. Complessivamente resterebbero senza posto di lavoro 430 persone (dirette, indirette, liberi professionisti e cooperative) e cesserebbe l’erogazione di ottimi servizi sanitari e socio-sanitari alla popolazione dei distretti sanitari di Gussago e Palazzolo, per un totale di oltre 152mila abitanti».
È allarme. Malgrado il «sacrificio» del personale dipendente che lo scorso gennaio, attraverso i propri rappresentanti sindacali, aveva sottoscritto un accordo che prevede una riduzione non lineare sul premio di produttività che va dal 50% del comparto al 63% dei dirigenti. Un accordo che consente alla Fondazione un risparmio annuale di circa 500mila euro. Nel «piano industriale» 2012-2015 steso dalla Fondazione si prevede di «portare il totale dei posti letto da 280 a 330, soprattutto con posti a solvenza e di acquisire il punto di pareggio alla fine del 2014. Uno sforzo che può realizzarsi solo con ulteriori efficienze su margini, spese e costi ma, in particolare, sull’aumento delle attività e sull’ottenimento da parte della Regione del riconoscimento dovuto alle tariffe specialistiche per l’Alcologia di Palazzolo ed un adeguamento del budget della riabilitazione di Gussago». L’elenco delle cause delle perdite della Fondazione Richiedei è lungo. Come è lungo quello di richieste all’Asl e alla Regione. «Richieste che sono in corso da anni, dal 2010, e che sono indispensabili per acquisire un equilibrio economico e consentire la sopravvivenza della Fondazione».
Ma il tempo stringe. Lo stesso Gardoni, nel documento presentato in Prefettura, ha fissato alla fine di giugno la data entro la quale «o qualcosa si muove o siamo costretti a dichiarare fallimento». Alla fine del mese mancano meno di due settimane, un tempo breve anche per la più brevi delle agonie. Dalla Regione giunge qualche segnale, ma che non va nella stessa direzione del documento presentato dalla Richiedei. «Non serve un piano di potenziamento, ma di razionalizzazione» si vocifera renelle stanze di coloro che possono prendere decisioni. Quel che è certo, al momento, è che serve liquidità per garantire i diritti essenziali di chi lavora.A breve, tuttavia, serve anche una riorganizzazione dei servizi.
a.d.m.
Fonte: Giornale di Brescia