Dalla crisi a un’opportunità. È stato definito un modello sperimentale per la Lombardia e per l’intero Paese il progetto che prenderà il via il primo luglio alla Fondazione Richiedei di Gussago. Si chiama Star, Servizio di assistenza residenziale, venti posti per garantire la presa in carico dei pazienti cronici e fragili, soprattutto anziani, gestita dal personale infermieristico con l’assistenza medica assicurata dai medici di base, mentre la specialistica sarà assicurata dall’Ospedale civile che mette a disposizione i posti letto che aveva a Gussago liberati dal trasferimento della Geriatria al presidio di Montichiari.
I pazienti arriveranno da casa oppure dalla dismissione ospedaliera e dai pronto soccorso, saranno in fase non acuta e saranno seguiti in questo luogo intermedio fra un domicilio in quel momento non adeguato e le corsie dei ricoveri lasciate libere per le situazioni di gravità. La denominazione è «Degenza di comunità», legata cioè ai bisogni di un bacino che, nel caso, sarà quello dell’Ovest bresciano, della Franciacorta, della città, della bassa Valtrompia, 300mila abitanti. Il progetto di rilancio messo a punto dalla Regione è all’ordine del giorno della Giunta giovedì e si prevede la partenza il primo di luglio, previa formazione degli addetti e raccolta di adesione dei professionisti di Medicina generale. Per dare il via è arrivato al Richiedei l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, la cui presenza ha dato qualche rassicurazione su un possibile recupero degli esuberi annunciati e sulle possibilità future della Fondazione che sta cercando una propria strada e un risanamento dei conti con la relativamente nuova dirigenza. Ad accoglierlo e a condurlo nei reparti il presidente del cda Carlo Bonometti, presenti l’assessore collega Viviana Beccalossi, il direttore generale dell’Ats Carmelo Scarcella e il direttore generale dell’Asst Spedali Civili, Ezio Belleri.
La sperimentazione durerà sei mesi, poi si studieranno eventuali aggiustamenti ma ciò che hanno tutti sottolineato, e che è la speranza degli addetti e dei sindacati, è la prospettiva di un’evoluzione verso la realizzazione di un Pot specializzato sugli anziani (anche se però la Rsa e il centro diurno sono dati in affitto alla cooperativa Il Gabbiano), il presidio ospedaliero territoriale previsto dalla legge 23 del 2015 in eventuale collaborazione col Civile, ente erogatore. Tale rapporto è ancora tutto da definire ma Belleri ha garantito che «il legame col Richiedei aumenterà ». Del resto, come da lui sottolineato, restano comunque a Gussago il centro dializzati, il centro dei disturbi alimentari, la neuropsichiatria infantile. Dall’assessore Gallera stesso, col plauso per questa prima applicazione concreta della riforma, «frutto di tanti incontri a Milano e dell’operato dei consiglieri bresciani oltre che del presidente della commissione competente Fabio Rolfi», è venuto uno sprone alla Fondazione a diventare ente gestore con il Pot, facendo domanda entro luglio.
«Come Regione abbiamo individuato 65 patologie da seguire, abbiamo stanziato risorse, qui avete le professionalità e l’eccellenza, le attività ambulatoriali; conoscete le necessità del territorio a cui offrire risposte. Avete l’opportunità di fare innovazione e salvaguardare i posti di lavoro» ha detto. Per l’assessore Beccalossi il progetto della Regione «vede il territorio bresciano protagonista di una sperimentazione che sarà poi replicata altrove». Sull’eventualità futura di ulteriore collaborazione della Richiedei con una grande realtà pubblica come l’Asst ha insistito pure Scarcella, esprimendo intanto l’auspicio di un’adesione forte dei medici di base per questa triangolazione sperimentale che «ha avuto dei precedenti nel 2007 a Orzinuovi e nel 2009 a Leno, con cinque posti ciascuno per i medici». Inoltre, su 730 medici di base, 580 già praticano la «medicina di iniziativa».
Magda Biglia
Fonte: Bresciaoggi