«Un servizio territoriale di assistenza residenziale, per malati cronici e fragili. Venti posti letto che apriranno il primo luglio alla Richiedei. Una sperimentazione del futuro modello di degenza del Presidio ospedaliero territoriale previsto dalla legge di riforma della sanità regionale, decisa dalla cabina di regia dell’Ats e che, in futuro, potrebbe essere inglobata nel Pot, il Presidio ospedaliero territoriale dell’hinterland ovest che potrebbe essere gestito dalla stessa Fondazione Richiedei».
L’annuncio di Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Agenzia di tutela della Salute, arriva due giorni dopo la decisione assunta dal Consiglio d’amministrazione della Fondazione, comunicata per lettera ai sindacati e, per conoscenza, all’Agenzia regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro e all’Ispettorato territoriale del Lavoro di Brescia nella quale si elencano gli esuberi organici della Fondazione Richiedei. In tutto, settanta dipendenti (sia precari sia concontratti a tempo indeterminato) che potrebbero perdere il posto di lavoro.
Cosa cambia con l’apertura del nuovo servizio residenziale? Secondo Scarcella, la nuova realtà potrebbe assorbire tredici lavoratori. Scarcella ha specificato che «la gestione clinica dell’ospedale di comunità sarà affidata ai medici di medicina generale» aggiungendo che «il quadro futuro sarà chiaro quando la Regione adotterà la delibera sull’offerta sanitaria. In ogni caso la Richiedei, se non come gestore diretto del Presidio ospedaliero territoriale del Civile, troverà spazio come operatore nel nuovo modello di riorganizzazione dell’offerta sociosanitaria previsto dalla riforma». Il progetto è stato sottoposto all’assessorato al Welfare. «Si attende solo il via libera» ha aggiunto Scarcella. Uno timido spiraglio, dunque, dopo «l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per la cessazione delle attività di Riabilitazione cardiologica e di Geriatria in essere presso il presidio di Gussago, nonché la riorganizzazione complessiva dei servizi operativi facenti capo alla Fondazione» annunciati nella lettera firmata da Carlo Bonometti, presidente della Fondazione.
Nella lettera si legge: «La situazione di eccedenza, che determina il ricorso alla procedura di licenziamento collettivo, si è generata sia a seguito della comunicazione da parte dell’Asst Spedali Civili di Brescia della decisione definitiva di dismettere, con decorrenza 30 giugno 2017, data di naturale scadenza dei diversi contratti in essere, i reparti di Riabilitazione cardiologica e di Geriatria, attivi presso la Fondazione, sia di una necessitata riorganizzazione dei servizi operativi, al fine di adeguarli in relazione alla situazione economico-patrimoniale della Fondazione». Una lettera «amara», quella scritta da Bonometti, nella quale si specifica che la Fondazione, sapendo da tempo del trasferimento dei reparti del Civile in spazi proprio dell’azienda sociosanitaria, «ha tempestivamente ricercato soluzioni alternative al licenziamento collettivo, le quali, tuttavia, non hanno trovato, allo stato, l’approvazione degli organismi competenti».
Anna Della Moretta
Fonte: Giornale di Brescia