Richiedei, visita medica online, bilancio positivo, esperienza da rifare

Fondazione Richiedei

La visita avviene attraverso un monitor: sintomi, diagnosi e cura viaggiano per l’etere. Il botta e risposta tra medico di base (nel proprio studio) e paziente (in ospedale) avviene tramite webcam e cuffie. A sovrintendere all’incontro virtuale, nella camera del degente, un infermiere. È questa la nuova frontiera della telemedicina che entrerà nella sperimentazione Star (Servizio territoriale di assistenza residenziale) in corso in questi mesi al polo sociosanitario Richiedei di Gussago.

Per la verità il progetto, iniziato lo scorso 1 luglio, si è concluso formalmente il 31 dicembre, ma i degenti che si trovavano in osservazione alla data di scadenza, una ventina, sono ancora lì: Ats ha chiesto infatti alla Regione (che ha finanziato lo Star con 600mila euro) una proroga di altri sei mesi (con relativo ulteriore finanziamento). Richiesta non ancora approvata, ma anticipata ieri dal direttore Carmelo Scarcella e dal presidente di Fondazione Richiedei Carlo Bonometti: «Si tratta di un tempo necessario – evidenzia Scarcella – per stabilizzare i risultati e approfondire la sperimentazione, per mandarla poi a regime dal 1 luglio 2018».

Il progetto prevede che, su richiesta dei medici di base, i pazienti anziani con patologie croniche, ma non acute e per i quali non è possibile l’attivazione di servizi domiciliari siano inseriti nella struttura per un tempo massimo di 45 giorni: il Richiedei mette a disposizione 20posti letto e personale qualificato mentre la responsabilità clinica del paziente rimane in capo al medico generico, che effettua visite «a domicilio» per le quali riceve un corrispettivo. «In futuro – spiega Scarcella – anche per le visite a distanza si prevede una retribuzione».

Ieri la presentazione del bilancio dei (primi) sei mesi di Star: 147 i pazienti inseriti, 128 quelli dimessi al 31 dicembre. I medici di base coinvolti, provenienti da diversi comuni, sono 58, per un totale di 1.300 visite effettuate. I posti disponibili sono stati occupati per il 96%, è di 83 anni l’età media dei pazienti e il periodo di degenza in genere non ha superato i 23 giorni. Sono stati 26 invece i pazienti «sub acuti»: in questi casi l’alternativa, cioè il ricovero in ospedale, sarebbe costata, secondo i calcoli dell’Ats, 450mila euro. Il costo giornaliero della permanenza al Richiedei è infatti di 150 euro (da «rivedere al rialzo per la quantità di risorse umane impiegate», sottolinea Scarcella), un quarto rispetto al ricovero in una struttura ospedaliera. Altro punto a favore della sperimentazione, aggiunge Bonometti è stata la soluzione dei guai economici che attanagliavano la struttura gussaghese. «Il Richiedei è rinato e abbiamo evitato il licenziamento di 20 dei nostri 70 operatori».
Nicole Orlando

Fonte: Giornale di Brescia

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