Giovedì mattina (19 luglio 2018) abbiamo salutato per l’ultima volta FRANCO, anzi il TRECCANI così, infatti, lo chiamavamo durante gli anni del nostro essere suoi allievi alle pomeridiane lezioni domenicali di catechismo all’Oratorio San Filippo Neri della Parrocchia Santa Maria Assunta. Certamente sono trascorsi tanti anni da quel periodo, forse epoca: correvano (per chi scrive) gli anni 50 del secolo XX, ma Treccani cominciò ancor prima; poi, più tardi, diventammo anche colleghi catechisti.
Trovare, in chiesa, qualche suo maestro sarebbe stato impossibile; invece qualche suo allievo in più poteva, doveva esservi, e oltre che possibile, sarebbe stato doveroso. Quante le centinaia di ragazzi, almeno ad iniziare da quelli della classe 1945, che passarono sotto il suo attento e scrupoloso impegno catechistico? <<Bastava la mimica facciale: il volto momentaneamente corrugato era bastevole per richiamare all’attenzione il singolo e la classe catechistica>>. Quanti nelle escursioni montane? Impossibile conoscerne il numero preciso, comunque siamo a livelli di molte centinaia. Erano presenti al rito funebre due suoi coscritti: Mario e Aldo; la Leva (1926) fa ancora leva!
Dicevamo dell’impossibilità ad …esservi dei maestri formativi di Treccani: quali don Giuseppe Rossini – Parroco di S. Maria Assunta dal 1948 al giugno 1961 – è ricorso proprio il 18 luglio il 43° anniversario della sua morte; don Egidio Rubagotti (1919) – direttore dell’Oratorio S. F. Neri dal 1950 al dicembre 1962 – morto nel 1989; don Giuseppe Potieri (1907-1982) a Gussago (Parrocchia di S. Stefano in Sale e quella di S. M. Assunta, oltre alla cappellania del Richiedei) dagli anni ’30 del Novecento ed altri ancora, non escluso qualche laico catechista prima di lui, come Giovanni deceduto nel 1967. Affiancati nello stesso banco, forse del tutto casuale, abbiamo notato Santo, Giuseppe e Lodovico.
Lasciare questo modo ad un’età fortemente avanzata non garantisce, per natura, un immenso stuolo di fedeli ad accompagnarti al campo Santo, tanto meno coetanei, però almeno due hanno presenziato; tuttavia Franco Treccani lo abbiamo, in chiesa durante il rito, seguito in forze. Molti lo ricordavano per e durante le escursioni montane da lui guidate ed anche noi che scriviamo lo osservavamo, giusto qualche settimana fa, facendo scorrere le fotografie di cui disponiamo. Le sue montagne: “cattedrali del cielo” da conquistare allo stesso modo della vita. Al termine del rito, una signora mi domanda, essendone quasi sicura: “Ti ha fatto catechismo?”. Sì, rispondo. Subito giunge la replica: “… lo è stato anche di mio fratello Pierino”. La riconoscente testimonianza vi è stata. Non sempre si può pretendere di avere la botte sempre piena; ciò che conta è sapere che la parte mancante è stata donata. Vai Treccani ad attenderci in cielo; così speriamo, come ci/mi hai insegnato almeno sessanta anni fa. Condoglianze alla famiglia.
A cura di Achille Giovanni Piardi