Giovanni fu un mio prozio, fratello di mio nonno Paolo Peroni.
Non ho avuto occasione di conoscerlo personalmente. Ricordo solo che di lui si parlava qualche volta in famiglia, che emigrò in Argentina, a Rodeo del Medio, e che li morì.
L’unico episodio che in qualche modo mi collega direttamente a lui fu in occasione di una fotografia di gruppo che coinvolse tutti gli abitanti del cortile dove abitavo e dove era nato anche Giovanni. Ricordo che la fotografia immortalò un nutrito gruppo di persone, quasi tutti i parenti più prossimi di Giovanni nonché i componenti delle famiglie che vivevano nel cortile e che Giovanni aveva conosciuto.
La curiosità mi ha però spinto a cercare informazioni su Giovanni.
Avrei potuto cominciare prima questa mia ricerca, quando ancora era in vita suo fratello Luigi, lo zio Bigì, oppure mio padre che lo conobbe in occasione del suo rientro in Italia nei primi anni del dopoguerra. Purtroppo a queste cose ci si pensa solamente quando è tardi.
Ma veniamo ai risultati della mia ricerca.
Giovanni nacque a Gussago il 26 giugno 1900 da Giovanni Peroni e Lumini Caterina. Ebbe due fratelli (Paolo e Luigi) e tre sorelle (Angela, Caterina ed Emilia). Una famiglia di contadini.
Nei primi anni 20 del secolo scorso, precisamente nel 1924, fu costretto ad emigrare in Argentina per “dissapori” di natura sentimentale/politica. Lasciò il paese poco prima del Natale del 1924. Questo è certo perché mio nonno raccontava a mio padre che Giovanni non ebbe occasione di conoscere suo nipote in quanto partì circa un mese prima della sua nascita. Si sa che partì alla volta di Genova. E’ improbabile che si sia imbarcato immediatamente; a quei tempi non esisteva internet, le informazioni a disposizione erano poche ed anche i tempi di trasferimento a Genova erano approssimativi, quindi è possibile sia partito con un certo anticipo da casa e che abbia trovato un lavoro in zona in attesa e per pagarsi l’imbarco.
E’ possibile che si sia imbarcato sul piroscafo Principessa Mafalda che a quei tempi faceva servizio di linea sulla rotta Genova-Napoli-Montevideo-Buenos Aires.
Arrivato in Argentina si trasferì subito a Mendoza dove incontrò un salesiano che, vedendolo piangere in una piazza della città, gli chiese chi fosse e cosa sapesse fare. Mio zio rispose che non conosceva nessuno e che era senza lavoro ma che sapeva fare il contadino. Fu così che il salesiano lo indirizzò alla “Escuela de agricultura” di Rodeo del Medio. La famiglia di Giovanni, abbiamo detto di contadini, era conosciuta in Gussago perché esperta nella tecnica dell’innesto delle piante da frutto ed in particolare delle viti.
Facendo una ricerca in Internet ho scoperto che Giovanni ebbe un ruolo importante, non certo di primo piano ma comunque importante, nella scuola di agricoltura di Rodeo del Medio.
Gli “Atti del Consiglio Superiore della Società Salesiana” dicono infatti di lui:
“Coad. Giovanni Peroni, *a Gussago, Brescia, Italia 26.6.1900, + Rodeo del Medio, Argentina 5.5.1976 a 75 a, 47 di prof.
Religioso umile, sacrificato e pio, mise al servizio della Congregazione le sue non comuni doti di avicoltore, portò ad un alto livello la scuola di Rodeo del Medio con 4.104 premi e riconoscimenti ottenuti nelle mostre nazionali ed estere. Molto devoto di Maria Ausiliatrice e del S.mo Sacramento, dedicò volentieri i suoi ultimi anni alla cura diligente della chiesa come sacrestano.”
Che conoscesse gli uccelli e li allevasse non mi suona strano, in fondo quale famiglia di Gussago non aveva un pollaio e non conosceva bene gli uccelli? Mi sorprendono invece con piacere le parole “portò ad un alto livello la scuola di Rodeo del Medio con 4.104 premi e riconoscimenti”.
Sempre con riferimento alla scuola di Rodeo del Medio, Giovanni è citato anche in un libretto intitolato “Il vino si fa così. – Transferencias en las ciencias de la enología y la viticultura entre Italia y Mendoza”, pubblicato nel 2004, dove si dice: “Entre los hermanos coadjutores no podemos olvidar a Don Juan Lagorio, hijo de genoveses y especializado en poda; a Don Juan Peroni y su habilidad para la avicultura y a Don Albino Dalvit, primer guardián de las cavas y del vino de Misa.” In questo caso è menzionato come Don Juan Peroni perché Giovanni era un coadiutore Salesiano, ed un coadiutore è un religioso a tutti gli effetti, come i Salesiani Sacerdoti o Chierici: vive la vita comunitaria, condivide preghiera e mensa, professa gli stessi voti di povertà, castità e obbedienza, ma mantiene il suo stato di “laico”. Giovanni era dunque una persona di riguardo, un “Don”.
Di lui non so altro, se non che fece temporaneamente ritorno a casa nel primo dopoguerra per incontrare la sua famiglia e sistemare alcuni aspetti legati all’eredità e rimasti in sospeso dalla morte del padre Giovanni avvenuta nel 1932.
Morì a Rodeo del Medio il 5 maggio 1976 a 75 anni dopo 51 anni di vita in Argentina e 47 di professione religiosa.
Un ultimo aspetto rimane senza risposta. Perché scelse di emigrare proprio in Argentina e perché proprio nella provincia di Mendoza? Ho sempre pensato che avesse scelto l’Argentina perché altri gussaghesi già vi si erano trasferiti. Pensavo pure che Giovanni fosse stato fra i primi gussaghesi a fare questa scelta, ma l’amico Achille Piardi dice che è stato il primo in assoluto da Gussago. Quindi, perché l’Argentina? Perché la provincia di Mendoza? Una possibile risposta potrebbe essere il ruolo di Mons. Giorgio Bazzani, a lungo Prevosto di Gussago. Fra i documenti che ho ritrovato c’è una lettera del 1928 che il Monsignore scrive a Giovanni e nella quale il Monsignore esordisce manifestando lo stupore per la mancata ricezione della sua precedente lettera de “lo scorso anno” in risposta ad una lettera di Giovanni. Cosa significa questo? Che i due erano in contatto da tempo, che la lettera de “lo scorso anno” era quindi del 1927 e che era in risposta ad una di Giovanni che poteva essere, considerato i tempi allora necessari per la corrispondenza da e per l’Argentina, del 1926. Questa corrispondenza mi fa pensare che Giovanni sia emigrato non “all’avventura” ma con una lettera di presentazione da parte del Monsignore. E’ un’ipotesi ma, pensiamoci bene, un contadino di Gussago che lascia il paese per andare in Argentina, di cui forse aveva già sentito parlare, per poi spostarsi a Mendoza, che non è a due passi da Buenos Aires, e quindi a Rodeo del Medio, è una cosa abbastanza strana.
A cura di Adriano Peroni.