Il decreto Monti ha ridotto il numero minimo degli abitanti per esercizio; il concorso riguarda però solo le strutture private. Dalla Bassa alla Franciacorta il bando regionale apre oggi i termini per le domande. I timori di Ordine e Federfarma.
La Regione ha aperto il bando per l’assegnazione di 343 farmacie in Lombardia e più del 10 per cento delle nuove autorizzazioni, 40, riguarderanno i Comuni bresciani (. I termini per la presentazione delle domande decorrono da oggi e ci sarà un mese esatto, fino al 19 dicembre, per inoltrarle. Il provvedimento applica il decreto Monti sulle liberalizzazioni che ha, nella sostanza, ridotto il numero degli abitanti necessari all’apertura di una farmacia. Da un quorum di 4 o 5mila abitanti a seconda della popolazione, il nuovo criterio fissa in 3.300 residenti il pro-capite.
Il bando riguarda farmacie a gestione privata, alla cui assegnazione, spiega la delibera regionale, potrà partecipare una casistica abbastanza ampia di condizioni professionali, dal farmacista di esercizi rurali ai titolari delle rivendite all’interno dei centri commerciali. In ogni caso, la Regione fornisce informazione sul bando all’indirizzo www.concorsofarmacie.sanita.it e lo stesso Ordine dei farmacisti informa di aver organizzato uno sportello di assistenza.
Nel Bresciano gli iscritti all’Ordine sono circa 1.400, i titolari di farmacia non più di 280 per un totale di 330 farmacie, comprese quelle comunali. Negli uffici dell’Ordine, il presidente Francesco Rastrelli non nasconde le perplessità per l’«ondata» di aperture – «il nostro è un settore dove, aumentando l’offerta, la domanda resta quella», dice – che significa una riduzione del margine di guadagno. Ma vi sono altri elementi che accrescono i timori: «La farmacia sta attraversando un momento di crisi, una crisi che dipende da molteplici fattori, a cominciare dalla riduzione dei prezzi, al passaggio di farmaci che noi chiamiamo innovativi attraverso altri canali, quelli ospedalieri; in prospettiva rischiano di restare i soli farmaci generici e questo vuol dire anche un impoverimento della professionalità». Il risvolto occupazionale non è secondario perchè, lamenta Rastrelli, «oggi il settore non assorbe più come prima». Clara Mottinelli, presidente di Federfarma, l’associazione sindacale di categoria, protesta: «Il momento non è dei più felici, siamo in presenza di una forte sofferenza economica delle farmacie e nell’elenco c’è qualche Comune in più rispetto a quanto era stato ventilato; andremo a verificare quelle situazioni».
W.G.
Fonte: Bresciaoggi
Con quella prevista in via Casaglio passano da quattro (le tre già attive più quella comunale prevista a Ronco) a le cinque le licenze di farmacia assegnate a Gussago.