Rischio alluvioni: il Comune dice no a case e negozi seminterrati

Sotto il livello del suolo non si potrà abitare o non si potranno aprire negozi e uffici. Il Comune, per motivi di sicurezza, blocca ogni possibilità di recupero di interrati e seminterrati a livello abitativo. Quella di Gussago è una zona storicamente molto esposta al rischio delle alluvioni. E locali sotto il livello del terreno potrebbero trasformarsi in trappole mortali, al di là delle altre considerazioni legate alla salubrità.

Il Comune, per ragioni di sicurezza locale non ha recepito, pertanto, le possibilità offerte dalla legge regionale numero 7 del 10 marzo 2017 che introduce la facoltà di procedere al recupero di vani e locali seminterrati esistenti ai fini abitativi residenziali, commerciali e terziari. Peraltro la legge stessa concede ai Comuni la possibilità di impedire la trasformazione della destinazione d’uso in zone a rischio. A giudizio della Giunta, di fatto, l’intero paese e a rischio.

Le opposizioni hanno votato a favore del provvedimento della maggioranza, tranne il gruppo Quarena (Lega, Quarena Sindaco e Riprendiamoci Gussago). «Ci siamo astenuti – ha commentato il capogruppo, Stefano Quarena – perché avevamo chiesto di approfondire le zone a rischio idrico ed estenderle rispetto alla prima mappatura, troppo a macchia di leopardo, senza una precisa logica. L’assessore, invece, ha deciso di applicare la norma a tutto il territorio comunale».

«Per garantire la tutela dell’incolumità fisica delle persone si è ritenuto – ha affermato l’assessore Giulia Marchina – di procedere con la massima cautela, andando a definire con una sovrapposizione di vincoli ad oggi esistenti un’esclusione totale del territorio comunale dall’applicazione di tale legge. Tale scelta nasce in considerazione delle specificità del paese e delle note, risapute e già verificate problematiche di tipo alluvionale e idrogeologico». L’architetto e assessore all’Urbanistica ha sottolineato che, poiché la legge prevede la possibilità di insediare unità abitative autonome nei vani recuperati, si sarebbero creati anche problemi legati alla permanenza continuativa di persone in quegli spazi oltre che un aumento del carico di abitanti sul territorio. Marchina si è detta soddisfatta della collaborazione delle forze presenti in Consiglio: «La decisione nasce da un percorso di condivisione avviato nella commissione urbanistica».
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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