Parte da Gussago, paese d’arte e di artisti – tra i quali ricordiamo Giambattista Gigola e Angelo Inganni – la «S_cultura», un percorso di riqualificazione urbana che coinvolge Comune, studenti e richiedenti asilo. Pronti, via. «In questi giorni – dice il sindaco Giovanni Coccoli – iniziamo a dipingere e a trasformare in elementi d’arredo le cabine elettriche, grazie all’accordo con i ragazzi del liceo artistico Olivieri di Brescia. Siamo partiti dall’«armadio dell’elettricità» della piazza, in via Peracchia, per poi passare agli altri centri di snodo. Ciò è permesso grazie a un accordo con gli allievi e gli insegnanti del liceo Olivieri di Brescia. Saranno coinvolti nell’operazione anche i ragazzi del Cas, ossia i richiedenti asilo e rifugiati che risiedono nei centri di accoglienza straordinaria della cooperativa Adl Zavidovici».
Per il progetto il Comune investirà 7mila euro, l’equivalente del costo dei materiali. Tre le cabine oggetto dell’intervento (in prossimità della sala civica Togni, in via Richiedei e al Centro Padre Marcolini) sulle quali verranno dipinte celebri sculture. Cabine e non solo: all’interno dell’accordo è prevista la decorazione dei sottopassi a Ronco e a Navezze e dell’ingresso «nuovo» del cimitero del centro. «Per questi interventi – specifica il sindaco della cittadina – abbiamo deciso di modificare il tema in funzione dei luoghi. Al cimitero verrà utilizzato il tema del paesaggio, mentre i sottopassi, che in un certo senso sono le porte del paese, saranno decorati con raffigurazioni di elementi simbolici del nostro territorio, quali ad esempio la Santissima, la Pieve, San Rocco (operazioni queste ultime in programma nel mese di settembre, ndr)».
Questa settimana stanno dunque scendendo in campo i rifugiati che puliscono e stendono il fondo bianco sulla cabina di via Peracchia; poi largo ai giovani artisti che adatteranno una celebre statua alla struttura che contiene le centraline elettriche. Gussago, così, abbraccia la «street art», mondata dalla negatività che a volte accompagna questa corrente artistica, nata più come movimento di protesta, e ne riadatta il contenuto – attraverso temi classici o bucolici -, ai luoghi in cui si sviluppa. Una forma che è un’espressione tra i murales urbani e la tradizione dell’affresco e della pittura murale devozionale o di delizia, ampiamente presente nei giardini e nei parchi delle dimore gussaghesi e della Franciacorta. Primo esempio antico, molto ampio ed evidente, è il gigantesco tromp l’oeil, nel parco del Richiedei.
Le opere si armonizzeranno con il paesaggio, puntando all’inclusione, alla mediazione, all’individuazione di punti di incontro, anche legati al linguaggio estetico. «È un progetto – conclude il sindaco – a lungo termine, nato dalla volontà di dare decoro a questi manufatti (le cabine elettriche, ndr), imbrattati e sporchi e di abbellire il nostro paese per mezzo dell’arte».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia