Il 25 novembre si è festeggiata Santa Caterina d’Alessandria patrona dei mugnai, anche di quelli gussaghesi

Santa Caterina ruota mugnai

La storia narra che Caterina d’Alessandria (287 – 305), di fede cristiana, provò a convertire il governatore Massimino invitandolo a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità, Ma Massimino rifiutò e non riuscendo a convincere – a sua volta – la giovane a venerare gli dèi le propose il matrimonio. Al rifiuto di Caterina il governatore la condannò a una pena terribile: una grande ruota dentata ne avrebbe fatto strazio del suo corpo. Ma la macchina si inceppò e la ragazza venne decapitata. È la patrona dei filosofi, degli studenti e dei mugnai.

Una signora, proprio questo pomeriggi di lunedì 23 ottobre mi suggerisce il motivo per ricordare la nota Santa di Alessandria d’Egitto in preparazione alla festa del suo ricordo, il 25 novembre, secondo il calendario della Chiesa cattolica. Mi viene raccontato che la famiglia della madre del di lei marito, dimorante a Navezze da secoli, conserva un quadro, olio su tela, forse anche di valore pittorico, in cui è effigiata santa Caterina d’Alessandria – la Santa che subì il martirio della ruota dentata – qui il legame con le ruote dentate della macina di cui erano dotati i mulini di un tempo lontano, compresi quelli di Gussago: cinque, secondo gli studiosi, di cui la maggior parte ubicati nella nostra contrada Navezze. Ma la cosa assai più interessante è che la medesima signora, ancora, racconta che detto quadro lo tenesse per un anno ed a turno ciascuno dei mugnai della Contrada e del paese. Una venerazione per la santa quale patrona e protettrice. In effetti il pericolo d’infortunio durante le tante fasi della molitura del frumento e del granoturco erano sempre in agguato stanti le notevoli ruote dentate atte a far girare gli ingranaggi mossi tutti dalla potente azione dell’acqua.

Da piccolissimo colui che ora scrive questa semplice storia ben ricorda – pur vivendo in un cortile attiguo a quella della molitura – la quasi impossibilità, data la pericolosità, ad accedere ai locali del mulino, sito sull’acqua della seriola detta Serioletta, di via S. Vincenzo condotto dai Reboldi, anticamente da Angelo padre – detto “Anima Santa” sposato a Brigida Piardi sorella di Achille (Navezze, 1880) – a causa del suo intercalare nel discorso, poi dal di lui figlio, sempre Angelo, sposato a Laura Peroni dei detti Chècå e, successivamente, dai figli Giuseppe e Franco. Come si sarà inteso Francesco – padre di scrive fu/era primo cugino del mugnaio Angelo figlio di Brigida. Chi scrive aveva in quei lontani anni ‘Cinquanta” libero accesso all’ampio cortile del mulino dotato di bel portico rivolto a mezzogiorno, ma non a vedere gli ingranaggi della molitura che, invece, attraevano l’interesse di noi ragazzi dato il continuato, particolare rumore; l’unico apparato visibile era la tramoggia finale dove scendeva farina da convogliare in appositi contenitori cilindrici indi da insaccare in involucri di tela iuta (sacchi).

Pur conoscendo che i mugnai, da sempre, si sono avvalsi della devota protezione di Santa Caterina quella d’Alessandria, per distinguerla da quella detta da Siena. La palma tenuta nella mano destra rappresenta il martirio e la ruota, sempre proposta in uno spezzone, la tipologia di martirio subito, quello, appunto, della ruota dentata con strazio delle carni del suo giovane corpo. Salvata miracolosamente dallo strazio delle carni sarà, comunque, decapitata (anno 305 o 307). // Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Chi è stato al monastero di Santa Caterina nella penisola del Sinai (Israele) ricorderà.//

Il 25 novembre, come dicevamo all’inizio, si festeggia Santa Caterina d’Alessandria che popolarmente viene detta della Ruota (per uno degli strumenti con cui fu torturata prima di arrivare al martirio). E’ una santa molto venerata anche e soprattutto in forza di un suo patronato derivante proprio dalla ruota. Santa Caterina è protettrice dei mugnai, tanto che ancora oggi i mulini di ogni genere e tipologia, almeno in quel del mantovano, chiudono il 25 novembre e festeggiano con pranzi o cene aziendali cui sono invitati tutti i dipendenti. È un modo di ringraziare la santa per la protezione accordata e di evitare che, dimenticandosela, qualche sciagura improvvisa li possa colpire.
Tornando alla devozione gussaghese per la Santa di Alessandria (secoli III-IV), sinceramente non conoscevo che i mugnai si passassero l’un l’altro l’effige della santa custodendola per un anno; questa potrebbe essere la ricerca su cui operare. Sarà stata solo per i diversi mulini e mugnai della frazione Navezze visto che ne possedeva molti od era una tradizione estesa a tutto il territorio comunale gussaghese?

A cura di Achille Giovanni Piardi

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