Al termine di due anni di complessi restauri, la Santissima di Gussago è stata restituita alla comunità in tutto il suo splendore. Il restyling della chiesetta dell’ex complesso domenicano era iniziato a settembre del 2022, dopo che la pandemia aveva bloccato i lavori. La riapertura del prezioso sito artistico-culturale che domina il colle Barbisone è stata anticipata da un evento promosso per ringraziare i mecenati che hanno sostenuto il restauro con 370 mila euro tramite l’«Art Bonus», un contributo strategico per finanziare i lavori, il cui costo complessivo è stato di un milione e 100 mila euro, 500 mila coperti dalla Regione.
«Un luogo magico – l’ha definito il sindaco Giovanni Coccoli – scaturito dalla condivisione con la Soprintendenza per capire quale fosse il taglio migliore per valorizzare questo “diamante” e non disperdere nulla della sua bellezza. Questo traguardo non è un punto d’arrivo, ma di partenza per dare corpo al sogno di recuperare la parte restante del complesso». Il sindaco ha annunciato una pubblicazione, che verrà presentata in primavera: l’aspetto puramente scientifico sarà completato con una parte dedicata ai bambini delle elementari. Non è mancato un ringraziamento ai volontari del Gruppo Sentieri, «che negli ultimi vent’anni si sono occupati con amorevole cura di questo luogo», e ad Albino Peli, «che dal 2016 si è offerto di sistemare muri a secco lungo il percorso».
Nel corso della cerimonia sono stati presentati i dettagli degli interventi effettuati e i sorprendenti ritrovamenti, come affreschi medievali nascosti, tombe altomedievali, tracce di un insediamento molto più antico e documenti storici inediti. «Qui c’è la storia di Gussago, e questo è il museo della comunità, che però sarà anche funzionale – ha sottolineato l’ingegner Silvano Tognolatti, autore dello studio del progetto -. Questa è stata la vera sfida e la filosofia che ci ha guidato nella realizzazione dell’opera».
La chiesa diventerà infatti uno spazio polifunzionale per ospitare mostre, convegni ed eventi culturali. Anna Maria Basso Bert della Soprintendenza di Brescia ha spiegato l’importanza del lavoro di ricerca preliminare: «Era fondamentale conservare ogni aspetto, non fare scelte che avrebbero potuto privare il sito di una delle sue molteplici peculiarità, perché ogni centimetro di questa superficie può raccontarci qualcosa». Nel pomeriggio la Santissima è stata meta delle visite guidate gratuite, mentre alle ore 19:00 la chiusura di giornata è stata affidata al concerto «Tramonti a Nord Est».
Cinzia Reboni
Fonte: Bresciaoggi