Senza gli uccellini lo spiedo non vola più: nei ristoranti presenze in calo

Lo spiedo De.Co. di Gussago, il vero protagonista del Gran Galà dello spiedo.

Spiedo bresciano, gli uccellini sono volati via ormai da tempo e con loro i clienti dei ristoranti del territorio franciacortino: il piatto tipico è in piena crisi. «È drastico il calo dei clienti in questo periodo – spiegano i ristoratori gussaghesi -, circa il 30/40% in meno rispetto a due anni fa, qui a Gussago. E la politica, con le sue promesse, che fine ha fatto? Si sono dimenticati tutti di noi». La mancanza degli uccellini nella preparazione del piatto tipico – dopo la direttiva di emanazione europea che ha vietato, dall’anno scorso, la vendita dei volatili utilizzati per la preparazione del piatto -, mina la stagione dei ristoratori, in particolare a Gussago, dove lo spiedo è simbolo, tradizione e liturgia, ora calpestata e lasciata agonizzante.

Nei ristoranti del territorio franciacortino, infatti, si sta registrando un calo notevole delle prenotazioni: «Abbiamo oltre un terzo di clienti in meno rispetto a due anni fa – dichiara Edoardo Ungaro, presidente dell’Associazione ristoranti di Gussago -, la gran parte a causa di questa normativa europea che ci vieta di preparare lo spiedo con gli uccellini. La politica ci ha dimenticati. Tante promesse ma poi nulla di concreto. Tutto è finito nel dimenticatoio. E noi ristoratori ne paghiamo le spese».

La rassegna «Lo spiedo scoppiettando» – che prevede, tutti i giovedì, fino al 10 dicembre, un menù a base di spiedo al prezzo di 25 euro nei ristoranti convenzionati – ha permesso di arginare l’emorragia, attirando qualche appassionato: «Questa iniziativa – prosegue Edoardo Ungaro- qualche cliente in più lo sta portando, ma siamo ben sotto ai numeri degli anni passati. Questo per noi era il periodo in cui si riusciva a salvare l’intera stagione, proprio grazie allo spiedo». Ormai sono molto pochi i turisti gastronomici, che prima facevano tappa fissa a Gussago, per degustare il piatto totemico della cultura culinaria franciacortina: «In passato era normale ricevere tante persone che venivano da fuori provincia per provare il nostro spiedo – dicono i ristoratori gussaghesi -. Ora, invece, sono pochissimi quelli che scelgono di venire in paese».

La necessità aguzza l’ingegno, ed ecco che questa privazione in realtà ha contribuito ad arricchire e migliorare il piatto; le ricette rimangono segretissime e i risultati sono assolutamente di rilievo, come conferma Edoardo Ungaro: «Il nostro spiedo si conferma uno piatto di altissimo livello. Abbiamo lavorato per migliorarlo, per esaltarne il sapore. Possiamo andarne fieri, nonostante la mancanza di un ingrediente fondamentale».
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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