Sicurezza e telecamere, scintille Lega-Sindaco

Telecamera

I furti e il sistema di videosorveglianza accendono lo scontro politico. La sicurezza a Gussago è un tema caldo quanto la lava. Sono incandescenti sbuffi sulfurei le reazioni della Lega Nord alle scelte dell’Amministrazione Marchina: «Il primo febbraio 2016 la Giunta ha deciso di partecipare al bando regionale 2016 per il cofinanziamento di progetti sicurezza. Alla Regione ha forse presentato un progetto telecamere? Assolutamente no! Quello approvato riguarda solo la sostituzione di un’autovettura per il servizio di polizia stradale!», scrivono in un comunicato stampa Lucia Lazzari ed Elisa Rosola, rispettivamente consigliere e segretario della sezione gussaghese della Lega.

E aggiungono: «La maggioranza di Gussago Insieme ha respinto le nostre proposte per migliorare la sicurezza e le loro risposte alle interrogazioni sui progetti telecamere sono evasive e contraddittorie». La gestione dei progetti, secondo la Lega, è fallimentare: «L’ipotesi del 2014 di messa in rete delle telecamere dei privati non ha mai avuto seguito – si legge -; il 30 gennaio si parla di telecamere all’interno dei pali dell’illuminazione entro giugno; il 4 febbraio, invece, l’assessore Coccoli precisa che entro la fine dell’estate saranno messe 9 telecamere agli ingressi del paese, non inserite nei pali; e prevedono di stanziare 50mila euro. Alle proposte del Comune, non seguono progetti e finanziamenti».

Non tarda ad arrivare la fervente risposta del sindaco Bruno Marchina, che dichiara: «A sentire la Lega è un disastro su tutti i versanti, ma non è affatto così. Per la videosorveglianza, installeremo postazioni fisse entro l’estate, che sono più di semplici telecamere. Con la seconda tranche del progetto di illuminazione pubblica installeremo anche le telecamere. È stato fortemente potenziato, poi, il sistema di pattugliamento di vigilanza privata, pagato dal Comune. La Regione cofinanzia poche richieste e realizzare i progetti costa. La Regione interviene minimamente, poi il Comune viene lasciato solo. Questa è l’amara realtà».
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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