Sindaci in campo: “Italia, firma il trattato contro le armi nucleari”

I Comuni bresciani contro le armi nucleari. Sono trenta finora quelli che aderiscono all’organizzazione internazionale «Sindaci per la pace», fondata nel 1982 dal primo cittadino di Hiroshima. Gli ultimi, in ordine di tempo, Brescia e Caino, che hanno portato a 501 le cittadine italiane presenti nel sodalizio. Adesso questi trenta Comuni – ma la cifra è destinata ad aumentare – porteranno nei loro Consigli una delibera che chiederà al governo italiano di firmare il trattato per il disarmo nucleare sottoscritto da 122 Paesi dell’Onu nel luglio 2017. Fra loro non c’è l’Italia, e perciò la campagna si chiama #Italia-Ripensaci. Nel Bresciano essa è stata lanciata venerdì in occasione del Festival della Pace.

Palazzo Loggia ha ospitato un incontro con Daniel Högsta, coordinatore di Ican (International campain to abolish nuclear weapon), Francesco Vignarca (Rete italiana per il disarmo) e Lisa Pelletti Clark (di Sindaci per la pace, responsabile della campagna per l’Italia). In sala una trentina di sindaci e amministratori comunali, fra i quali una decina di paesi (come Botticino, Marcheno, Concesio, Manerba, Calvisano) che non fanno parte dell’organizzazione, ma sono interessati ad entrare. Il coinvolgimento delle comunità locali nella battaglia contro le armi nucleari è fondamentale. Si parte dalle città, dai paesi, dai cittadini per fare pressione sui governanti, ha sottolineato Daniel Högsta. Per un bene, la pace, che non ha confini e colori politici.

Högsta, fra l’altro, è colui che l’8 ottobre dell’anno scorso ricevette la telefonata da Oslo con la comunicazione che all’Ican (che riunisce 468 associazioni diverse di tutto il mondo) era stato assegnato il Nobel per la pace. Un riconoscimento straordinario, in particolare per l’impegno profuso a favore del trattato che intende proibire le armi nucleari. Approvato da 122 Stati, per entrare in vigore servono almeno 50 ratifiche: siamo soltanto a cinque. Le ragioni. Perché questa iniziativa a Brescia? L’ha spiegato il sindaco di Collebeato, Antonio Trebeschi. Innanzitutto perché il nostro territorio è interessato direttamente alla questione con le venti testate nucleari ospitate all’aerobase Nato di Ghedi; in secondo luogo alcuni paesi bresciani e diverse associazioni da anni promuovono iniziative sul tema della pace e della convivenza. Le comunità, parole di Lisa Pelletti Clark, devono far sentire la loro voce attraverso i sindaci, tessendo relazioni fra i popoli. «I sindaci – ha detto – sanno come si dialoga, senza voler distruggere gli avversari». Da qui l’invito di Vignarca per la presentazione e il voto nei Consigli comunali di una mozione che inviti l’Italia a firmare il trattato.

Concetti che hanno trovato terreno fertile negli amministratori presenti. Giovanni Coccoli, sindaco di Gussago: «Fra i primi in Italia e primi nel Bresciano, abbiamo già approvato il documento. E ne siamo orgogliosi». Antonio Bazzani, Bovezzo: «Sicuramente aderiremo alla campagna #ItaliaRipensaci, perché corrisponde alla sensibilità della mia comunità, solidale e pacifica». Giuseppe Lama, Borgo San Giacomo: «Nel prossimo Consiglio comunale, il 7 marzo, porterò senz’altro la mozione». Anche Borgosatollo sarà della partita. «Aderiremo certamente – dice il sindaco Giacomo Marniga – magari concordando la data con altri Comuni dell’area, così da dare un significato ancora più forte alla scelta». Brescia ha da poco aderito al movimento «Mayors for peace» (Sindaci per la pace). «In giunta è stata votata una delibera contro le armi nucleari», conferma Emilio Del Bono. «La mia adesione morale alla battaglia per il disarmo nucleare è totale. Del resto, Brescia è da sempre in prima fila nelle iniziative per la pace».
Enrico Mirani

Fonte: Giornale di Brescia

RESTA SEMPRE AGGIORNATO CON LE NOSTRE NOTIZIE!

- iscriviti al canale WhatsApp di Gussago News
- iscriviti alle Newsletter di Gussago News