Le specie animali e vegetali non conoscono le ristrettezze dei confini amministrativi e proliferano tra un territorio e l’altro incuranti delle frammentazioni arbitrarie sancite dagli esseri umani. È a partire da questa evidenza, e dall’intenzione di creare una trama verde in grado di abbracciare la città e i Comuni dell’hinterland nel segno della tutela della biodiversità e dell’ecosistema, che un gruppo trasversale e bipartisan di politici, professionisti e attivisti ha deciso di riunirsi in comitato per promuovere la costituzione del Parco Regionale delle colline e dell’agro-fluviale di Brescia. I firmatari della proposta – tra cui figurano anche l’ex assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra, la consigliera di maggioranza Angela Paparazzo, i colleghi di opposizione Guido Ghidini (5Stelle) e Massimo Tacconi (Lega), l’insegnante e faunista Christiana Soccini e l’ecologo Vincenzo Ferri – hanno inviato un Documento di programma ai rappresentanti istituzionali di Regione Lombardia, della Provincia e ai sindaci dei Comuni di Brescia, Borgosatollo, Botticino, Bovezzo, Capriano del Colle, Castel Mella, Castenedolo, Cellatica, Collebeato, Flero, Gussago, Nave, Nuvolento, Nuvolera, Paitone, Poncarale, Prevalle, Rezzato, Rodengo Saiano, Roncadelle, San Zeno Naviglio e Serle.
L’iniziativa punta al ripristino e alla salvaguardia dei beni naturali e faunistici presenti nell’area vasta che circonda il capoluogo attraverso il superamento della parcellizzazione amministrativa che attualmente caratterizza il governo delle zone protette, l’integrazione dei differenti Plis (Parco locale di interesse sovracomunale) all’interno di un unico sistema di gestione e controllo, il sostegno normativo e soprattutto finanziario della Regione. Nelle intenzioni dei patrocinatori, il complesso iter avviato dovrebbe portare alla formalizzazione del 25esimo Parco Regionale lombardo e sancire l’unione ecosistemica tra le colline pedemontane, la pianura padana su cui è adagiato il Monte Netto e l’asta fluviale del Mella.
«Prima di tutto sarà necessario che ciascun Comune accolga la proposta e provveda ad approvare singoli piani di tutela urbanistica e connessioni tra territori. Dopodiché sarà fondamentale coinvolgere gli enti partecipati, gli stakeholder tecnico-scientifici e le associazioni e le comunità di cittadini», ha sottolineato Fondra. «L’ascolto delle comunità sarà fondamentale affinché il progetto sia partecipato e non calato dall’alto», ha puntualizzato Ghidini. Ciò che è stato ottenuto con l’istituzione dei Plis (da ultimo quello delle Cave di Buffalora e San Polo) viene considerato patrimonio di cui fare tesoro, ma come spiega Christiana Soccini: «Le conquiste ottenute non sono ancora sufficienti perché serve una visione di insieme capace di rimediare ai danni causati dall’attività antropica e di programmare in maniera congiunta interventi di recupero e implementazione delle aree boschive e umide, la protezione dei micro habitat in cui vivono i gruppi faunistici maggiormente minacciati». Per coronare questo sogno ambizioso sarà indispensabile l’avvio di un percorso di interlocuzione con l’ente Provincia e una chiara dichiarazione di intenti da parte dell’amministrazione regionale. «Le risorse comunali sono limitate – puntualizzano i firmatari del documento chiedendo l’intervento di altre istituzioni – Soltanto Regione Lombardia ha per noi la possibilità di mettere a disposizione gli strumenti finanziari necessari per raggiungere l’obiettivo.
Davide Vitacca
Fonte: Bresciaoggi