In questo articolo, grazie al prezioso lavoro di ricerca svolto da Achille Giovanni Piardi, elenchiamo gli “scotöm” famigliari gussaghesi ovvero i soprannomi indicanti determinati ceppi famigliari. Gli “scotöm” hanno origini differenti: un nome che viene storpiato, una caratteristica fisica, un tratto caratteriale, un’origine geografica: a volte essi servivano per contraddistinguere diverse famiglie che con il medesimo cognome abitavano nello stesso paese.
L’elenco sottostante, aggiornato all’1 marzo 2014, riporta tanti soprannomi, eppure non è certamente completo: attendiamo integrazioni, correzioni e suggerimenti da parte dei lettori:
- Alècc, Alèt (VALETTI), di Casaglio. In Via Castello di Casaglio, ad esempio quelli di Santo dè Alèt (1895-1991). Sino alla fine dell’Ottocento anche alla frazione Ronco con Zenone Valetti. Originari della sponda bergamasca del Lago d’Iseo: TAVERNOLA (BG) od anche da SOLTO in Collina (BG). Vennero prima a Rodengo (BS) al seguito dei (poi, Conti) Fenaroli (Fenaroli = dal fatto di vendere fieno agli eserciti …di passaggio) in Franciacorta in quel di Corneto di Rodengo. Indi tre fratelli VALETTI si trasferiscono, anche a GUSSAGO.
- Ángei (ANGELI), di Piedeldosso, prima alla Manica, originari della Val di Sole, nei pressi di Malé (Parrocchia di CROVIANA)
- Ángei (ANGELI), di Casaglio; quelli della famiglia di Pompeo; Vedi anche “Campanì”
- Ángei (ANGELI), di Navezze, detti anche de l’orbo. Vedi anche alla voce Màister
- Ángei (ANGELI), di Navezze, detti anche de Picio
- Angèlèto (TREBESCHI), del maestro Angèlèto (Costruttore e poi proprietario della singolare casa, villa, posta all’inizio di Via Santissima); parente dei Cartella di Via Chiesa provenienti da Ome ed imparentatisi con i Reboldi di Civine, quelli dei “Sücòcc èn fond” (Pedemonte basso). [Da Angelo Cartella classe 1932 abbiamo: “Angeleto deriva dal nome del papa del maestro Luigi Trebeschi, cugino di mio papa Luigi Stefano, era per distinguerlo dagli altri Trebeschi di Gussago. La villa fu costruita dopo le nozze dal maestro Luigi e moglie Boni Maria, maestra di Cellatica, su progetto dell’ing. Pietro Trombetta (progettista del salone cinema oratorio maschile negli anni ‘20 del 900). Il maestro Luigi fu anche mio maestro ed io in quella villa ho passato, si può dire, la mia gioventù”. (Angelo Cartella; Gussago, 12 settembre 2013)]. Vedi anche Cartèla, I Cartèle, Cartèlù
- Angilìnâ dèl Cafè (CRESCINI), della Piazza, al Caffè tram, poi Cafinì
- Anima Santa (REBOLDI), Angelo padre, antico mugnaio di Navezze, nato nell’Ottocento, sposato a Brigida Piardi dei detti Catanì da Pezzaze. I discendenti, figli di Angelo junior e di Laura Peroni dè Chècâ, successivamente, sono detti “Boldi”
- Arduìno (ROSSI), come dire Chèi de Giani Arduino; di Piedeldosso – Via Stretta
- Aucàt Conécia (COLOSINI), di Ronco. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Baèlâ (COLOSIO), di Casaglio
- Bagnàt – Bagnàcc (COLOSINI), di Via Marconi. Contrada d’origine, Ronco; secondo lo studio Mariella A. Marchina. (Vedi annotazione in calce al soprannome Aucàt Conécia)
Il 29.12.2013 ci scrive la signora Moira Frassine: << Mio nonno materno era Pietro Colosini detto Bagnàt di Casaglio e quello paterno Faustino Frassine detto Tinelo di Navezze. Bellissima questa ricerca…. Complimenti >>. Tinèlo, pur essendo attribuito personalmente, appunto al Signor Fustino, poi i suoi divennero, almeno a Navezze, conosciuti come “Chèi dè Tinèlo”. Personaggio, assieme a sua moglie, ben conosciuto dal sottoscritto nel periodo in cui Faustino visse in località Fontana di Navezze, nella casa d’angolo, attigua a quella abitata da Nicolina Aquila, per il vialetto che immette nel cortile (all’epoca) degli Arici, Rivetti e Tomasini. Correva il periodo: Aprile 1958 – 31 Marzo 1965. (Vedi Tinèlo) - Baitâ, De la Baita (CRESCINI), a Navezze (alla Baita), poi a Casaglio; Vedi Bèrtulòt- Bèrtulòcc, Bertulòt
- Baldi (CODENOTTI), di Navezze. Maria Teresa Anna Aquilina Codenotti (1856) sposa Benedetto Albertini Baléc. Catterina Maddalena Luigia Codenotti (1858), sorella di Maria Teresa A. Aquilina, sposa Pietro Albertini sempre dei detti Baléc. Le suddette sorelle Maria Teresa A. A. e Catterina M. L. sono nipoti di Domenica Piardi (Pezzaze, 1797), figlia di Andrea Piardi dei Catanì, andata in sposa l’anno 1813 a Francesco Codenotti dei detti Baldi
- Baléc, Baléch, anche Balék, Baleck (ALBERTINI), di Casaglio (Vedi il volume ALBERTINI Baléch di Giorgina Albertini). I figli di Benedetto Albertini “Baléch” sono discendenti dei Codenotti di Navezze (di Vicolo Molino Vecchio) essendo Maria Teresa Codenotti consorte di Benedetto. Sono anche discendenti di Domenica Piardi dei detti Catanì di Pezzaze andata in sposa ancor prima ad un Codenotti della stessa famiglia di Navezze. [GUSSAGO. Nel 1645 gli Albertini di Cailina sono registrati quali Padrini di battesimo in S. Maria a Piedeldosso di Gussago (Messer Domenico Albertino da Cailina tiene al fonte battesimale Giobatta Andrioli). Nel 1657 a Gussago, Battesimi: <<Dominica Albertina di Giobatta ha per padrino Gio. Palazzano>>. (Ndr. Albertina, intesa quale femmina degli Albertini). La famiglia di Gussago, qui radicata da quasi quattro secoli, è soprannominata “Balech” (o Baléc), come dire lampo, veloci come un lampo o come il vento che spira fortemente cambiando direzione sovente ed all’improvviso, sradicando le colture; come un “sömèlèch” (lampo di fulmine durante un temporale)]. Parenti dei Penazza “Penàsâ” dimoranti a Gussago in frazione Villa. Vedi anche S-cipì e S-cipìne; anche Scatulì (Aliprandi).Per Baleck si veda anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Albertini Giovanni fu Benedetto, Baleck, Casaglio”
- Balì (CODENOTTI), i sacristi della Parrocchia centrale
- Balì (MARCHINA), tra cui Angelo combattente della Guerra civile di Spagna nel 1936-39
- Balìlâ (ABENI), di Casaglio, in particolare al Vicolo S. Giuseppe
- Balìnâ (MARCHINA), di Casaglio
- Bancài, Bancàl (BONFADELLI), di Ronco
- Barbètta, meglio Barbètâ (FIRMO) (FIRMO – MANGIARINI), di Navezze alla Fontana. Dal soprannome del titolare dell’antica osteria (ora scomparsa) “Al Barbetta” dal cognome FIRMO, attiva ancora negli anni Sessanta del Novecento (condotta da Rina Firmo e da sua sorella Angiola) ed ubicata sull’incrocio di Vicolo Alfiere con Via Fontana ed, appunto, situata nei pressi dell’antica fonte alla Fontana. Acqua sgorgante con forza della quale bevemmo tutti almeno sino agli anni Settanta del Novecento, in caraffe o brocche di quest’acqua ponevamo d’estate la “pulvirìna”, bustina di idrolitica, per dissetarci di …acqua minerale; il dott. Domenico Concione per decenni l’andò consigliando a tutti, soprattutto ai malati …del ricambio ed ai debilitati. Rina Firmo, conduttrice della Trattoria “AL BARBETTA”, sposò Antonio Mangiarini figlio di Francesco ed ebbe Franco Mangiarini. Mangiarini Fausto fu nonno materno dei Rinaldini Cecilia (1932) e Giorgio dimoranti a Casaglio
- Barbì (MARCHINA), di Navezze; nel noto Löc di Barbì di Via Carrebbio, …di fronte al podere con la sorgente del Gurt, poi anche al Casotto di Sale ed altrove. Ermanno, impiegato comunale a Gussago e noto appassionato naturalista e fotografo fu di questa famiglia
- Barbinâ/Barbine (BOTTI), di Civine con Riviere. Il più noto componente della famiglia è stato Giovanni, in realtà Andrea Giovanni, conosciuto come “Giuan di cà”; padre della maestra Libera (┼ Luglio 2013). L’altro fratello, Umberto, con la famiglia si trasferì in Val Trompia, a Carcina di Villa Carcina conducendo un negozio di articoli e prodotti per gli appassionati di caccia e pesca sportiva, pur conservando, abbellendola, una casa a Riviere di Brione, sopra Civine, per la stagione estiva. Parenti dei Ghedi di Riviere e di Civine e dei Piardi di Navezze discendenti da Angela Camilla Ghedi dei detti Galantì
- Barcaröi (ARICI), di Navezze, provenienti da Barche di Brione; originari di Cignano di Offlaga. Angelo Arici “Barcaröl” nato a Barche di Brione verso la fine dell’Ottocento figlio di Giuseppe condusse quivi e crebbe la sua famiglia (Paolo, Pietro, Francesco e Paolina) alla Fontana di Navezze sino agli anni Settanta del Novecento, stessa località in cui ebbe casa di abitazione e di attività il fratello Luigi con i di lui figli Pietro e Giuseppe. (Il terzo fratello maschio, Giovanni, sposato nel 1919 a Cecilia Peli nata a Piezzone di S. Giovanni di Polaveno residente a Barche, rimase in zona d’altura, pur spostandosi in località Peder nel Comune di Ome). Angela Arici da Barche sposò Angilì Albertini Baléc
- Barchèt – Barchècc (ABENI), di Sale
- Barégâ, (GHIDONI). In uso ancora nell’anno 2014. Ghidoni Angelo fu Francesco di Piedeldosso recava già questo soprannome l’anno 1862. In Mariella Annibale Marchina, “La Storia di Gussago – Le sue frazioni”; Associazione Famiglie Gussaghesi. Gussago, Gennaio 2002, a pagina 61 si legge quanto di seguito: “Alcuni militari e graduati della Guardia nazionale di Gussago, con una sentenza del 12 giugno 1862 furono condannati dal consiglio di disciplina a una pena pecuniaria per non essersi presentati alla rivista militare di alcuni giorni prima, il 1° giugno”; infatti, tra questi figura pure Ghidoni Angelo fu Francesco (Soprannome) Barega, di Piedeldosso, multato di lire due”.
- Basgì (GONZINI), di Ronco ed anche di Navezze in Vicolo Batoccolo. Secondo lo studio Mariella Annibale Marchina (vedasi annotazione in calce al soprannome Aucàt Concia) anche a Dordér-Zorzèr, Dordaro
- Beàte (LORENZINI), di Casaglio
- Becher – Bèchér – Bechér – Becheèr (ANTONELLI), (ALEBARDI), (INSELVINI), (MARCHINA = Nènch, Nènck). Paol e Giuanì Bechér ANTONELLI, fratelli, con negozio in Piazza S. Lorenzo, proprio a sinistra della porta della chiesa omonima, indi di Luigi figlio di Giuanì. Pì Bechér (ALEBARDI), Giuseppe Alebardi (nato nell’Ottocento ad Iseo), poi del figlio Zaccaria (1911) indi condotta da Giuseppe (1947) figlio di Zaccaria e dalla di lui famiglia (tuttora, anno 2014). Mènèch Bèchér (INSELVINI), Domenico originario di Travagliato, operò sino alla metà degli anni Sessanta quando si ammalò, poi anche dai figli Dante e Guido; da Guido sino agli anni Novanta del secolo XX in Via Roma fronte al portone dell’abitazione, dove vi era pure il locale di macellazione. Dante emigrò con propria analoga attività in Castegnato essendosi colà sposato; Guido Inselvini continuò sino alla metà degli anni Novanta. Bigì del Nènch o Nènck (MARCHINA) con macelleria a Piedeldosso nella strettoia come macellazione e negozio posto sull’incrocio con Via Sovernighe e Via Larga, sull’antica strada per il Passo della Forcella; il figlio, Vincenzo Marchina, con la sposa Luciana Piardi, ne continuò, sino ai primi anni Duemila, la professione in quel di Casaglio, in prossimità del bivio per il Castello di Casaglio. [All’introduzione del “quasi” soprannome Becher – Bèchér – Bechér – Becheèr, dicasi “quasi” poiché sempre preceduto dal nome di battesimo, magari in dialetto, o nomignolo del macellaio di riferimento, si è provveduto in seguito alla segnalazione di Ruggero Antonelli (figlio di Luigi) nipote di nonno Giovanni “Giuanì Bèchér il quale, appunto, scrive: “”Bellissimo lavoro quello sugli scotöm. Volevo solo farti notare che il cognome di Gioanì e Paol becher è Antonelli. Buon proseguimento anzi, direi, perché non farne una piccola pubblicazione autonoma come ebook. Sarei interessato alla raccolta da conservare tra i miei ricordi di paese con i libri della Rinetta””. Achille, curatore della “Raccolta”, prontamente, risponde, interloquendo: “Grazie. Sì, ricordo bene i becher Antonelli, non li avessi conosciuti ed assai, entrambi! Vuoi dire, Ruggero, che vi è un errore? Vado a verificare. Pubblico la tua segnalazione quale commento (anche in calce all’articolo pubblicato in GUSSAGONEWS). Farne una pubblicazione? … se qualcuno avesse volontà e forza! Attendiamo tuttavia integrazioni ed osservazioni prima; infatti, alcune sono già giunte]
- Bèi (ROSSINI), di Navezze, provenienti da Civine e figli di madre Reboldi dei detti Maér, anche Maeèr, da Civine
- Bèl Paltò
- Bèli, dèl Bèlo, i Bèli (CODENOTTI), di Navezze, al Vicolo Molino Vecchio. Codenotti Domenico di Angelo recava già questo soprannome l’anno 1862. In Mariella Annibale Marchina, “La Storia di Gussago – Le sue frazioni”; Associazione Famiglie Gussaghesi. Gussago, Gennaio 2002, si legge quanto di seguito: “Alcuni militari e graduati della Guardia nazionale di Gussago, con una sentenza del 12 giugno 1862 furono condannati dal consiglio di disciplina a una pena pecuniaria per non essersi presentati alla rivista militare di alcuni giorni prima, il 1° giugno”; infatti, tra questi figura pure Codenotti Domenico di Angelo (Soprannome) Bello, di Navezze, multato di lire due”. Chi scrive è cresciuto a Navezze udendo sempre parlare in questo modo riferito ai Codenotti: él maghèr dèl Bèlo, Angèl dèl Bèlo, Don Giuàn dèl Bèlo dè Ader (Parroco ad Adro)
- Bèli (PE’), di Sale – Stacca, originari di Val Palot – Fraìne
- Bèlo, Bèllo (CODENOTTI); vedi Bèli e dèl Bèlo
- Bènèdèt dè Cül (SPINI), della Piazza, falegnami
- Bèrgamàsc (ORLANDI). Vedi Òsciâ (ORLANDI), Òssiâ, anche Òsciâ
- Bèrnàrd (CERLINI), di Navezze, alla Fontana
- Bèrnardèi (GOZIO), di Via Manica; tra cui la famiglia dei distillatori. Sono parenti degli Albertini Baléc per il matrimonio di Antonio con Virginia Albertini di Pietro
- Bertulòt – Bertulòcc (CRESCINI), di Piedeldosso; anche nella forma Crescini de la Baita, quali la detta Contina; nota la figura dell’Alpino Piero Bèrtulòt (1902) sposato a Luigia Angela Franzoni
- Bètù (BETTONI), della Stacca
- Bètù (FAITA), di Casaglio.
I Faita – Betù. Il 5 gennaio 2014, vista la pubblicazione del lungo elenco dei Soprannomi gussaghesi, la signora Rosa Faita ci comunica. “L’anno 1959 moriva in Gussago Pietro FAITA, nostro antenato. Il giorno della dipartita di nonno Pietro nasce il nipote Giampietro, mio fratello, figlio di Giorgio e Angela Valetti. Torniamo, però, un passo indietro. Pietro suddetto, defunto nel 1959, ed altri quattro fratelli, rimasti orfani in giovane età, vennero accuditi e cresciuti da una di loro stessi, la sorella Elisabetta, confidenzialmente e familiarmente detta Bettina. Bettina, bella donna voluminosa e possente, per la gente di Casaglio è detta Bètta, meglio Bètâ, vale a dire Bètùnâ per la mole. I suoi fratelli sono, da detto momento, i Bètù, ma dal cognome FAITA”. Di ciò ringraziamo Rosa Faita.
Appartennero a questa famiglia: il noto Giuseppe – Gèpe Betù – Alpino, combattente, Capo Scout del Reparto Gussago 1° per diversi decenni; il Reverendo Don Giovanni – Sacerdote salesiano missionario nel continente nord americano. Di questi fratelli è vivente il novantenne Giorgio, menzionato agli inizi dalla figlia Rosa, essendo deceduto in Canada anche l’altro Fratello, dove aveva formato famiglia. (Achille Giovanni Piardi, 5.1.2014). Giorgio Faita dèi Bètù muore Sabato sera 15 Febbraio 2014 – Giorno dei Santi Faustino e Giovita, patroni della Città di Brescia è di tutta la Diocesi bresciana. - Beu, Bèù (CERLINI). Navezze. Vedasi pure l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Cerlini Vincenzo fu Bortolo (Soprannome) Beu, di Navezze”
- Bigàt
- Bigèt (TOMASINI), di Casaglio. Di questa famiglia fu Ciso, commerciante di scarpe con la moglie Giulia Goffelli nel noto negozio di Via Roma, all’altezza di Piazza San Lorenzo
- Bigì rosso frer (MAFFESSOLI). Originari di Piedeldosso. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]. Bigì rosso, tuttavia, dimorò a lungo, negli ultimi anni di vita, in Vicolo del Canale
- Bigiù de Chèca (PERONI); vedi “Chèca”
- Bigiù del Didóng (e moglie Carulìnâ del Didóng) (BERTANZA), di Via Chiesa; genitori di Leone e Emanuele (Cichìno) oltre a tre sorelle, una ancora vivente. “Bigiù del Didóng: Luigi Bertanza, personaggio noto nello stabilimento OM di Brescia, fu amico di mio padre in particolare per la caccia”. (Angelo Cartella, 16 settembre 2013)
- Biott, Biótt (ZANOTTI), di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi sono anche i fratelli “Zanotti Apollonio di Vincenzo, Biott, di Navezze” e “Zanotti Angelo di Vincenzo, Biott, di Navezze”
- Boldi (REBOLDI), mugnai a Navezze sulla Serioletta sino ad Angelo (di Angelo e Brigida Piardi)
- Borgni (REBOLDI), di Civine al vicolo di destra della chiesa
- Bosgiâ, (ALIPRANDI), di Via Roma e Via Fratte; Aliprandi mobili. Vedi pure alla voce Scatulì.
- Bramì, (GOSIO), di Via Manica. “Parenti per parte materna dei Cortesi detti Frinâ. Non sarebbero parenti diretti dei Gosio-Gozio detti Bernardèi pur dimoranti alla Manica”. <Qualcosa ricordo sono nata in località Manica ben più di 80 anni fa>. (Testimonianza di Dori O., 28 gennaio 2014)
- Brangì (PERONI), al Maglio di Navezze/Caricatore, strada per Civine, sopra l’acquedotto
- Brasét – Brasécc (ANGELI), di Navezze, come Bigì de Brasét sposo di Carmelita Zola; prima a Navezze dè Capuràl (Cortile PIARDI, Zanotti – Gozio), poi alla Baita (sulla collina), indi ancora a Navezze cortile dei Lumini Mürachècc
- Bredì (BONOMETTI), in località Masì (Masino-Massino). [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Brenta, Brenta (RACCAGNI), di Villa. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Bressagli, Brasaglio, Bresagli (GOZIO); in origine di Civine, come Angelo Gozio nato a lato della Chiesa parrocchiale, poi a la Cà noâ con Pietro. Di questa famiglia è Angelo GOZIO Sacerdote classe 1946, appunto, figlio di Pietro “Cà nüì” o Canuì. Anche Alessandro e Vittorio Gozio, rispettivamente di Via IV Novembre e Via Caporalino sono della stessa famiglia cosi soprannominata
- Brina (FIRMO), di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Firmo Luigi di Benedetto, Brina, Navezze”
- Brògnâ (CERLINI), della Palazzina e Meano e poi di Via Roma, a Casaglio ed in altri luoghi
- Brü, di Brü (CERLINI), di Via Stretta, quale Giulio Brü sposato ad Angela Cominelli
- Bruti, i Bruti (INSELVINI), della Croce
- Bucèla (BUCCELLA), di Navezze; cortile di sinistra, salendo, in zona detta Fossa alla strettoia, lo stesso dei detti Nas, Pèpi, Zingher, Puianì
- Bughi (chèi del Bughi) (MARINI)
- Burtulèto (BONFADELLI), di Via Marconi, nel promiscuo grande cortile; originari di Ronco
- Buscaì (ARICI), di Navezze, provenienti da Barche di Brione a partire da Angelo nato alla fine dell’Ottocento in quel di Barche; originari di Cignano di Offlaga
- Buscaì (TURATI o TURATTI), di Navezze, cortile dei Lumini “Mürachècc – Mürachèt”
- Büsèck ovvero Büzèck (UNGARO) di Navezze; comunque la pronuncia sia della “s”, quanto della “z è secondo la fonìa della “s” di rosa
- Cànèa (REBOLDI), di Civine; quali quelli di Pierino de la Cànèa; Cànèa = Cantina per c/terzi
- Cà Nöa (GOZIO), della Cà Nöa, agli Staffoli; nuova casa colonica di proprietà parrocchiale, già di Don Valentino Bazzani, nipote e Curato – Vicario cooperatore del Prevosto Monsignor Giorgio Bazzani; vedi anche Bressagli
- Caagnì (BONOMETTI), della Valle (de la Al, Valle Villa); parenti dei Bonometti detti Mici
- Caghètâ (ROSSINI)
- Camélâ (MARCHINA)
- Campanér o Campaneèr (ARICI), campanari dal 1941, con Paolo ed i di lui figli, poi anche sacristi; originari di Brione. Ultima sacrista e campanara della famiglia, sino ai primi anni Duemila, “La Regina”, Regina Arici maritata Tomasini
- Campanì (ANGELI), di Casaglio, come “Cìâ Campanina”
- Campanì (PERONI), di Piedeldosso poi al put di S-cipì. Oltre al fratello, note le sorelle Giulia e Catina infaticabili addette alla cucina e refettorio, con Vittoria “Spinàsa”, durante i montani campeggi estivi dei ragazzi dell’Oratorio San Filippo Neri, negli anni Sessanta e Settanta sotto la supervisione di Teresina Prati “Remulàe”, al tempo dei Direttori don Enrico e don Fortunato
- Camulì (FAITA), di Navezze e poi al Mincio, alla Piazza, al Villaggio Rocca ed anche in Francia
- Capuràl (GOZIO), di Navezze
- Carabiniér – Carabinieèr – Carabignér (REBOLDI), di Civine. Anche Cravignér
- Caràt – Caràcc (COLOSINI), di Via Marconi – Palazzina
- Cartèlâ (CARTELLA). Vedi Cartèle, I Cartèle
- Cartèle, I Cartèle (CARTELLA), della Croce, di Navezze (alla Fossa) e della Piazza in Via della chiesa. Note le sorelle “Cartèle” quali magliaie, dimoranti in via chiesa, figlie di Luigi Stefano (conosciuto come Stefano Luigi) nato a Ome alla fine dell’Ottocento e di Catterina Maria Reboldi dalle Civine – località Pedemonte Sotto. Anche altri Cartella di altre Contrade gussaghesi, comprese le famiglie dimoranti al Caporalino, come quelle di Augusto fu Giovanni e di Faustino di Giuseppe entrambi nati alla fine dell’Ottocento ed ivi ancora residenti l’anno 1930.
- Cartèlù (CARTELLA), della Piazza. Figli di Luigi Stefano (noto come Stefano Luigi) nato a Ome sposato Reboldi. [“Noi come Cartella il nostro soprannome era Cartèlù per distinzione di altezza, dico di statura, dagli altri gussaghesi, sempre Cartella”. Angelo C.-12 sett.2013)]. Vedi anche Cartèle, I Cartèle
- Carvì (COLOSINI), di Ronco. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Colosini Battista fu Angelo, Carvì, Ronco”
- Castel, Castèl (MARCHINA), della Contrada Croce. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Marchina Vincenzo fu Angelo, Castel, Croce”. Vedi anche lo studio di Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf
- Catanì (PIARDI), originari di Pezzaze; a Gussago dai primi anni dell’Ottocento. Si imparentano, sin dall’Ottocento con le famiglie gussaghesi: Tosini; Codenotti di Navezze (antichi Baldi); Trebeschi di Casaglio, quelli della detta Margì sposata Albertini Baléc; Firmo (di Navezze e della Piazza); Mingotti “Ferare”; Alberti; Bozzoni (Brozzoni); Spini e altri.
- Cèco dè Bigiù . Vedo Chècâ
- Cèli (GNOCCHI), al Barco, alla Stacca
- Cènci Bunòm (BONOMI), del Barco – Via Mandolossa. Vincenzo Bonomi
- Cèschi (REBOLDI), di Civine
- Chècâ e Bigiù dè Chècâ (PERONI), di Navezze. Vedi anche Anima Santa”. “Cèco Bigiù (dè Chècâ)” anche “Cèco dè Bigiù”, Francesco Peroni è noto a Navezze per aver condotto nei primi anni Cinquanta del secolo XX una tipica osteria (nel bel cortile con porticato su colonne, quasi dirimpettaio della Chiesa di S. Vincenzo), ma soprattutto per aver avviato un vero e proprio laboratorio d’innesto su franco di distinte varietà di uva (vitigni) sino all’ottenimento di barbatelle pronte per l’impianto di nuovi vigneti o messa a dimora quali sostitutivi o rimpiazzi di altrettante viti ammalorate o di scarsa produzione. Bello ricordare quel cortile brulicante di lavoranti, donne e maschi, tra fascine di tralci in attesa di essere lavorati e, successivamente, di cassoni pieni di segatura inumidita con gli innesti posti a dimora in attesa dell’attecchimento radicolare e del loro tenero germogliare. La seconda sposa di “Cèco”, Angela (per tutti Rosi dè Cèco Bigiù), mia primissima Catechista sin dall’età di due anni e mezzo (Ottobre 1950), fu dei “Pèrì” (CODENOTTI). Angela fu Catechista per lunghi anni in quel di Navezze, per tutti gli infanti e i ragazzi della lunga ed un po’ appartata, quasi defilata, Contrada gussaghese.
- Chèi del Cantù (GOZIO). Vedi Giuàn del Cantù, Giani del Cantù
- Ci
- Cibèlâ/Cibèle (ABENI), muratori di Villa
- Cichìna (PERONI Francesca), della Piazza in Via Roma prospiciente Piazza S. Lorenzo
- Cilo – Cilo Tambalì
- Cincèlâ (ANTONELLI), di Civine ma originari di Piazzole tutti denominati Piasöle
- Cinciunì (INSELVINI), di Navezze, Vicolo Mincio
- Cinti (TREBESCHI), di Via Stretta
- Ciolâ (GHIDINI) della Piazza; gussaghese venditrice ambulante di lisciva e sapone da bucato, per mezzo di un rudimentale carrettino, sin dal tempo dei secondi anni Quaranta del Novecento
- Ciòrci, I Ciòrci (TORCHIO), della Croce, anche a Villa Contrada Pesce
- Ciudarì (ANDREIS), di Villa
- Ciüìnâ (CRESCINI), di Casaglio. Anticamente Cressino, poi al plurale Cressini. Almeno uno degli antichi Crescini già nel 1534, tale “Hieronimo fu Birino Cressini da Ripa di Solto”, sponda bergamasca del Lago d’Iseo, oggi Riva di Solto, figurava tra gli estimati, vale a dire tra i possessori di fondi e di beni immobili secondo gli Estimi stilati dalla Serenissima Repubblica di Venezia. (Mariella Annibale Marchina in “Estimi…”, pagine 130-142 in La storia di Gussago – Le sue frazioni, anno 2002 – Edizione a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi; stampa Stilgraf)
- Cocó (PELIZZARI), al Mincio di Navezze; uno della famiglia noto quale Tita dè Cocó. Originari, un tempo, di Val Trompia
- Coduro, Codurro, Codurri (CODENOTTI). Anche: Co dè nòt
- Concia ( CARTELLA), della contrada S. Croce
- Còpâsì – Còpâ-si (REBOLDI), di Civine
- Crüt, Crücc, dè Crüt (VANOGLIO), della Croce, Sale. Anche a Marcia (Antica “Marcia su Roma”), poi Via Armando Diaz; in quell’antico, vetusto cortile con abitazioni, a piano terreno e al primo piano con loggia, rivolte sia verso Sud quanto verso Nord
- Culunèi (PERONI), di Via Marconi e Via Roma, anche a Casaglio
- Curnài (CODENOTTI), di Civine. Agostina Codenotti sposa “Bige” Albertini Baléc
- Dami (REBOLDI), di Civine; da Damo = Adamo. (Vedi anche alla voce Sora ovvero di Sore)
- Daniel (GREOTTI), di Casaglio. Greotti Luigi Daniele fu Battista recava già questo soprannome l’anno 1862. In Mariella Annibale Marchina, “La Storia di Gussago – Le sue frazioni”; Associazione Famiglie Gussaghesi. Gussago, Gennaio 2002, si legge quanto di seguito: “Alcuni militari e graduati della Guardia nazionale di Gussago, con una sentenza del 12 giugno 1862 furono condannati dal consiglio di disciplina a una pena pecuniaria per non essersi presentati alla rivista militare di alcuni giorni prima, il 1° giugno”; infatti, tra questi figura pure Greotti Luigi Daniele fu Battista (Soprannome) Daniel, di Casaglio, multato di lire due”.
- Diàol dè Rùc
- Diàol dèl Masì (INSELVINI) anche G. di Giunti
- Didóng. Vedi Didónck, meglio Bigiù del Didóng
- Didónck, anche Didóng. Vedi Bigiù del Didóng
- Dindâ (FERRARI), di Casaglio
- Ècia spisighina, della Piazza
- Egne (GHEDI), di Casaglio; alcuni dimoranti in Vicolo San Giuseppe
- Enürì (altri INSELVINI), di Navezze, Cortile accanto, proprio attiguo, alla Trattoria Màgher
- Esürèi o Isurèi (CODENOTTI), della Valle – Pinidolo, anche di Ronco
- Fabé (FABENI), di Casaglio dimoranti anche nel palazzo, primo di destra scendendo il ponte di Casaglio. Furono fattori della Parrocchia S. Maria Assunta al tempo di Mons. Giorgio Bazzani
- Fàito Pi masér, Faito Pimaser (ANDREOLI), di Ronco. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Falìâ (BIANCHI), di Marcia, raccoglitori di frutta dai contadini produttori per il Mercato ortofrutticolo; antichi “Cavallanti” dei Piardi di Gussago possidenti in quel di Pezzaze. Di questa famiglia fu il noto Mons. Pietro Bianchi – Arciprete di Bagolino e Prevosto in San Giovanni in Brescia
- Faöstâ (CERLINI), di Navezze; Faösta dè Bernàrd; vedi Bernàrd
- Farù (FARONI), di Casaglio
- Fèràrâ, Fèràre (MINGOTTI), della Piazza, contadini – agricoltori e di Navezze, distillatori; antichi originari di Poschiavo. Sono imparentati anche con gli Albertini Baléc e con i Piardi Catanì
- Fatùr, Felice del Fatùr (PERONI), di Villa; in quanto fattori della famiglia Giordani avente dimora al palazzo Giordani, incrocio di Via Nava con Via Acquafredda e Via Sale
- Fèstér (MAFFESSOLI), di Piedeldosso. Pietro sposa Rachele degli Albertini Baléc
- Fighèti (FOGAZZI), di Casaglio
- Filìpo (BONOMETTI), dal nome di Filippo Bonometti, noto quale primo trasportatore, sui generis, a mezzo di camion attrezzati con delle panche sul cassone, dei ragazzi e delle ragazze dell’Oratorio e dei movimenti ecclesiali di Gussago, soprattutto durante e per i campeggi estivi montani; di estremo valore sono le foto che lo ritraggono alla guida del mezzo (cambiato nel tempo). Con i suoi mezzi tutta Gussago si è potuta recare in luoghi vari e diversi tra cui quelli, come detto, di montagna anche con gli alpini del Gruppo gussaghese per manifestazioni e celebrazioni. Le figlie, per alcuni decenni, hanno condotto l’attività artigiana di lavaggio indumenti ed arredi poi nella forma di lavasecco
- Filòpi (VANOGLIO), di Navezze, poi altrove in Gussago; vedi anche Crüt
- Fiorino
- Fortinat, Fortinàt ( REBOLDI), di Civine. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Reboldi Luigi di Giuseppe, Fortinat, di Civine”
- Francés, èl francés (BERTELLI)
- Franci (ROSSINI), di Casaglio e poi anche in Viale Bazzani, dagli anni Cinquanta, con Pino dei Franci, nota personalità quale attivista, con Marianna Piardi e diversi altri, della Associazione ACLI gussaghese essendone stato, con i suddetti medesimi, Fondatore
- Fratì (BALZANI), di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Balzani Giovan Battista fu Vincenzo, Fratì, di Navezze”
- Frer (ANDREIS), di Casaglio. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Andreis Giovan Battista fu Innocenzo, Frer, Casaglio”. (Vedi, ancora, lo studio di Mariella Annibale Marchina. I Soprannomi in pubblicazione più volte citata edita l’anno 2002)
- Friciò (CORTI), di Casaglio
- Frinâ (CORTESI), di Casaglio. Vedi anche alla voce Bramì
- Fügâ (BONTEMPI), di Piedeldosso
- Gacc dei Camandoi, Gacc dèi Camàndoi (GATTI). [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Galantì, da Batta detto Galantino (GHEDI), di Civine; a datare dalla prima metà secolo XVIII. [Galantino, forse perché assai galante nei modi e nell’aspetto, forse derivante dall’utilizzo o dal nome di un particolare recipiente usato per il travaso e la mescita, o misurazione, del latte, chiamato, appunto, galantino. << “1807. Civine di Gussago. Adì 8 Xmbre 1807. Batta Ghedi detto Galantino morì ieri l’altro alle ore due italiane d’anni 76 e munito del sacramento solamente della penitenza, a motivo di un accidente accadutogli, che non ha permesso amministrargli gli altri sacramenti ed altri eventuali ajuti e questa mattina da me Francesco Ussoli Economo gli sono state fatte le esequie, poscia fu sepolto in questo cimitero”. 8 Dicembre 1807>>. (Registro dei morti della Parrocchia di S. Girolamo in Civine)].
- Galèi (REBOLDI), di Civine, a sinistra e dirimpettai della chiesa
- Galèl (GALELLI), maestro di musica
- Galó (CRESCINI), di Casaglio
- Galònâ (FAITA), di Navezze
- Gambalì (MONTINI), alla casa con ringhiera presso l’ingresso della fabbrica della calce Buffoli a Navezze
- Gambì (CRESCINI). Integrazione del 5 febbraio 2014. Una lettrice, non ancora settantenne, ammirando una foto – con un Gruppo di Alpini del GRUPPO DI GUSSAGO e banda musicale di Gussago – del Maggio 1960, visti alcuni volti, ricorda: “”Forse ai soprannomi pubblicati da GUSSAGONEWS il mese di dicembre dello scorso anno 2013 potrebbe essere aggiunto anche quello applicato a una delle tante famiglie gussaghesi dal cognome CRESCINI: Gambì””. Assicuriamo la Signora in tal senso e provvediamo a farlo entrare nel novero generale dei soprannomi, meglio Scotöm, o Scötöm gussaghesi.
- Gèlmo (PEDRONI), di Navezze e Piedeldosso. Di questa famiglia è noto lo zio, sacerdote, Monsignor Paolo grande appassionato di uccellagione o aucupio, in quel del Roccolo o Passata al Monte Magnoli
- Gèmâ (De LORENZI), di Navezze al Vicolo dell’Alfiere
- Gèghi (De LORENZI), di Navezze al Vicolo dell’Alfiere
- Ghètâ
- Ghi, èl Ghi.
- Gi, La Gi (FERRARI), di Piedeldosso
- Giàs (ROSSI), quale Rico del gias; Navezze – Vicolo Batoccolo. Venditore di stecche di ghiaccio
- Gitâ (VALETTI), della Valle, appena dopo l’ospedale. Dal nome di Giovita. Èl löc dè Gita (Circolo Enal)
- Giuachì (CERLINI); la famiglia di Maria Cerlini andata in sposa a Giovanni Arici i cui figli hanno svolto il mestiere di pavimentatore
- Giuàn dè Pèdèmùt (ARICI); vedi Pèdèmùt; a Civine località Pèdèmùt, provenienti da Barche di Brione. Fratello del Rev. Sac. Stefano (morto nel 1954; Parroco di Vallio e poi di Monticelli Brusati)
- Giuàn dèl Cantù, Giani del Cantù (GOSIO indi GOZIO), della Piazza al “Canton de Gere”, crocicchio del centro storico; Giovanni Gozio
- Giuàn di ca (BOTTI, Andrea Giovanni), di Civine con Riviere, alla Santissima indi al Villaggio Rocca. Sposo della maestra Lucia Piovani e padre della maestra Libera
- Giuan long (COMINELLI), di Via Larga
- Gnòc (GNOCCHI), di Villa, Cascina Stacca e Barco; vedi anche Cèli
- Gòp (FAITA) di Camulì
- Gòp, i Gòp (BOTTI), di Civine – Riviere. [CIVINE – San Girolamo. Ghedi Giuseppe del fu Giuseppe e della vivente Giulia Peroni nato e domiciliato in questa Parrocchia, ….., celibe d’età maggiore (1870) contadino intende contrarre Sac. Matrimonio con Barbara Domenica Botti di Giovanni e di Bettolini Santa, nata e domiciliata nella parrocchia di Civine]
- Gos, Goss, Gosi, Gozys (GOSIO). Successivamente, nel Novecento alcune famiglie hanno chiesto la trascrizione in Gozio (sostituendo la esse con la zeta). Gozys era tale già l’anno 1568 quale estimato della contrada di Navezze
- Gripulì – Grepulì (RACCAGNI, un tempo RECCAGNI), falegnami a Villa, frontisti del Nava. Uno dei fratelli, Giuseppe, divenne sacerdote e gli venne conferito il titolo di Monsignore – Prelato domestico di Sua Santità quando reggeva la Parrocchia del Sacro Cuore della città di Rieti. Un ramo della famiglia modificò, nel secolo XX, il cognome in Raccagni. Noti a Gussago e nel bresciano nella forma più antica di Reccagni: Solone e Pagnone proprietario della Casa de la Begia – “Löc de la Begia”. Noti anche al tempo della “Congiura di Gussago” del secolo XV. Secondo la gussaghese Mariella Annibale Marchina, dell’Archivio di Stato di Brescia, il cognome Reccagni/Raccagni discenderebbe da quello dei CORRADI, antichi signori rurali del Contado di Gonzaga (Mantova) giunti, poi, al potere del Ducato di Mantova nel secolo XIV quali GONZAGA con, appunto, il nome della località mantovana d’oltre Po di provenienza, spodestando i BONACCOLSI.
Il 9.12.2013, ci scrive il signor Giorgio Veneziani, affermando: “Grepulì = Antonio Raccagni”. - Guèrâ (RENALDINI), di Navezze, dal soprannome del padre, figli di Barbarina Zanotti
- Gurèi (SVANERA), di Civine, originari di Brione. Stefano di questa famiglia sposò una Gozio della nota famiglia Proanâ – Pruanâ.
- Insbruc, Chèi de la Insbruc (MARCHINA), correttamente Innsbruck. [Innsbruck capoluogo del Tirolo Settentrionale e dello stato federato austriaco del Tirolo, nonché capitale della regione storica nota col nome di Principesca Contea del Tirolo]. A Gussago in Via Marconi con Via S. Liberata
- Isèo
- Isèolâ Spisighinâ
- La Gi. Vedi Gi
- Lachì/Sachì (vedi meglio Sachì) (RACCAGNI), di Villa. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Lali (ABENI), muratori, di Casaglio
- Lazer (PIOZZINI), di Casaglio. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Piozzini Francesco fu Andrea, Lazer, Casaglio”
- Lealdo (PERONI), del Cantone (Piazza), più al Canton dè Gère; oggi al Cantù (v. Roma con v. Marconi. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Peroni Stefano fu Angelo, Lealdo, Cantone”
- Legor (TOMASINI), di Villa – Contrada Pesce
- Lili (GUSSARINI), di Civine, vicino alla chiesa a sinistra
- Lisànder (FELICE), di Villa
- Lisnâ – Lisne (BONOMETTI), di Via Roma, Piazza; primo cortile di destra risalendo la via verso Piazza S. Lorenzo. Antico possidente. Quivi nacquero sino al 1927 i Piardi “Catanì” poi detti Runcù (per il trasferimento alla omonima cascina in Val Morta, oltre il Mincio di Navezze) quando lavoravano con i cugini, sempre Piardi figli di Giovanni caduto in guerra 1915-18, la nota Breda degli Odorici estesa dalle Fratte sino a Via Marconi. Vedasi anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Bonometti Vincenzo fu Giovanni, Lisna, Piazza”
- Lisnì
- Lodâ, Chèi de la Lodâ (ZANETTI); nella zona detta Cascina Loda, cammino da San Rocco verso la Stella. Personaggi noti canterini e musicanti
- Macanèi – Macanèl (MAFESSOLI-MAFFESSOLI), di Villa, poi anche a Casaglio
- Macinato (FERRARI), di Navezze. Hanno abitato poco prima di giungere alla chiesa di S. Vincenzo, in una casa aldilà di un grande portone, rettangolare, a sinistra della via; un passaggio che serviva anche per accedere, superato una specie di androne ed un primo cortiletto, al grande cortile dei Lumini Mürachècc (con anche i Brasécc ed i Buscaì). Di questa famiglia (parente) tutti ricordiamo Barbarina, venditrice ambulante – “pedibus calcantibus”- con due grandi cesti sulle braccia, in tutte le contrade del paese, di dolci quali: coreane, pagnuchìne, pèrsèch, per la colazione o la merenda (…chi se lo poteva permettere)
- Maciù, della Palazzina
- Maer, Maeèr (REBOLDI), di Civine; imparentati con gli Spini (dèl Mèla).Vedi anche: Bèi (Rossini)
- Mafì (RECCAGNI), attribuito contemporaneamente ai CODENOTTI con ascendente materno RECCAGNI. Vedi anche “Gripulì – Grepulì”
- Màgher (ZANOTTI), di Navezze, originario titolare della, ancora esistente, omonima Trattoria. Uno dei tanti, possidenti, fratelli Zanotti (Zanutì o Zenutì) tra cui Nusèn (Innocenzo) e i detti Mosca
- Mài – Chèi dèl Mài (UNGARO), di Navezze, nativi del Maglio; sulla strada per Civine. Poi dei Peroni (Brangi)
- Maiaì (MANGIAVINI) di Navezze alla Fossa, parenti dei Dolzanelli
- Màister (ANGELI), di Navezze. Màister da Maestro = Capo Mastro (Maestro costruttore); infatti, il muro maestro di una costruzione o di un manufatto è detto “mür màister”
- Maiulì (…..); Maiolino, antico mestiere; colui che, quale rigattiere, in forma ambulante raccoglieva ferro straccio, ossi e pelli di coniglio. Infatti, il suo grido di richiamo della popolazione, soprattutto delle massaie pronte a cedergli cose di risulta era: “Fèr strass, òss, pèi dè conecc, …ghè che èl maiolino”, in cambio di scodelle o stoviglie in genere
- Marâ (CODENOTTI), della Valle
- Marénâ (DELLA FIORE), di Navezze, soprattutto al Vicolo Molino vecchio; anche (CODENOTTI), di Navezze. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in L storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Mariète (TOMASINI), di Villa poi anche a Casaglio e altrove
- Margiöi (ARICI), di Civine, originari di Brione; quali Angilì Margiulì
- Martilìne (REBOLDI), di Civine, poi al Caricatore
- Mas-ciâ (ROSSINI), a Casaglio ed al Villaggio La Rocca
- Mas-ciarpì (ROSOLA)
- Masöcher (DE LORENZI), al Carrebbio di Navezze, poi anche alla Croce
- Masölâ/Masulì (MAFFESSOLI); vedi Parulì
- Maté (BETTENZANA), di Ronco. Angela dei Matè andò in sposa ad Achille Piardi di Runcù – val Morta a Navezze; altra Angela di Matè sposò Luigi “Bigiara” Lumini di Mürachècc (figlio di Pietro e Teresa Piardi)
- Mèlâ – del Mèlâ (SPINI), quale Cèn del Mèla (Giulio autotrasportatore in proprio e per c/t.)
- Melù (ZANOTTI), di Navezze, come Cèncio Melù e Nusèn Melù
- Mènti (BONTEMPI), di Casaglio – Via Castello di Casaglio. Hanno abitato una delle prime case poste all’inizio di Via Castello di Casaglio, dopo il bivio della principale Via Casaglio. Di questa famiglia, noto fu Carlo (1914) figlio di Domenico “Mènti”, combattente in diversi conflitti e invalido di guerra
- Merlo dè Pisì (DOLZANELLI), di Navezze. Vedi Pisì
- Mici (BONOMETTI), della Valle; parente dei Caagnì
- Mici (MARIOTTI), di Civine; originari di Malanno, al seguito del fratello e zio prete Don Mariotti
- Milgì (BOTTI), di Riviere – Civine (Trattoria da Cico)
- Minèi (MINELLI), di Navezze ed anche della Tesa sulla collina omonima
- Minì (CORINI)
- Minù
- Misà (PERONI), di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Peroni Giovanni di Andrea, Misà, di Navezze”
- Misci (forse, meglio, Mis-ci) (PERONI), di Navezze. Vedasi anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Peroni Giuseppe di Andrea, Misci, Navezze”
- Misés-ce, Misés-cia, Misescia (CODENOTTI), di Via Meano. Misescia meglio Misés-cia (CODENOTTI) di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Codenotti Giuseppe di Pietro, Misescia, di Navezze”
- Möcc – I Möcc (GOZIO), al vicolo Palazzina, bravi sarti istruiti al Centro s.m. L. Pavoni. Vedi anche al soprannome Patria
- Morète. Vedi: Morett, Morètt, Morèt, che segue
- Morett, Morètt, Morèt (CASARI), di Contrada S. Croce. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Casari Luigi Angelo di Giuseppe, Morett, Croce”
- Moscâ (ZANOTTI), di Navezze
- Muì (PIARDI), Enrico con la Giulietta Zanotti dei detti Melù; a Navezze e poi alla Palazzina quale trattore della omonima Trattoria Locanda alloggi
- Mulète, Mulèta
- Mulinér (ESPOSITO), quale Nino Mulinér; Navezze – Vicolo Batoccolo
- Muntagninâ-Montagninâ (ZANOTTI), di Navezze, quelli di Cencio Melù e la detta Muntagninâ
- Mürachèt – Mürachècc (LUMINI), di Navezze, cortile interno di via Molino vecchio, poi altrove. Lumini Luigi di Angelo recava già questo soprannome l’anno 1862. In Mariella Annibale Marchina, “La Storia di Gussago – Le sue frazioni”; Associazione Famiglie Gussaghesi. Gussago, Gennaio 2002, a pagina 61 si legge quanto di seguito: “Alcuni militari e graduati della Guardia nazionale di Gussago, con una sentenza del 12 giugno 1862 furono condannati dal consiglio di disciplina a una pena pecuniaria per non essersi presentati alla rivista militare di alcuni giorni prima, il 1° giugno”; infatti, tra questi figura pure Lumini Luigi di Angelo (Soprannome) Murachet, di Navezze, multato di lire due”.
- Murì (MARCHINA), di Piedeldosso, ultima casa salendo a destra dopo quella dei Ba. I detti Murì sono parenti degli Albertini detti Baléc; infatti, Angelo Marchina sposa Domenica Albertini (detta Ghina) sorella di Benedetto e di altri fratelli
- Mütì
- Nanâ/e (TOMASINI), di Navezze; alla Fontana nel cortile interno con gli Aricì “Buscàì”- “Barcaröi” in quanto provenienti da Barche di Brione
- Nani (SPINI), di Casaglio. Raccoglitore di ciliegie dai produttori gussaghesi destinate al Mercato ortofrutticolo all’ingrosso, detta “La Piasâ dè Brèsâ”; anche con G. Mazzolini alla pesa pubblica
- Nano, dèl Nano (COMINI), di Contrada Cavalletto (traversa orientale di Via Giovanni Nava, un tempo sfociante in Via Richiedei), nei pressi di Villa Pace già Casa Freschi
- Nas (PERONI), di Navezze alla Fossa e poi anche alla Croce. Giovanni dei Nas andò in Argentina nella prima metà del Novecento trovando accoglienza presso il Collegio dei padri salesiani di Don Bosco in città di Mendoza, dove incontro, poi, molti gussaghesi colà trasferitisi, molti dei quali definitivamente. Uno dei detti Nas, Paolo, conduttore della salumeria drogheria di Navezze, sposò in prime nozze Giulia Angela Piardi ed in secondo matrimonio Rina Catterina Piardi
- Nas-cio (FRANZONI), di Casaglio
- Nasi (Nazi, con la pronuncia di s di rosa) (CIRELLI), di Via S. Liberata. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Nèbbie (REBOLDI), di Civine, poi a Pedèmùt Sotto
- Negher, I Negher (ZANOTTI), di Navezze
- Nènck – Nènch (MARCHINA), macellai di Piedeldosso
- Nì (De LORENZI), di Navezze al Vicolo Molino vecchio; vedi anche: Gèma e Gèghi
- Nino de la Eva (TOMASINI), parenti dei detti Legor. Dimoranti alla casa colonica del Casotto, con porticato a colonne, sulle pendici della collina sottostante la Chiesa di S. Stefano, più recentemente abitata dagli Uberti. Questa famiglia Tomasini ha avuto un figlio Sacerdote (andato prima a Borgosatollo e poi a San Gallo di Botticino)
- Nistri, poi Nistrèl (BONOMETTI), di Villa
- Óngher (UNGARO), di Angelo Ungaro di Navezze; noto Alpino al cortile dei Marchina detti Barbì. Doro dè Uchì Ungaro con la moglie Domenica e la Figlia Angela fu noto straccivendolo. Vedi anche Ùngher ed Uchì
- Òrbo (ANGELI), vedi Angeli di Navezze in località Fontana
- Òsciâ (ORLANDI). Dario Orlandi, il 29.12.2013 scrive: <<Gli Orlandi arrivati in Franciacorta all’inizio 900, provenienti dalla bergamasca Palosco, vennero soprannominati “i bergamasc” poi lo zio “cesare de la manega “per il suo intercalare “oscia” venne cosi “scutumat”. Tutto questo per la completezza, grazie Dario Orlandi>>. Vedi anche Bèrgamàsc. ((Palosco – pur bergamasca – da, quasi, sempre appartiene alla Diocesi vescovile di Brescia)).
- Òssiâ, anche Òsciâ (ORLANDI). Tra gli Orlandi noti i soprannomi individuali: Bocia e Binda
- Paganò (CAPODIECI), di Contrada originaria a S. Croce. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Paiâ, Pàia (DEL BARBI), di Sale
- Pajasina, Paiasìna (DOLZANELLI), di Navezze. Vedasi pure l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Dolzanelli Pietro fu Giuseppe, Pajasina, di Navezze”
- Palasà (CODENOTTI), di Navezze al Vicolo Molino Vecchio in particolare “Ai toti”. Toti inteso come luogo o cortile in cui rappresentano ovvero “i fa balà i toti”: i burattini
- Palpâ Pole (ANDREOLI), di Valle Villa.
- Paparèlâ
- Papù (BONTEMPI), di Casaglio. Bontempi Rachele detta Rachilì sposa un Albertini Baléc
- Parulì (MAFFESSOLI), alle 4 strade, nei pressi di Villa Togni; detti anche Masöla/Masùlì. [Parulì = Piccolo paiolo, ovvero “stignadì”. Piccolo paiolo in rame per far polenta, ottenuta dal quel lungo armeggiare, in forma costante e regolare sul fuoco, dentro “èl stignadi” o “parulì”. Parulì è diminutivo di paröl, come stignadì lo è di stignàt. La mescola della polenta (per ottenerla ben cotta e senza grumi) necessitava di almeno un’ora sempre al fuoco del caminetto; il paiolo veniva appeso alla catena del fuoco-caminetto]. {Il 8 Febbraio 2014, Daniel BONA di Benedetto (Daniel Ben) scrive: “8 febbraio 2014
Ottimo lavoro. …ke memoria. …ci sono anke i Paruli’… erano i miei nonni… o meglio, mio nonno Maffessoli Fausto di parte materna … ke lavorava come mezzadro alle dipendenze dei Sigg. TOGNI. Risposta (di Achille) a DANIEL. Per quanto mi compete: GRAZIE. (Alcune volte è doveroso “RICORDARE”, per gratitudine; anche esternarlo per iscritto). Al resto dei ringraziamenti provvederà GUSSAGONEWS. I MAFFESSOLI – Parulì. Nel cortile dei PARULì sono entrato poche volte e solo da ragazzo, sino ai 12-13 anni, con la scusa che lì viveva, con gli zii, un ragazzo nativo di NAVEZZE, Romano Peroni dei detti Chèca. Entravamo, lasciavamo ivi Romano e poi noi tutti proseguivamo per Navezze. Alcune altre volte vi feci ingresso, stavolta da giovanotto-adulto, quando vi fu necessità di rendere visita a defunti “Suèr tèra”, come si diceva in quei tempi. Non mi dimentico, comunque, del lungo portec (Porticato), a nord, dante su di un cortile rurale, dicasi aia (in dialetto Era)} - Parulòt (Parolòt) (AQUILA), di Via S. Liberata poi con laboratorio di parulòt (stagnino) come quello al Cantù di Via Roma; colui che aggiustava ….con pezze stagnate i paioli logorati dalla continua mescola…della polenta o di altre povere cibarie.
- Pasquàl (CRESCINI), di Via Casaglio, dirimpettai della Chiesa di S.Giuseppe, sacristi e campanari della stessa. Pasquàl, Giuseppe e Pierì furono musicanti della banda di Gussago
- Patriâ– dèl Patriâ, de l’Albergo Patriâ, I Patria (FRANZONI) (Gozio), della Palazzina al vicolo omonimo laterale ovest di Via S. Liberata
- Pèdèmùt (ARICI) di Civine Pedemonte; da Barche di Brione, originari di Cignano di Offlaga
- Pegorer, Pegorér ( PERONI), di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Peroni Paolo di Giovanni, Pegorer, Navezze”
- Penàsâ (PENAZZA), dimoranti a Gussago in frazione Villa. Notissimo fu, un tempo, l’organista Penazza, proprio di questa famiglia, attivo maestro d’organo della Parrocchiale. Vedi anche S-cipì e S-cipìne. Vedi pure Baléc, Baléch, anche Balék, (ALBERTINI), di Casaglio
- Pèpi – De Pèpi (PERONI), di Navezze alla Fossa, cortile dei detti Nas; La Pèpa teneva negozio ivi con entrata sulla via principale scendendo due gradini, vendeva dolciumi, “patùna” (castagnaccio) e pochi altri commestibili
- Peri (DE PERI), di Navezze – Via Carrebbio e del Barco (Mandolossa); anche al cortile del Canalino
- Pèrì (CODENOTTI), della Croce
- Pes-ceèr (MARIOTTI), vedi anche Pis-cér / Pis-céèr ed anche Mici
- Pese (BONOMETTI), di Valle Villa
- Pì Ciüì (CRESCINI), di Casaglio; vedi anche “Ciüìna”
- Piantù (PIANTONI), di Casaglio; dimoranti vicino ala Chiesa di S. Giuseppe, poi imparentatisi con i Danesi
- Pianùs (BOTTI), di Civine-Riviere. Così dai Registri Canonici di Civine. Vedasi anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Botti Giovan Battista di Paolo, Pianus, Civine”
- Piasöle (ANTONELLI), di Piazzole e Civine
- Piciàlâ (GOZIO), del Belvedere, alla Pesa pubblica; (GOZIO di Via IV Novembre con Giani Piciàlâ). Vedi anche Siurâ Lizâ del Belvedere
- Piciàlâ (UNGARO), di Vicolo Molino Vecchio Ai Toti, a Navezze
- Piccioli (GREOTTI), della Piazza – Via Roma; uno di loro fu noto quale ciabattino e postino
- Picio, ovvero De Picio (RECCAGNI), di Navezze alla Fossa, a Via Larga (braccianti dei Venturelli)
- Picio, ovvero De Picio (ANGELI), di Navezze alla Fontana
- Piero Fatur Sigàlâ (CRESCINI); vedi Sigàlâ
- Piero Long (USSOLI)
- Piero Marì. Vedi Siur Piero Marì
- Piero Süpèl, di Casaglio; vedi Süpèl
- Pignöi (ARICI), discesi da Barche di Brione, nella zona di Via Cavour; originari di Cignano
- Pilangrâ (GOFFELLI), di Navezze alla Fontana, primo cortile di sinistra di Vicolo dell’Alfiere, poi anche a Civine. La sposa e madre fu della famiglia Del Bono
- Pincini – Pincìni (REBOLDI), di Civine, vicino e sopra la chiesa, quali quelli della Violante
- Pinòto (GALLERI), di Casaglio
- Pintì (FIRMO), di Navezze al termine di Vicolo dell’Alfiere e nelle adiacenze del cortile dei De Lorenzi “Gèmâ”, Paolina De Lorenzi, Rinchetti. Per, sempre, Firmo, vedi Risulì
- Pipâ Sènèr
- Pipo (VENTURELLI), di Navezze
- Pirlandò
- Pisâ aivâ (FAITA), di Villa
- Pis-cér/Pis-céèr (MARIOTTI), originari di Malanno in Valcamonica, a Civine dalla prima metà dell’Ottocento, al seguito del fratello e zio prete – Parroco di San Girolamo in Civine
- Pisì (DOLZANELLI), di Navezze, nei cortili quasi dirimpettai della facciata della chiesa; famiglia assai numerosa. Giuseppe fu sacrista della chiesa sussidiaria frazionale di S. Vincenzo e tabaccaio assieme alla sposa, Marietta “Marietâ Pisìna” Franzoni, con anche il figlio Pietro “Piero Pisì” anche musicante della Banda Parrocchiale. Giovanni Pisì fu uomo assai capace ed intraprendente con spiccata inventiva, impagliatore di sedie ed arrotino, anche musicante della suddetta Banda dedito ai piatti ed alla grancassa
- Pistolâ, Pistola (CODENOTTI), di Navezze. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi sono anche i fratelli “Codenotti Pietro fu Battista, Pistola, di Navezze” e Codenotti Stefano fu Battista, Pistola, Casaglio”
- Pitù (GOZIO), di Navezze, nei cortili quasi dirimpettai della facciata della chiesa di San Vincenzo, nel secondo cortiletto dietro i Pisì e quello di Giovanni Lumini sposato alla Zanotti, primi di giungere a quello del “Merlo” dè Pisì (Dolzanelli)
- Poétâ (CODENOTTI), della Piazza al Cantù nella grande casa con cortile di Via G. Marconi (adiacente all’abitazione degli Antomelli: Giuanì e Paol bèchér) e d’angolo nord ovest con Via Roma confinante con la recinzione sud di Villa Togni
- Poéte (CODENOTTI), del Cantù, quartiere Gère, Cantù de le Gère; quali Bigì Poéta. Vedi anche Poétâ
- Polonâ o Polone (RINALDINI), di Casaglio, (…dal nome dell’avo Apollonio)
- Polone (GOZIO), di Navezze – Vicolo Batoccolo con casa sulla sinistra entrando ed accesso al largo cortile in lato sud
- Potécâ/Potéche (GOZIO), della Piazza zona di Via Marconi – S. Liberata; camionisti
- Proanâ (GOSIO indi GOZIO), di Civine, anche Pruana
- Proanì (Come Proana), anche Pruanì
- Pücc (MARCHINA), di Piedeldosso. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in L storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Puditìnâ (DUINA), di Casaglio
- Puianì (DOLZANELLI), di Navezze; cortile in zona detta Fossa, lo stesso dei detti Nas, Pèpi, Zingher, Cartèla, Bucèla (Buccella)
- Puntèl (ZANOTTI), di Navezze; anche alcuni dei Peroni discendenti di Rosa Zanotti de Puntèl. Lisander de Puntèl fu noto barbiere a domicilio, simpatica figura popolare, di statura bassa, recava al collo un caratteristico foulard unito sul petto da un vistoso anello
- Purcheròt (BIONDI), di Sale
- Put, o dèl Put, anche Chèi dèl put (MARCHINA), di Piedeldosso; uno della famiglia fu detto Manina Santa, l’altro noto come Gianino dèl Put vissuto sino a diventare novantenne
- Putâ, ovvero De Putâ (BONOMI), di Navezze (Le sorelle: Teresa maritata Mingotti “Ferara” della nota Distilleria Mingotti di Navezze e le nubili Nene-Maddalena e Palmira)
- Pute (BONOMI), di Navezze; quali sorelle nubili Palmira e Maddalena. Da: Chèi de Puta. Vedi Putâ
- Quartì (VENTURELLI), di Piedeldosso
- Raù (VENTURELLI), di Navezze a Vicolo dell’Alfiere. (Vedasi pure l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche Venturelli Andrea di Pietro, Rau, di Navezze)
- Reminghì – Riminghì (PANSA), di Navezze al Vicolo Mincio
- Remulàe (PRATI), di Casaglio; la famiglia cui appartenne la notissima Teresina Prati, infermiera all’ospedale S.Orsola – Fatebenefratelli di Brescia, come il fratello quale tecnico di laboratorio, poi missionaria laica all’ospedale della Congregazione S. Giovanni di Dio “Fatebenefratelli” di Betlemme in Israele, Catechista all’Oratorio San Filippo Neri in S. Maria Assunta e coordinatrice durante i campeggi estivi montani dei ragazzi dell’Oratorio, soprattutto nel corso degli anni Sessanta del secolo XX
- Risulì (FRASSA-FIRMO), della Piazza in Via Roma. Famiglia di Don Renato
- Ros, I Ros (ZANOTTI), di Navezze
- Rossi – Carlì di rossi (ZANETTI), prima alla Stella – Santuario, poi a Vicolo Molino Vecchio indi anche a Via Forcella ed a Casaglio
- Runcù (PIARDI), di Navezze, nati alla Piazza casa di Bigì Lisnâ; ((Catanì (PIARDI, originari di Pezzaze ed a Gussago dai primi anni dell’Ottocento; figli di Luigi Piardi classe 1890 del fu Enrico del 1853))
- Sachì (QUARESMINI), di Villa. Anticamente forse soltanto attribuito ai RACCAGNI. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Raccagni Giuseppe fu Carlo, Lachì/Sachì, Villa”. [Vedi, ancora, lo studio di Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Sanfino (TOMASINI), di Via Stretta; un tempo dirimpettai del palazzo Piardi. Il soprannome deriva da Angelo Tomasini, nato nell’Ottocento, figlio di Carlo. Detti anche “Santi o Sanfino”. Sono parenti dei Baléc
- Santâ Pulentâ (COLA)
- Santinèlo (CERETTI), di Casaglio
- Santinì (BORGHESI), di Casaglio
- Santomolinaro (PERONI), della Piazza, poi a Navezze (nella casa degli ora De Lorenzi “Nì” di Vicolo Molino Vecchio) indi ancora alla Piazza detti anche Sorâ. Ancora, alcuno, quali Vittorio e discendenti, alla casa colonica dei Venturelli alla Manica. Enrico abitò in Via Nuova, ora Martiri della Libertà; Marco, ora 106enne al Maggio 2013, abita accanto alla vecchia pesa pubblica dei Gozio; Giovanni, noto Catechista, abitò in Via S. Liberata sposando Francesca Ogna; un altro fratello visse lungamente a Parigi
- Sarisì, Saresâ (BORGHESI), di Via IV Novembre ed al cortile rurale plurifamiliare di Via Armando Diaz (un tempo, Marcia su Roma) lato sud
- Scagnì. Anche Scagnì (DOLZANELLI, di Navezze, quale Contrada d’origine. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Scarpulì, èl Scarpuli (TUROTTI), di Navezze
- Scarpùlì (MENEGHINI). Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Meneghini Giuseppe fu Giuseppe, Scarpulì, Ronco”
- Scatulì (ALIPRANDI). Luca Aliprandi dopo averlo supposto, indi verificato, il 8 Febbraio 2014 afferma: “Ho letto il tuo articolo sui soprannomi, complimenti veramente bello. Volevo chiederti se il soprannome Scatulì è quello degli Aliprandi?”. Achille risponde: “ Ora che me lo rammenti, mi pare propria di sì. Se così fosse dobbiamo provvedere ad integrare detto soprannome nel novero dei più. Da subito, potresti informarti anche tu e …vedere, semmai, da quando, almeno una data indicativa ed a partire da chi dei tuoi avi? Grazie”. Luca Aliprandi: “Io so che da piccolo mi dicevano, set el fiöl de scatulì? Riferito a mio papà Luigi. Mio nonno era Ottavio mia nonna Catina Maffessoli dei festér. La bisnonna paterna era la Vittoria Peroni, detta culunèla e la bisnonna di nonna era Albertini. Mi sai dire di più? Te ne sarei grato”. Achille Piardi: “Mi poni nei… pasticci volendoti confermare tutto. Ho conosciuto i tuoi nonni Ottavio (Ottavino o Tavino) e Catina dei Fèstér, …mi fermo qui. Conobbi, però, anche il fratello di tuo nonno (falegnami-mobilieri) e sua moglie con i figli; anche altri dei Fèstér. Della parentela dei Fèstér con gli Abertini ho appreso dalla viva voce della Maestra Teresa Bezzi (Albertini) – Alebardi, grande narratrice di possente, impressionante memoria, durante l’immenso lavoro (fatto con ella) nei primi anni 2000, poi uscito nel 2004 (a cura di Giorgina Albertini, ma l’anima è e rimane quella di Teresa Bezzi): GLI ALBERTINI – Baléch. ((…tanto non andiamo per nulla lontani, se non a casa Piardi)); infatti, gli ALBERTINI – Baléch discendono tutti da Domenica PIARDI sorella del mio antico avo Andrea (Pezzaze, 1799). (…). Veniamo al soprannome Scatulì, da brevi informazioni: per i più che ho sentito, Scatulì era attribuito non a tuo padre Luigi, bensì a tuo zio Ferdinando, ora defunto, nessuno ricorda fosse in …uso da prima, voglio dire, attribuito già a tuo nonno Ottavio e neppure a suo fratello, tuo zio, (padre di Lucia, Gian Battista e di Carlo). A te, ora, l’onere di …pigiare il pedale dell’acceleratore per saperne di più. Io attendo, onde integrare la raccolta dei Soprannomi”.
Il 10 Febbraio, LUCA ALPIPRANDI: “grazie; dalle poche informazioni che mi sono pervenute, mi si dice che Scatulì era attribuito a Luigi, mio padre. Ottavio (Tavino) era mio nonno e suo fratello Giovanni che menzionavi era soprannominato Bosgia. Mi si dice inoltre che i possedimenti in Gussago in piazza, ora proprietà Aliprandi, sono di discendenza bisnonna Vittoria Peroni, detta Culunèla, da Culunei, sulla quale famiglia in Gussago vi è una immensa storia. Una curiosità che sono riuscito a strappare è che Aliprandi era si il marito di mia bisnonna Vittoria, ma spedito il giorno dopo le nozze al suo paese, Inzino, perché costui essendo un grande viaggiatore non era ben visto dai Culunei. Aliprandi era un rappresentante Beretta nel mondo e fondatore della Beretta in Belgio; però la bisnonna Vittoria, a scadenza sfornò 7 Aliprandini… (…). Sperando di avere suscitato un sorriso, ti saluto e ringrazio”.
12 febbraio. Luca Aliprandi: “Quindi “Scatulì” è Luigi Aliprandi dell’omonimo Salumificio in Gussago, fondato da Ottavio Aliprandi (Tavino) nel Löc degli Aliprandi, direttamente sulla piazza Vittorio Veneto. L’altra metà del Löc era del fratello di Tavino, Giovanni detto Giani Bosgia, fondatore dell’omonimo mobilificio”. - S-cipì, S-cipìne (sorelle ALBERTINI, Serafina e Catina dei detti Baléc maritate PENAZZA detti S-cipì), di Navezze al Put di S-cipì, primo cortile in assoluto che s’incontrava salendovi dalla Piazza, una volta superato il palazzo Togni poco prima di giungere alle Quattro strade. Oggi è il cortile cui si accede dal primo ponte a destra, in antichi mattoni a faccia-vista, posto sul torrente La Canale, appena superato il sottopasso della Superstrada Ospitaletto – Concesio, Val Trompia. Originari del Trentino detti, appunto, S-cipì per essere maestri d’ascia nel preparare scandole, assicelle, quasi tegole, di poco spessore per le coperture delle case di montagna in luogo dei coppi. Degli Albertini di Gussago detti Baléch: Serafina Albertini nacque nel 1891 da Benedetto Baléch (Baléc) a Gussago e sposò Piero Penazza “S-cipì” avendo da lui diversi figli e curò anche i due figli che il marito aveva avuto dalla prima moglie Albina Albertini, mentre Catina Albertini del 1894 andò in sposa a Vigilio Penazza sempre dei detti S-cipì. L’altra sorella, Maddalena Albertini detta Nene, nata nel 1889, si maritò con Arturo Bezzi di Fornaci (Brescia) ed ebbe due figlie: Teresa e Giuditta.
- Scualetogalìne, anche Scua le to galìne
- Sèbâ (FOGAZZI), di Casaglio
- Sécènè, anche (meglio) Se c’è n’è
- Segna Co, Segna-co (MANGIARINI), di Casaglio; poi imparentati anche con i Rinaldini “Polone”
- Sèlér (VENTURELLI), dal mestiere di sellaio e finimenti equini da soma e da tiro; poi anche meccanici d’autovetture in Via A. Diaz (già Marcia su Roma)
- Serafì (BONTEMPI), dell’antica latteria, gelateria di via Roma e recapito telefonico con cabina pubblica ed espletamento di servizio pubblico al domicilio della famiglia o della persona destinataria della chiamata con avviso di recarsi alla cabina pubblica per rispondere o provvedere alla richiamata, sino agli anni Settanta del Novecento
- Sgagnaèce – Sgagna èce
- Sich è Mezâ (MAFFESSOLI), di Villa, poi anche altrove
- Sigàlâ (CRESCINI), di Casaglio
- Signurì (GOZIO), della Palazzina. Molti sono figli di madre Faita. Sono imparentati con i Reboldi di Navezze, gli Gnocchi della Stacca. A questa famiglia “Signurì” appartenne il Sacerdote Andrea Gozio per trent’anni missionario degli emigranti italiani in Germania
- Simù (CHIAPPINI), del Casotto – Cascina con azienda agricola Cà Rossa, già proprietà Vimercati e lavoranti i Tracconaglia. I Chiappini sono provenienti da Saviore dell’Adamello, vennero a Gussago a far mangiare il fieno alle loro mucche, in transumanza, nel periodo autunno-primavera
- Sinalco (AQUILA), di Via S. Liberata. Vedi Parulòt
- Sìndèch (PEROTTA), di Navezze al Mincio, poi anche al cortile dei PIARDI – Zanotti Gozio, al complesso popolare “Il Monticello”, al complesso “Surtìa” di Via Trieste, al complesso “Faido” di Via S. Vincenzo a Navezze. Teresa del Sìndèch sposò Giovanni Piardi di Runcù
- Sìndiche (VENTURELLI), di Casaglio; le tre sorelle Venturelli, tra cui la maestra Teresa e la mamma di Carletto rimasto ucciso cadendo da un albero. Hanno abitato una delle prime case poste all’inizio di Via Castello di Casaglio, dopo il bivio. Una di loro, Teresa, è nota anche per essere stata Catechista all’Oratorio del Centro, prima mia catechista e poi mia “collega” Catechista
- Sirèi (CIRELLI), soprattutto la famiglia di Navezze alla Fontana con Vicolo dell’Alfiere nei pressi dell’antica Osteria (ora scomparsa) “Al Barbetta”. Alla Palazzina in via Meano
- Siur Piero Marì, Èl Siur Piero Marì, (FERRARI), di Piedeldosso
- Siurâ Lizâ del Belvedere (maritata GOZIO), della Piazza, appunto, del Belvedere alla Pesa pubblica; casa anche quale luogo di raccolta delle ciliegie prodotte in Gussago e portatevi dai nostri contadini per il Mercato ortofrutticolo di Brescia. Madrina, negli anni Trenta del Novecento, di uno dei primi “Gagliardetti” o “Fiamma verde” del Gruppo Alpini di Gussago
- Soco (?), forse Söca o Sòca (GATTI) dimoranti al Löc de la Begiâ. [Mariella Annibale Marchina. I SOPRANNOMI in La storia di Gussago – Le sue frazioni. Edizione, anno 2002 a cura dell’Associazione Famiglie Gussaghesi. Stampa Stilgraf]
- Sorâ, anche, di Sore (REBOLDI), di Civine, vicino alla Chiesa; figli di Maddalena Peroni di Sore e Achille Giovanni Reboldi ; vedi anche Dami. Vedasi anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Peroni Angelo fu Francesco, Sora, Civine”
- Sorâ o Sore (PERONI) di Civine; nota la figura di uno di loro detto Sübrèta di Sore; vedi anche Santomolinaro. Vedasi anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Peroni Angelo fu Francesco, Sora, Civine”
- Spinàsâ (PERONI); i fratelli Vittoria e Giovanni parenti dei detti Falìa (Bianchi)
- Sòrgâ (ROSSINI), di Via Marconi
- Spadì (BONTEMPI, di Ronco. Vedasi l’annotazione in calce al soprannome “Aucàt Conecia”
- Stancì ( FELICE)
- Stànder (FERLUCCI)
- Stanza (PIOZZINI), di Casaglio. Vedasi l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Piozzini Vincenzo di Luigi, Stanza, Casaglio”
- Stasàldo (COLOSINI), al vicolo Due Mori. Brasécc dei Gozio “Patria”; anche a Via Marconi con S. Liberata. Parenti dei Piozzini di Via S. Liberata e di Via Marconi
- Stilì (SPINI), di Navezze
- Sübrètâ di Sore (PERONI); vedi Sore
- Sücòt (REBOLDI), di Civine – Succotti, poi a Navezze (cortile di Santo dè Sücòt, poco prima del Magher sulla destra salendo). Noti: Santo (grosso e rubicondo), Miglia (donna di chiesa sempre dedita ai malati) e Ginia (Virginia, conduttrice dell’Osteria con cucina all’insegna “Due Mori” ubicata nei pressi dell’ingresso palazzo Togni di Via Roma – Vicolo Due Mori, frequentata in particolare dai carrettieri di Civine, di Barche e di Brione, dove di gustava un’ottima scodella di trippa e si “faceva una partita alle carte” od … alla Morra. Vedasi anche l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti, tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi sono anche “Reboldi Luigi fu Vincenzo, Sucot, di Civine” e “Reboldi Angelo fu Antonio, Sucott, al Caricatore”
- Sùèr (PIOZZINI). Nota la figura di Vittorio, appunto, dè Sùèr
- Süpèl, Piero Süpèl (BORGHESI), di Casaglio
- Süpìlì (UNGARO), di Navezze e poi anche alla Piazza; Rico (dei Gelati) e suo fratello il camionista quanto l’altro fratello Paolo (antico titolare della Trattoria dell’Angelo a Navezze sino al 1959 e poi, sempre dal 1959 dell’insegna Al Caricatore). L’avo fu zoccolaio = süpìlì
- Surighìnâ(ROSSINI), di Casaglio
- Tage, la Tage (ABENI)
- Tambalì, (Vedi anche Cilo Tambalì) (BONOMETTI), della Piazza
- Taschi (CERLINI), soprannome individuale. Via Molino vecchio
- Tato (ZOLA), della Piazza. Vedasi pure l’annotazione posta al soprannome Baréga; infatti tra i Ragazzi gussaghesi multati l’anno 1862 con Sentenza del 12 giugno vi è anche “Zola Stefano fu Giovanni, Tato, Piazza”
- Taù (UNGARO), Navezze in Via Molino vecchio
- Tèi (FRANZONI), di Navezze; contadini alla cascina Tèi; Casa Rossa di proprietà dei Venturelli della Manica (Vigneti Venturelli e Colorificio Venturelli)
- Tèo – Tèi (VENTURELLI), di Villa, dimoranti nella cascina d’angolo di via Giovanni Nava con via Pesce (proprietà Nava ed ora Fondazione Scuola primaria enti morali)
- Tìmbol, (Timbol), classica macchietta popolare tra Ottocento e Novecento di professione ciabattino/calzolaio, (SPINI). Teresa Angeli gli dedicò una bella poesia nel volume “Gussàc vècc e dè ‘ncö”. Volontario, tra gli arditi della Prima Guerra mondiale (1915-18) per l’assalto all’arma bianca. Sovente, non appena si sentiva tranquillo, anche dopo un buon bicchier di vino gussaghese, raccontava delle prodezze dei commilitoni Arditi e sue. (Testim. Di Sergio G. – Gussago, 12 gennaio 2014)
”Giusto ieri sera, 23 Gennaio 2014, mi hanno fatto notare, due persone, aver letto detto elenco cognomi/soprannomi e dichiarato, entrambe, averlo stampato su carta, …a futura memoria (non si aspettavano uno studio, perlomeno, così lungo… ). Mi hanno poi aggiunto alcune particolarità riguardanti il detto TIMBOL – Spini Giuseppe, del quale ho appreso, a conferma, essere stato un ardito volontario di guerra 1^ G.M. poi pluridecorato al valor militare, mi è stata promessa la foto dello Spini con le medaglie sul petto. Se accadrà daremo doveroso risalto a questo gussaghese. (Testimonianza di Roberto R. ed Angelo G.- Gussago, 23 Gennaio 2014) - Tinèlo (FRASSINE). Il 29.12.2013 ci scrive la signora Moira Frassine: << Mio nonno materno era Pietro Colosini detto Bagnàt di Casaglio e quello paterno Faustino Frassine detto Tinelo di Navezze. Bellissima questa ricerca…. Complimenti >>. Tinèlo, pur essendo attribuito personalmente, appunto al Signor Fustino, poi i suoi divennero, almeno a Navezze, conosciuti come “Chèi dè Tinèlo”. Personaggio, assieme a sua moglie, ben conosciuto dal sottoscritto nel periodo in cui Faustino visse in località Fontana di Navezze, nella casa d’angolo, attigua a quella abitata da Nicolina Aquila, per il vialetto che immette nel cortile (all’epoca) degli Arici, Rivetti e Tomasini. Correva il periodo: Aprile 1958 – 31 Marzo 1965.
- Tiólâ (CRESCINI), di Casaglio
- Tita dè cócó (PELIZZARI), di Navezze al Mincio
- Turù (FRANZONI), di Marcia (Antica “Marcia su Roma”), poi Via Armando Diaz; in quell’antico, vetusto cortile con abitazioni, a piano terreno e al primo piano con loggia, rivolte sia verso Sud quanto verso Nord
- Uchì (UNGARO), di Navezze a partire da Giuàn de Uchì nato nell’Ottocento, che abitava poco prima dello stabilimento della calce e poco dopo la casa Rossa del Tèi a Navezze (ai piedi del Dosso di Mezzaze “Doss dè Mezù”), il quale da Maria Greotti nativa di Casaglio (brasécc di Baléch) ebbe (almeno) quattro figli maschi: Luigi “Bigì”, Mattia, Teodoro detto Dori e Nino-Francesco, quest’ultimo visse molti anni alle case della chiesa di S. Rocco, sopra Casaglio. Vedi anche Ongher e Uchì
- Ùngher (UNGARO), di Navezze; in genere per tutti coloro dal cognome Ungaro. Vedi anche Óngher, Giuàn dè Uchì ed Uchì
- Us-ciù (CORTESI), della Piazza; parenti dei Rossini e dei Bresciani
- Zenutì, Zanutì (ZANOTTI), tutti gli Zanotti in genere
- Zìngher (PERONI), di Navezze alla Fossa; vedi anche Pèpi. Allo stesso cortile dei detti Nas
Sono tanti, ed ora ancor più, eppure non sono neppure tutti! Attendiamo integrazioni, anche correzioni e suggerimenti, da parte dei lettori.
A cura di Achille Giovanni Piardi, con la collaborazione dei signori: nonna-bisnonna Luigia quasi novantenne; nonne Cecilia, Antonia; nonni Lucia ed Angelo coniugi; maestra Teresa Bezzi (ora defunta), tutti ottantenni ed ancor di più; dei nonni Rosangela con Felice; di Paolo e di Umberto. Sono anche intervenuti i concorsi di alcuni attenti lettori, menzionati nel testo.
Pubblicato in prima versione il 29 dicembre 2013, ultimo aggiornamento 1 marzo 2014