Ladri fashion victim e intenditori, che hanno selezionato i capi scegliendo i migliori e lasciando invece quelli di marchi meno prestigiosi, riempiendo almeno due vetture dopo aver abbattuto una delle vetrine del negozio con un’auto rubata. La spaccata è stata messa a segno la notte scorsa; a farne le spese il noto «Papa Lupin», al Caporalino, tra Gussago e Cellatica.
Erano circa le 4 della scorsa notte quando un gruppo ben organizzato e che aveva studiato il colpo in ogni dettaglio, è entrato in azione. Per prima cosa i malviventi hanno agganciato ad un fuoristrada Toyota (che poi è risultato rubato) un cavo metallico grazie al quale sono riusciti a spostare la grossa fioriera che stava a protezione della vetrina laterale dello store, vetrina peraltro realizzata con un particolare cristallo antisfondamento. Tant’è vero che il vetro non è andato in frantumi ma è rimasto integro, sul pavimento all’interno del negozio.
Ad attutire il colpo potrebbe esser stata anche la saracinesca, che è stata sfondata. Per crearsi il varco i ladri hanno usato la stessa vettura, in retromarcia. Quindi sono entrati e in pochi minuti – meno di cinque -, hanno arraffato capi in pelle, abiti, magliette, giacche, borse e molto altro ancora, caricando il tutto su almeno due auto, se non addirittura tre. Nel momento dell’irruzione è scattato però l’allarme e al negozio del Caporalino è arrivata una guardia giurata dellla vigilanza notturna che è riuscito a bloccare la Toyota.
I due uomini che viaggiavano all’interno, con un guizzo rapidissimo, sono usciti dall’abitacolo e si sono dati alla fuga a piedi, per le vie vicine, abbandonando la vettura e parte della refurtiva. Gli altri invece, su una Citroen, sono riusciti a scappare con il maltolto. «Dobbiamo ancora quantificare il danno – spiega il titolare, Enzo Bonetti -. Sta di fatto che hanno fatto una cernita tra i capi, prendendosi quelli più belli e costosi». In passato il negozio aveva subito alcuni colpi, ma da qualche tempo in qua, non se ne erano più registrati.
«Hanno agito in quattro, forse cinque minuti, ma dovevano essere almeno in sei o in sette per rubare così tanto. La guardia ha notato che indossavano dei cappellini con tanto di lucetta sulla fronte come quella dei minatori. Altri invece dei passamontagna» conclude amareggiato il titolare.
Fonte: Giornale di Brescia